I sistemi computerizzati giocano un ruolo importante nella chirurgia ortognatica per la loro utilità nel formulare il piano di trattamento, nell’informare meglio il paziente sulle procedure chirurgiche a cui sarà sottoposto e nell’accettazione del trattamento consigliato. Una funzione importante di questo sistema è la previsione degli effetti della chirurgia ortognatica sul profilo dei tessuti dentoscheletrici e dei tessuti molli facciali. Sfortunatamente, solamente pochi programmi comprendono la previsione videocefalometrica dei cambiamenti dei tessuti facciali, e sono dati selezionati dalle precedenti indagini pubblicate. Le previsioni effettuate tramite videoimaging sono sufficientemente attendibili, nonostante diverse limitazioni. Un indiscutibile vantaggio offerto dal videoimaging risiede nel fatto che l’immagine porta i pazienti a comprendere e ad accettare il trattamento chirurgico, in quanto possono apprezzare direttamente i benefici estetici che seguono. Prima di avere a disposizione queste tecnologie, i cambiamenti venivano recepiti in modo vago ed era sicuramente più difficile far comprendere ai pazienti i vantaggi della chirurgia ortognatica. Abbiamo constatato un incremento notevole di pazienti che hanno accettato il trattamento ortodontico-chirurgico, grazie all’ausilio del videoimaging e ciò conferma la nostra convinzione che la maggior parte dei pazienti non si sottoporrebbe ad un intervento di chirurgia ortognatica se non fosse convinto di ottenere anche un miglioramento estetico. SCOPO DEL LAVORO Lo scopo di questo lavoro è valutare e correlare tra loro cefalometricamente la risposta dei tessuti molli e duri in pazienti con malocclusione di III classe scheletrica, sottoposti a chirurgia ortognatica bimascellare, ed individuare i più attendibili punti cefalometrici dei tessuti duri nel predire il cambiamento dei tessuti molli. MATERIALI E METODI Sono stati considerati 21 pazienti con malocclusione di III classe scheletrica, 8 uomini e 13 donne, di età compresa tra i 18 e 35 anni, trattati mediante chirurgia ortognatica bimascellare, con una osteotomia Le Fort I di avanzamento mascellare e un’osteotomia di arretramento mandibolare (5 verticali e 16 sagittali). Sono stati considerati 24 punti di riferimento dento-scheletrici e 13 dei tessuti molli. E’ stata in seguito misurata la distanza lineare da ogni punto di riferimento prechirurgico e postchirurgico ad una linea di riferimento orizzontale (HRL) e ad una verticale (VRL). La HRL è costruita disegnando una linea che passa attraverso il nasion inclinato di 10° rispetto alla linea SN. La VRL è costruita disegnando la perpendicolare della linea di riferimento orizzontale partendo dalla sella (S). RISULTATI Gli Autori hanno evidenziato un’importante correlazione tra tutti i punti di riferimento cefalometrici sul piano sagittale in corrispondenza del labbro inferiore e del mento, mentre solamente tra Superior Labial Sulcus (SLS) e punto A a livello del labbro superiore. Sul piano verticale si è mostrata una ancor più forte correlazione a carico del labbro inferiore e del mento. Inoltre alla base del naso e del labbro superiore la correlazione è stata minima. DISCUSSIONE La chirurgia ortognatica si occupa prioritariamente del terzo medio ed inferiore del viso dal punto di vista estetico. Qualora il trattamento chirurgico abbia interessato entrambi i mascellari, si assiste ai cambiamenti estetici più consistenti, al punto che i risultati di poche altre procedure chirurgiche, effettuabili a livello della testa e del collo, sono comparabili a quelli della chirurgia ortognatica. E’ possibile sostanzialmente apportare modifiche del terzo medio facciale che comprendono cambiamenti del contorno delle guance, della larghezza e della lunghezza del naso, dell’elevazione della punta del naso, e della posizione del labbro superiore. A livello del terzo inferiore le modificazioni riguardano la posizione del labbro inferiore, le proporzioni facciali e l’estetica del collo. A questo punto bisogna valutare queste aree critiche nel piano di trattamento. lo studio del viso deve comprendere una valutazione clinica e un’analisi dei tessuti molli attraverso i dati della cefalometria. Dopo aver effettuato tali valutazioni, si può eseguire l’analisi per comprendere le sfumature più profonde collegate allo spostamento delle basi ossee. L’esame clinico inizia dall’osservazione del profilo. CONCLUSIONI Lo scopo è di fornire più dati possibili all’ortodontista al fine di formulare il più efficace piano di trattamento. La relazione tra la chirurgia dei tessuti duri e l’effetto che ha sui tessuti molli è estremamente importante nella predizione del risultato del profilo facciale finale. L’attuale esplosione della tecnologia dei computer ha senza dubbio coinvolto anche la medicina e la chirurgia e, nell’ambito ortognatodontico, la diagnostica computerizzata è divenuta pratica di routine relativamente al trattamento ortodontico e alla pianificazione chirurgica dei casi clinici. Il requisito fondamentale è poter disporre di un programma semplice che sia in grado di correlare gli spostamenti dentari e ossei ai tracciati cefalometrici, fornendo una soddisfacente immagine clinica di previsione. Ricorrendo a tale supporto si ottengono i seguenti risultati: - Fare comprendere al clinico le problematiche dell’estetica facciale; - Rapportare i tracciati cefalometrici con le immagini di previsione del viso, fornendo così la possibilità di stabilire un migliore programma di intervento chirurgico sulle basi ossee; - Dare maggiore consapevolezza al paziente del tipo di trattamento, ottenendo così una sua maggiore collaborazione; - Migliorare la comunicazione tra medico e paziente.

