Introduzione: In ambito forense grande rilevanza è svolta dalle analisi tossicologiche post-mortem su campioni biologici al fine di identificare la causa del decesso. Il fegato è una tra le matrici solide più ampiamente utilizzate a tal scopo. Diversi studi hanno confrontato la concentrazione di farmaci nel fegato e in altri organi, evidenziando come il tessuto epatico tenda a mostrare concentrazioni più elevate, in virtù del fenomeno della Ridistribuzione post-mortem dei farmaci (PMR). Tuttavia, a oggi, in letteratura vi è ancora una considerevole carenza di conoscenze in merito alla differente distribuzione delle sostanze xenobiotiche nelle differenti aree epatiche. In questo scenario complessivo, dunque, è stato condotto uno studio sperimentale volto a indagare il pattern di distribuzione di sostanze oppioidi negli otto differenti segmenti epatici. L’obiettivo ultimo è stato quello di verificare se vi fossero aree preferenziali di deposizione delle sostanze indagate, tali da poter far emergere possibili implicazioni sulla pratica quotidiana forense. Materiali e metodi: sono stati selezionati 31 cadaveri sottoposti ad autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano, dal fegato di ciascuno dei quali è stato prelevato un campione per ogni segmento epatico secondo la classificazione di Couinaud. Si trattava di soggetti per i quali le informazioni anamnestiche avevano evidenziato una assunzione di farmaci oppioidi. Per l'estrazione dei campioni sono state impiegate tecniche di Estrazione in Fase Solida (SPE). La successiva analisi è stata condotta mediante tecnica di cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa. Infine, è stata esaminata la concentrazione in ciascun campione dei seguenti oppioidi naturali e sintetici: morfina, 6-acetilmorfina (6-MAM), codeina, fentanyl, metadone e il suo metabolita inattivo 2-etilidene-1,5-dimetil-3,3-difenilpirrolidina (EDDP). Risultati: I risultati hanno mostrato come ciascun analita segua una specifica tendenza di distribuzione; in particolare, i segmenti (s.) in cui più frequentemente si è riscontrata la concentrazione maggiore (max) e la concentrazione minore (min) per ognuno dei farmaci sono stati i seguenti: morfina, max s. V (80% dei casi) – min s. I (50% dei casi); 6-MAM, max s. IV (57%) – min s. VIII (71%); codeina, max s. V (100%) – min s. VIII (83%); fentanyl, max s. VI (80%) – min s. I (100%); metadone, max s. V (100%) – min ss. II-III (89%); EDPP, max s. V (89%) – min ss. I-II (67%). Discussione: I risultati ottenuti suggeriscono che la differente concentrazione dei composti nel parenchima epatico potrebbe dipendere intrinsecamente dalla struttura molecolare dell'analita, piuttosto che dalla classe di appartenenza del farmaco o dalle variabilità interpersonali, mettendo in luce la complessità del comportamento post-mortem dei farmaci e sollevando questioni importanti circa le pratiche attuali di campionamento per le analisi tossicologiche. In virtù di questi risultati, sembrerebbe delinearsi la necessità di introdurre un approccio standardizzato di campionamento del fegato al fine di ridurre l'incertezza legata alle variazioni di distribuzione inter-segmentaria e di migliorare l’attendibilità delle interpretazioni tossicologiche. In particolare, una possibile strategia procedurale potrebbe consistere nel campionamento di frammenti da ciascun segmento epatico e successiva estrazione da una loro omogeneizzazione.

Distribuzione degli oppioidi nel fegato umano: valutazione delle differenze di concentrazione negli otto segmenti epatici e considerazioni a fini forensi. Studio pilota post-mortem / S. Restucci, S. Martinelli, G. Giordano, M. Boracchi, S. Tambuzzi, A. Battistini, R. