Nel contributo, ci si domanda se l’emersione dei nuovi “soggetti” e “spazi” virtuali di lavoro, quali il Metaverso, venga a incidere sull’ormai acquisita centralità della persona quale destinatario delle tutele lavoristiche. Partendo dal presupposto che “labor is not a commodity”, ci si chiederà in particolare se l’Avatar sia (o, meglio, debba divenire) a sua volta un soggetto di diritto, piuttosto che, come si riterrà preferibile, un vestito digitale, sul quale potrebbero viceversa fondarsi alcune pretese del lavoratore dal primo rappresentato all’interno dello spazio virtuale. In tal senso, scartata l’idea di un corredo di diritti e di un’au- tonoma responsabilità in capo all’Avatar, sarà interessante affrontare le due questioni relative al diritto sull’Avatar, ovvero sul look ideato dal lavoratore per il proprio gemello virtuale, e all’Avatar, ossia all’immagine o alla proiezione, se non proprio all’identità, del lavoratore nel Metaverso (anche, se non soprattutto, a valle della cessazione del rapporto di lavoro “principale”, in realtà unico). In chiusura, si avrà modo di insistere sull’imperativo di ripensare l’articolazione delle garanzie lavoristiche rispetto a una prestazione resa, almeno in parte, nella dimensione virtuale, mantenendo però pur sempre nella persona in carne e ossa il fulcro della regolazione protettiva.

Lavoro e soggettività al tempo degli Avatar / M. Biasi (QUADERNI DI BIBLIOTECA DELLA LIBERTÀ). - In: Lavoro e soggettività / [a cura di] Gruppo TO-MI Innovazione e lavoro. - Torino : Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, 2024. - ISBN 978-88-94960-26-6. - pp. 113-132

Lavoro e soggettività al tempo degli Avatar

M. Biasi
2024

Abstract

Nel contributo, ci si domanda se l’emersione dei nuovi “soggetti” e “spazi” virtuali di lavoro, quali il Metaverso, venga a incidere sull’ormai acquisita centralità della persona quale destinatario delle tutele lavoristiche. Partendo dal presupposto che “labor is not a commodity”, ci si chiederà in particolare se l’Avatar sia (o, meglio, debba divenire) a sua volta un soggetto di diritto, piuttosto che, come si riterrà preferibile, un vestito digitale, sul quale potrebbero viceversa fondarsi alcune pretese del lavoratore dal primo rappresentato all’interno dello spazio virtuale. In tal senso, scartata l’idea di un corredo di diritti e di un’au- tonoma responsabilità in capo all’Avatar, sarà interessante affrontare le due questioni relative al diritto sull’Avatar, ovvero sul look ideato dal lavoratore per il proprio gemello virtuale, e all’Avatar, ossia all’immagine o alla proiezione, se non proprio all’identità, del lavoratore nel Metaverso (anche, se non soprattutto, a valle della cessazione del rapporto di lavoro “principale”, in realtà unico). In chiusura, si avrà modo di insistere sull’imperativo di ripensare l’articolazione delle garanzie lavoristiche rispetto a una prestazione resa, almeno in parte, nella dimensione virtuale, mantenendo però pur sempre nella persona in carne e ossa il fulcro della regolazione protettiva.
Settore IUS/07 - Diritto del Lavoro
2024
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