Previsione videocefalometrica dei cambiamenti estetici del viso in chirurgia ortognatica e psiche / U. Garagiola, V. Ghiglione. ((Intervento presentato al convegno 6° Congresso Nazionale di Medicina Estetica : 8-10 ottobre tenutosi a Milano nel 2004.

Previsione videocefalometrica dei cambiamenti estetici del viso in chirurgia ortognatica e psiche

U. Garagiola;
2004

Abstract

I sistemi computerizzati giocano un ruolo importante nella chirurgia ortognatica per la loro utilità nel formulare il piano di trattamento, nell’informare meglio il paziente sulle procedure chirurgiche a cui sarà sottoposto e nell’accettazione del trattamento consigliato. Una funzione importante di questo sistema è la previsione degli effetti della chirurgia ortognatica sul profilo dei tessuti dentoscheletrici e dei tessuti molli facciali. Sfortunatamente, solamente pochi programmi comprendono la previsione videocefalometrica dei cambiamenti dei tessuti facciali, e sono dati selezionati dalle precedenti indagini pubblicate. Le previsioni effettuate tramite videoimaging sono sufficientemente attendibili, nonostante diverse limitazioni. Un indiscutibile vantaggio offerto dal videoimaging risiede nel fatto che l’immagine porta i pazienti a comprendere e ad accettare il trattamento chirurgico, in quanto possono apprezzare direttamente i benefici estetici che seguono. Prima di avere a disposizione queste tecnologie, i cambiamenti venivano recepiti in modo vago ed era sicuramente più difficile far comprendere ai pazienti i vantaggi della chirurgia ortognatica. Abbiamo constatato un incremento notevole di pazienti che hanno accettato il trattamento ortodontico-chirurgico, grazie all’ausilio del videoimaging e ciò conferma la nostra convinzione che la maggior parte dei pazienti non si sottoporrebbe ad un intervento di chirurgia ortognatica se non fosse convinto di ottenere anche un miglioramento estetico. SCOPO DEL LAVORO Lo scopo di questo lavoro è valutare e correlare tra loro cefalometricamente la risposta dei tessuti molli e duri in pazienti con malocclusione di III classe scheletrica, sottoposti a chirurgia ortognatica bimascellare, ed individuare i più attendibili punti cefalometrici dei tessuti duri nel predire il cambiamento dei tessuti molli. MATERIALI E METODI Sono stati considerati 21 pazienti con malocclusione di III classe scheletrica, 8 uomini e 13 donne, di età compresa tra i 18 e 35 anni, trattati mediante chirurgia ortognatica bimascellare, con una osteotomia Le Fort I di avanzamento mascellare e un’osteotomia di arretramento mandibolare (5 verticali e 16 sagittali). Sono stati considerati 24 punti di riferimento dento-scheletrici e 13 dei tessuti molli. E’ stata in seguito misurata la distanza lineare da ogni punto di riferimento prechirurgico e postchirurgico ad una linea di riferimento orizzontale (HRL) e ad una verticale (VRL). La HRL è costruita disegnando una linea che passa attraverso il nasion inclinato di 10° rispetto alla linea SN. La VRL è costruita disegnando la perpendicolare della linea di riferimento orizzontale partendo dalla sella (S). RISULTATI Gli Autori hanno evidenziato un’importante correlazione tra tutti i punti di riferimento cefalometrici sul piano sagittale in