Scopo del lavoro è sottolineare l’importanza di un adeguato trattamento tempestivo di consolidamento delle fratture mandibolari in seguito a traumi facciali. Nelle fratture del corpo mandibolare, la deformazione ossea è secondaria allo spostamento subito dai monconi in base all’intensità della forza agente, alla sede della frattura ed all’azione muscolare esercitata sui monconi fratturati. Le modificazioni locali che conseguono vanno dal lieve difetto occlusale, alla totale incongruenza occlusale, associato a grave danno estetico come asimmetrie del volto e disarmonie del profilo il cui esito può essere la disfunzione articolare. Ancora oggi un numero considerevole di traumatizzati facciali non riceve cure adeguate soprattutto se si tratta di pazienti politraumatizzati, ricoverati in stato di incoscienza o di coma nei reparti di rianimazione. In questi casi le fratture del massiccio facciale vengono a torto o a ragione proposte ad altri trattamenti o addirittura ignorate, per cui si creano delle consolidazioni in posizioni anomale con conseguenti problemi estetici e funzionali. L’evoluzione di fratture mandibolari lasciate a se stesse o trattate in modo incongruo comporta quasi sempre problemi occlusali e della funzionalità masticatoria. Possono verificarsi ritardi di consolidamento, deviazioni mandibolari, difetti dell’occlusione o dei movimenti di protrusione, retrusione, morso crociato, morso aperto. Nel nostro caso lo squilibrio neuromuscolare indotto dal trauma e dall’intervento inappropriato ha richiesto una terapia chirurgica più adeguata in grado di ricondizionare il sistema neuromuscolare alterato da un patologico rapporto occlusale, cosa che ha portato alla remissione della sintomatologia. Il trattamento si basa sugli usuali criteri di terapia traumatologica: riduzione della frattura mandibolare in modo da ripristinare la forma primitiva dell’osso, contenzione e fissazione rigida dei monconi ossei nella posizione corretta fino alla guarigione.
Disfunzione dell’articolazione temporomandibolare secondaria a frattura della mandibola mal consolidata / C. Mortellaro, U. Garagiola, V. Carbone, L. Bello, S. Pappalardo. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - 15:3(2004), pp. 555.240-555.240. (Intervento presentato al 11. convegno Congresso nazionale del collegio dei docenti di odontoiatria tenutosi a Roma nel 2004).
Disfunzione dell’articolazione temporomandibolare secondaria a frattura della mandibola mal consolidata
C. Mortellaro;U. GaragiolaSecondo
;L. BelloPenultimo
;
2004
Abstract
Scopo del lavoro è sottolineare l’importanza di un adeguato trattamento tempestivo di consolidamento delle fratture mandibolari in seguito a traumi facciali. Nelle fratture del corpo mandibolare, la deformazione ossea è secondaria allo spostamento subito dai monconi in base all’intensità della forza agente, alla sede della frattura ed all’azione muscolare esercitata sui monconi fratturati. Le modificazioni locali che conseguono vanno dal lieve difetto occlusale, alla totale incongruenza occlusale, associato a grave danno estetico come asimmetrie del volto e disarmonie del profilo il cui esito può essere la disfunzione articolare. Ancora oggi un numero considerevole di traumatizzati facciali non riceve cure adeguate soprattutto se si tratta di pazienti politraumatizzati, ricoverati in stato di incoscienza o di coma nei reparti di rianimazione. In questi casi le fratture del massiccio facciale vengono a torto o a ragione proposte ad altri trattamenti o addirittura ignorate, per cui si creano delle consolidazioni in posizioni anomale con conseguenti problemi estetici e funzionali. L’evoluzione di fratture mandibolari lasciate a se stesse o trattate in modo incongruo comporta quasi sempre problemi occlusali e della funzionalità masticatoria. Possono verificarsi ritardi di consolidamento, deviazioni mandibolari, difetti dell’occlusione o dei movimenti di protrusione, retrusione, morso crociato, morso aperto. Nel nostro caso lo squilibrio neuromuscolare indotto dal trauma e dall’intervento inappropriato ha richiesto una terapia chirurgica più adeguata in grado di ricondizionare il sistema neuromuscolare alterato da un patologico rapporto occlusale, cosa che ha portato alla remissione della sintomatologia. Il trattamento si basa sugli usuali criteri di terapia traumatologica: riduzione della frattura mandibolare in modo da ripristinare la forma primitiva dell’osso, contenzione e fissazione rigida dei monconi ossei nella posizione corretta fino alla guarigione.| File | Dimensione | Formato | |
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