SCOPO DEL LAVORO Con il presente studio gli autori hanno valutato il differente protocollo terapeutico nella correzione delle malocclusioni di III classe scheletrica con ridotta dimensione verticale (deep-bite) rispetto alla pianificazione terapeutica delle disgnazie caratterizzate da aumentata dimensione verticale (open-bite) in fase dinamica di crescita e a fine crescita. Intercettando precocemente le malocclusioni di tendenza e valutando l’aspetto elettrokinesiografico nel bambino possiamo evitare terapie di compromesso future, e quindi recidive, danni iatrogeni, problemi disfunzionali ed interventi chirurgici avanzati. MATERIALI E METODI Il nostro campione studiato era composto da due gruppi sperimentali: il primo gruppo era composto da 28 pazienti affetti da malocclusione di III classe scheletrica deep-bite di cui 19 di età compresa tra i 5 ed i 15 anni, 10 maschi e 9 femmine, in fase attiva di crescita, trattati solo mediante ortodonzia intercettiva, ortopedia funzionale e ortodonzia fissa, 9 pazienti a fine crescita sottoposti a chirurgia ortognatica; il secondo gruppo includeva 29 pazienti con malocclusione di III classe scheletrica open-bite, di cui 10 di età compresa tra i 6 e i 14 anni, 6 maschi e 4 femmine, in fase dinamica di crescita trattati solo ortodonticamente e ortopedicamente, 19 pazienti a fine crescita di età compresa tra i 18 e i 35 anni, 9 maschi e 10 femmine, sono stati sottoposti a trattamento combinato ortodontico-chirurgico. RISULTATI Nel gruppo dei pazienti deep-bite si è osservato un ottimo e stabile risultato finale dal punto di vista dentale, scheletrico e anche neuromuscolare evidenziato con l’indagine elettromiografica e kinesiografica. L’estetica e la funzione sono quindi state migliorate e corrette sia ortodonticamente che chirurgicamente ottimizzando il risultato a lungo termine. Nel secondo gruppo open-bite alla fine della terapia ortodontica-chirurgica è stato evidenziato un ottimo risultato dal punto di vista estetico, dentale, scheletrico, soprattutto neuromuscolare, e quindi funzionale. Nei pazienti curati senza intervento chirurgico gli obiettivi della problematica correttiva in fase dinamica sono stati: stimolare la crescita del mascellare superiore, contrastare la crescita della mandibola, correggere la direzionalità vettoriale di crescita da post-rotazione in ante rotazione. Nella maggior parte dei casi si è riusciti ad ottenere un miglioramento dei rapporti occlusali a livello dento-alveolare, senza tuttavia correggere in ugual misura la base scheletrica soprattutto sul piano verticale. Le conseguenze sono state: tendenza alla recidiva, disturbi funzionali, artropatie. DISCUSSIONE Le terze classi scheletriche deep-bite sono disgnazie caratterizzate dall’inversione delle basi ossee mascellari e dalla diminuzione della dimensione verticale scheletrica anteriore. Il trattamento, in corso di evoluzione dinamica della crescita, deve comportare la correzione dell’inversione mascellare e del deep-bite scheletrico. Una volta effettuata la correzione ortopedica della disgnazia, il trattamento ortodontico renderà possibile il ristabilimento morfo-funzionale della componente dentaria in armonia con la muscolatura e la nuova posizione spaziale delle ossa mascellari. Una volta esaurita la crescita, la correzione spaziale delle basi ossee si può effettuare solo ricorrendo alla chirurgia ortognatodontica. Le III classi scheletriche open-bite sono caratterizzate dall’aumento della dimensione verticale scheletrica anteriore e dalla crescita in post-rotazione della mandibola. il trattamento correttivo, in fase dinamica di crescita, deve avere come obiettivi: lo stimolo del mascellare superiore, il controllo della crescita mandibolare ed il cambiamento della direzionalità vettoriale di crescita in ante-rotazione. L’utilizzo della trazione postero-anteriore risponde solo in parte agli scopi sopra enunciati. La sua azione è favorevole a livello di entrambi i mascellari, ma sfavorevole per la correzione della dimensione verticale. L’azione della maschera di Delaire infatti, ostacolando la crescita verso l’avanti della mandibola, non permette di correggere l’open-bite scheletrico per mancato avanzamento del fulcro rotatorio gnatico. Quindi, il risultato finale è soddisfacente per la III classe scheletrica, ma negativo per l’open-bite scheletrico. I risultati ottenuti hanno confermato che solo l’intervento chirurgico può correggere completamente la dimensione verticale scheletrica aumentata. CONCLUSIONI Da quanto esposto è possibile concludere che il controllo della dimensione verticale è uno degli obiettivi fondamentali sia dell’ortodontista durante il trattamento ortopedico dei pazienti in fase di crescita e nel corso della preparazione pre-chirurgica delle arcate dentali, sia del chirurgo maxillo facciale in fase di progettazione dell’intervento. Il risultato finale di ogni trattamento ortognatodontico deve comportare il ripristino delle basi ossee con la componente dentaria e il complesso neuromuscolare con particolare riguardo alla dimensione verticale scheletrica.
Terze classi scheletriche con dimensione verticale alterata : ortodonzia intercettiva o chirurgia ortognatica / U. Garagiola, V. Ghiglione, F. Santoro. ((Intervento presentato al 18. convegno Convegno Nazionale SIDO : 11-14 maggio tenutosi a Rimini nel 2005.
