Con il test da sforzo cardiopolmonare misuriamo il consumo d'ossigeno alla bocca che rappresenta il consumo cellulare ma in mezzo ci sono molte ruote ed ingranaggi qui rappresentati; quindi quando misuriamo una riduzione del consumo d’ossigeno la causa può essere uno qualsiasi di queste componenti. Le misure emodinamiche non invasive si’nseriscono in questo contesto. La misura diretta della gettata cardiaca sotto sforzo ci permette di ricondurre a un problema cardiaco quale eziologia del deficit funzionale. Volendo estremamente schematizzare il principio di Fick, se oltre VO2 misuriamo direttamente la gettata cardiaca calcoliamo la differenze artero-venosa dividiamo il consumo d’ossigeno in centro e periferia. Questo ci permette di ottenere una prima informazione cruciale da un punto di vista diagnostico e quindi terapeutico. Ci permette cioè di identificare la causa della limitazione funzionale. E misuriamo anche la frequenza cardiaca per cui calcoliamo la gettata sistolica sviscerando ulteriormente il problema cardiaco mentre per il fattore differenza artero-veonsa se conosciamo il valori di hb possiamo calcolare precisamente al ml quanta parte del deficit funzionale dipende dall’anemia. Possiamo quindi esattamente misurare in ogni malato quanto è il deficit di consumo d’ossigeno legato allo stato anemico e che spesso non è trascurabile. E quindi capiamo perché misurare la gettata cardiaca durante esercizio perché risciamo a guardare dentro il vo2 di picco e dentro la disfunzione sistolica scoprendo una limitazione cardiogenica…o un ruolo cruciale di uno stato anemico.
Come, quando e perché : CPET + emodinamica non invasiva / G. Cattadori. ((Intervento presentato al 84. convegno Congresso Nazionale Società Italiana di Cardiologia tenutosi a Roma nel 2023.
Come, quando e perché : CPET + emodinamica non invasiva
G. Cattadori
2023
Abstract
Con il test da sforzo cardiopolmonare misuriamo il consumo d'ossigeno alla bocca che rappresenta il consumo cellulare ma in mezzo ci sono molte ruote ed ingranaggi qui rappresentati; quindi quando misuriamo una riduzione del consumo d’ossigeno la causa può essere uno qualsiasi di queste componenti. Le misure emodinamiche non invasive si’nseriscono in questo contesto. La misura diretta della gettata cardiaca sotto sforzo ci permette di ricondurre a un problema cardiaco quale eziologia del deficit funzionale. Volendo estremamente schematizzare il principio di Fick, se oltre VO2 misuriamo direttamente la gettata cardiaca calcoliamo la differenze artero-venosa dividiamo il consumo d’ossigeno in centro e periferia. Questo ci permette di ottenere una prima informazione cruciale da un punto di vista diagnostico e quindi terapeutico. Ci permette cioè di identificare la causa della limitazione funzionale. E misuriamo anche la frequenza cardiaca per cui calcoliamo la gettata sistolica sviscerando ulteriormente il problema cardiaco mentre per il fattore differenza artero-veonsa se conosciamo il valori di hb possiamo calcolare precisamente al ml quanta parte del deficit funzionale dipende dall’anemia. Possiamo quindi esattamente misurare in ogni malato quanto è il deficit di consumo d’ossigeno legato allo stato anemico e che spesso non è trascurabile. E quindi capiamo perché misurare la gettata cardiaca durante esercizio perché risciamo a guardare dentro il vo2 di picco e dentro la disfunzione sistolica scoprendo una limitazione cardiogenica…o un ruolo cruciale di uno stato anemico.File | Dimensione | Formato | |
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