Ancor prima della nascita della numismatica come scienza autonoma e della diffusione di repertori dedicati alle coniazioni dell’età antica e medievale, illustrazioni di monete affiorano già nel XVI secolo all’interno di pubblicazioni sia di interesse antiquario, sia di carattere storico, spesso a corredo di biografie di regnanti. Contrariamente alle classificazioni codificatesi nel corso del ‘900 che situano l’avvio delle serie bizantine a partire dalla riforma monetaria di Anastasio I del 498, tali opere presentano, senza soluzione di continuità, una linea di successione che pone in sequenza diretta i sovrani della Roma alto imperiale e i Basileis della Nuova Roma, talora alternati a monarchi coevi del medioevo occidentale. Un simile approccio, accanto alla comparsa tardiva di studi sistematici sulle emissioni bizantine, ha condotto alla restituzione grafica di effigi imperiali travisate, spesso esito di semplici errori di lettura o di attribuzione, o di immagini di fantasia esemplate sulla ritrattistica monetale classica o, ancora, di veri e propri fraintendimenti talvolta confluiti nei repertori successivi. La presente comunicazione ha l’obiettivo di valutare, attraverso la scelta di alcuni casi di studio, la differente origine di tali malintesi, con riferimento al contesto di realizzazione delle rispettive opere a stampa e all’effettivo grado di discostamento delle illustrazioni dal dato materiale. Se per testimonianze come le Illustrium imagines (1517) di Andrea Fulvio e l’Epitome thesauri antiquitatum (1553) di Jacopo Strada simili ambiguità possono essere attribuite al carattere delle incisioni che esula da finalità strettamente documentarie, i Numismata Imperatorum Romanorum (1718) di Anselmo Banduri o financo la successiva Description générale des monnaies byzantines (1862) di Pierre-Justin Sabatier denotano una conoscenza delle coniazioni bizantine acquisita con piena consapevolezza solo in maniera progressiva e con ritardo rispetto alle serie imperiali più antiche.
Restituzioni grafiche di effigi monetali bizantine tra errori di lettura, rielaborazioni e fraintendimenti / A. Torno Ginnasi. ((Intervento presentato al 9. convegno Territori e culture. Letture contemporanee del mondo bizantino (IX Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Studi Bizantini) tenutosi a Palermo nel 2024.
Restituzioni grafiche di effigi monetali bizantine tra errori di lettura, rielaborazioni e fraintendimenti
A. Torno Ginnasi
2024
Abstract
Ancor prima della nascita della numismatica come scienza autonoma e della diffusione di repertori dedicati alle coniazioni dell’età antica e medievale, illustrazioni di monete affiorano già nel XVI secolo all’interno di pubblicazioni sia di interesse antiquario, sia di carattere storico, spesso a corredo di biografie di regnanti. Contrariamente alle classificazioni codificatesi nel corso del ‘900 che situano l’avvio delle serie bizantine a partire dalla riforma monetaria di Anastasio I del 498, tali opere presentano, senza soluzione di continuità, una linea di successione che pone in sequenza diretta i sovrani della Roma alto imperiale e i Basileis della Nuova Roma, talora alternati a monarchi coevi del medioevo occidentale. Un simile approccio, accanto alla comparsa tardiva di studi sistematici sulle emissioni bizantine, ha condotto alla restituzione grafica di effigi imperiali travisate, spesso esito di semplici errori di lettura o di attribuzione, o di immagini di fantasia esemplate sulla ritrattistica monetale classica o, ancora, di veri e propri fraintendimenti talvolta confluiti nei repertori successivi. La presente comunicazione ha l’obiettivo di valutare, attraverso la scelta di alcuni casi di studio, la differente origine di tali malintesi, con riferimento al contesto di realizzazione delle rispettive opere a stampa e all’effettivo grado di discostamento delle illustrazioni dal dato materiale. Se per testimonianze come le Illustrium imagines (1517) di Andrea Fulvio e l’Epitome thesauri antiquitatum (1553) di Jacopo Strada simili ambiguità possono essere attribuite al carattere delle incisioni che esula da finalità strettamente documentarie, i Numismata Imperatorum Romanorum (1718) di Anselmo Banduri o financo la successiva Description générale des monnaies byzantines (1862) di Pierre-Justin Sabatier denotano una conoscenza delle coniazioni bizantine acquisita con piena consapevolezza solo in maniera progressiva e con ritardo rispetto alle serie imperiali più antiche.File | Dimensione | Formato | |
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