corrispondenza del labbro inferiore e del mento, mentre solamente tra Superior Labial Sulcus (SLS) e punto A a livello del labbro superiore. Sul piano verticale si è mostrata una ancor più forte correlazione a carico del labbro inferiore e del mento. Inoltre alla base del naso e del labbro superiore la correlazione è stata minima. DISCUSSIONE La chirurgia ortognatica si occupa prioritariamente del terzo medio ed inferiore del viso dal punto di vista estetico. Qualora il trattamento chirurgico abbia interessato entrambi i mascellari, si assiste ai cambiamenti estetici più consistenti, al punto che i risultati di poche altre procedure chirurgiche, effettuabili a livello della testa e del collo, sono comparabili a quelli della chirurgia ortognatica. E’ possibile sostanzialmente apportare modifiche del terzo medio facciale che comprendono cambiamenti del contorno delle guance, della larghezza e della lunghezza del naso, dell’elevazione della punta del naso, e della posizione del labbro superiore. A livello del terzo inferiore le modificazioni riguardano la posizione del labbro inferiore, le proporzioni facciali e l’estetica del collo. A questo punto bisogna valutare queste aree critiche nel piano di trattamento. lo studio del viso deve comprendere una valutazione clinica e un’analisi dei tessuti molli attraverso i dati della cefalometria. Dopo aver effettuato tali valutazioni, si può eseguire l’analisi per comprendere le sfumature più profonde collegate allo spostamento delle basi ossee. L’esame clinico inizia dall’osservazione del profilo. CONCLUSIONI Lo scopo è di fornire più dati possibili all’ortodontista al fine di formulare il più efficace piano di trattamento. La relazione tra la chirurgia dei tessuti duri e l’effetto che ha sui tessuti molli è estremamente importante nella predizione del risultato del profilo facciale finale. L’attuale esplosione della tecnologia dei computer ha senza dubbio coinvolto anche la medicina e la chirurgia e, nell’ambito ortognatodontico, la diagnostica computerizzata è divenuta pratica di routine relativamente al trattamento ortodontico e alla pianificazione chirurgica dei casi clinici. Il requisito fondamentale è poter disporre di un programma semplice che sia in grado di correlare gli spostamenti dentari e ossei ai tracciati cefalometrici, fornendo una soddisfacente immagine clinica di previsione. Ricorrendo a tale supporto si ottengono i seguenti risultati: - Fare comprendere al clinico le problematiche dell’estetica facciale; - Rapportare i tracciati cefalometrici con le immagini di previsione del viso, fornendo così la possibilità di stabilire un migliore programma di intervento chirurgico sulle basi ossee; - Dare maggiore consapevolezza al paziente del tipo di trattamento, ottenendo così una sua maggiore collaborazione; - Migliorare la comunicazione tra medico e paziente.
ott-2004
Settore MEDS-16/A - Malattie odontostomatologiche
Previsione videocefalometrica dei cambiamenti estetici del viso in chirurgia ortognatica e psiche / U. Garagiola, V. Ghiglione. ((Intervento presentato al convegno 6° Congresso Nazionale di Medicina Estetica : 8-10 ottobre tenutosi a Milano nel 2004.
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