L’ostruzionismo cui furono sottoposte le comunità protestanti nell’Italia del secondo dopoguerra, in particolare nel primo decennio repubblicano, è noto da tempo, avendo fin da allora attirato l’attenzione di numerosi osservatori e suscitato l’indignazione di settori minoritari ma significativi dell’opinione pubblica italiana e, soprattutto, internazionale. Muovendo da questo presupposto e dagli studi già compiuti sulla recrudescenza di un virulento antiprotestantesimo cattolico in quel periodo, il presente intervento intende analizzare la campagna di stampa e d’opinione che si svolse in Italia nei primi anni Cinquanta e il ruolo che in essa svolsero alcuni importanti storici d’estrazione laica. Particolare attenzione verrà, infatti, riservata alle prese di posizione giornalistiche di alcuni di essi a favore di una piena affermazione della libertà religiosa e contro il mantenimento in vigore della legislazione fascista sui culti ammessi del 1929-1930 e della circolare Buffarini Guidi del 1935: il valdese Giorgio Spini, il cattolico liberale Arturo Carlo Jemolo, l’ex azionista Luigi Salvatorelli e il laico-radicale Gaetano Salvemini. Attraverso l’analisi dei loro scritti e delle loro corrispondenze, l’intervento intende fornire una nuova chiave di lettura per osservare da un particolare angolo prospettico l’evoluzione dell’applicazione delle normative antiprotestanti in Italia e, in particolare, della circolare Buffarini Guidi contro i pentecostali, la cui implementazione, già prima della formale abrogazione, avvenuta nel 1955, era entrata in crisi. Esaminare l’azione dei quattro storici sopra ricordati, se permetterà di riflettere sul tema della libertà religiosa in Italia e sulla sua contrastata affermazione, consentirà altresì di riflettere sul ruolo civile, e non solo scientifico ed accademico, che la storiografia riuscì ad esercitare ai primordi delle vicende dell’Italia repubblicana.

Gli scritti giornalistici di Arturo Carlo Jemolo, Gaetano Salvemini, Luigi Salvatorelli e Giorgio Spini in difesa della libertà religiosa (1950-1955) / P. Zanini (LE RAGIONI DI CLIO). - In: L’inchiostro di Clio. Storici sui giornali nell’Italia contemporanea / [a cura di] S. Berhe, E. Serventi Longhi. - Prima edizione. - Pisa : Pacini editore, 2024. - ISBN 979-12-5486-201-8. - pp. 65-82

Gli scritti giornalistici di Arturo Carlo Jemolo, Gaetano Salvemini, Luigi Salvatorelli e Giorgio Spini in difesa della libertà religiosa (1950-1955)

P. Zanini
2024

Abstract

L’ostruzionismo cui furono sottoposte le comunità protestanti nell’Italia del secondo dopoguerra, in particolare nel primo decennio repubblicano, è noto da tempo, avendo fin da allora attirato l’attenzione di numerosi osservatori e suscitato l’indignazione di settori minoritari ma significativi dell’opinione pubblica italiana e, soprattutto, internazionale. Muovendo da questo presupposto e dagli studi già compiuti sulla recrudescenza di un virulento antiprotestantesimo cattolico in quel periodo, il presente intervento intende analizzare la campagna di stampa e d’opinione che si svolse in Italia nei primi anni Cinquanta e il ruolo che in essa svolsero alcuni importanti storici d’estrazione laica. Particolare attenzione verrà, infatti, riservata alle prese di posizione giornalistiche di alcuni di essi a favore di una piena affermazione della libertà religiosa e contro il mantenimento in vigore della legislazione fascista sui culti ammessi del 1929-1930 e della circolare Buffarini Guidi del 1935: il valdese Giorgio Spini, il cattolico liberale Arturo Carlo Jemolo, l’ex azionista Luigi Salvatorelli e il laico-radicale Gaetano Salvemini. Attraverso l’analisi dei loro scritti e delle loro corrispondenze, l’intervento intende fornire una nuova chiave di lettura per osservare da un particolare angolo prospettico l’evoluzione dell’applicazione delle normative antiprotestanti in Italia e, in particolare, della circolare Buffarini Guidi contro i pentecostali, la cui implementazione, già prima della formale abrogazione, avvenuta nel 1955, era entrata in crisi. Esaminare l’azione dei quattro storici sopra ricordati, se permetterà di riflettere sul tema della libertà religiosa in Italia e sulla sua contrastata affermazione, consentirà altresì di riflettere sul ruolo civile, e non solo scientifico ed accademico, che la storiografia riuscì ad esercitare ai primordi delle vicende dell’Italia repubblicana.
Libertà religiosa; Ruolo pubblico degli storici; Proselitismo protestante; Italia del primo decennio repubblicano
Settore HIST-03/A - Storia contemporanea
2024
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