Terze classi scheletriche con dimensione verticale alterata : ortodonzia intercettiva o chirurgia ortognatica
U. Garagiola;F. Santoro
2005
Abstract
SCOPO DEL LAVORO Con il presente studio gli autori hanno valutato il differente protocollo terapeutico nella correzione delle malocclusioni di III classe scheletrica con ridotta dimensione verticale (deep-bite) rispetto alla pianificazione terapeutica delle disgnazie caratterizzate da aumentata dimensione verticale (open-bite) in fase dinamica di crescita e a fine crescita. Intercettando precocemente le malocclusioni di tendenza e valutando l’aspetto elettrokinesiografico nel bambino possiamo evitare terapie di compromesso future, e quindi recidive, danni iatrogeni, problemi disfunzionali ed interventi chirurgici avanzati. MATERIALI E METODI Il nostro campione studiato era composto da due gruppi sperimentali: il primo gruppo era composto da 28 pazienti affetti da malocclusione di III classe scheletrica deep-bite di cui 19 di età compresa tra i 5 ed i 15 anni, 10 maschi e 9 femmine, in fase attiva di crescita, trattati solo mediante ortodonzia intercettiva, ortopedia funzionale e ortodonzia fissa, 9 pazienti a fine crescita sottoposti a chirurgia ortognatica; il secondo gruppo includeva 29 pazienti con malocclusione di III classe scheletrica open-bite, di cui 10 di età compresa tra i 6 e i 14 anni, 6 maschi e 4 femmine, in fase dinamica di crescita trattati solo ortodonticamente e ortopedicamente, 19 pazienti a fine crescita di età compresa tra i 18 e i 35 anni, 9 maschi e 10 femmine, sono stati sottoposti a trattamento combinato ortodontico-chirurgico. RISULTATI Nel gruppo dei pazienti deep-bite si è osservato un ottimo e stabile risultato finale dal punto di vista dentale, scheletrico e anche neuromuscolare evidenziato con l’indagine elettromiografica e kinesiografica. L’estetica e la funzione sono quindi state migliorate e corrette sia ortodonticamente che chirurgicamente ottimizzando il risultato a lungo termine. Nel secondo gruppo open-bite alla fine della terapia ortodontica-chirurgica è stato evidenziato un ottimo risultato dal punto di vista estetico, dentale, scheletrico, soprattutto neuromuscolare, e quindi funzionale. Nei pazienti curati senza intervento chirurgico gli obiettivi della problematica correttiva in fase dinamica sono stati: stimolare la crescita del mascellare superiore, contrastare la crescita della mandibola, correggere la direzionalità vettoriale di crescita da post-rotazione in ante rotazione. Nella maggior parte dei casi si è riusciti ad ottenere un miglioramento dei rapporti occlusali a livello dento-alveolare, senza tuttavia correggere in ugual misura la base scheletrica soprattutto sul piano verticale. Le conseguenze sono state: tendenza alla recidiva, disturbi funzionali, artropatie. DISCUSSIONE Le terze classi scheletriche deep-bite sono disgnazie caratterizzate dall’inversione delle basi ossee mascellari e dalla diminuzione della dimensione verticale scheletrica anteriore. Il trattamento, in corso di evoluzione dinamica della crescita, deve comportare la correzione dell’inversione mascellare e del deep-bite scheletrico. Una volta effettuata la correzione ortopedica della disgnazia, il trattamento ortodontico renderà possibile il ristabilimento morfo-funzionale della componente dentaria in armonia con la muscolatura e la nuova posizione spaziale delle ossa mascellari. Una volta esaurita la crescita, la correzione spaziale delle basi ossee si può effettuare solo ricorrendo alla chirurgia ortognatodontica. Le III classi scheletriche open-bite sono caratterizzate dall’aumento della dimensione verticale scheletrica anteriore e dalla crescita in post-rotazione della mandibola. il trattamento correttivo, in fase dinamica di crescita, deve avere come obiettivi: lo stimolo del mascellare superiore, il controllo della crescita mandibolare ed il cambiamento della direzionalità vettoriale di crescita in ante-rotazione. L’utilizzo della trazione postero-anteriore risponde solo in parte agli scopi sopra enunciati. La sua azione è favorevole a livello di entrambi i mascellari, ma sfavorevole per la correzione della dimensione verticale. L’azione della maschera di Delaire infatti, ostacolando la crescita verso l’avanti della mandibola, non permette di correggere l’open-bite scheletrico per mancato avanzamento del fulcro rotatorio gnatico. Quindi, il risultato finale è soddisfacente per la III classe scheletrica, ma negativo per l’open-bite scheletrico. I risultati ottenuti hanno confermato che solo l’intervento chirurgico può correggere completamente la dimensione verticale scheletrica aumentata. CONCLUSIONI Da quanto esposto è possibile concludere che il controllo della dimensione verticale è uno degli obiettivi fondamentali sia dell’ortodontista durante il trattamento ortopedico dei pazienti in fase di crescita e nel corso della preparazione pre-chirurgica delle arcate dentali, sia del chirurgo maxillo facciale in fase di progettazione dell’intervento. Il risultato finale di ogni trattamento ortognatodontico deve comportare il ripristino delle basi ossee con la componente dentaria e il complesso neuromuscolare con particolare riguardo alla dimensione verticale scheletrica.Pubblicazioni consigliate
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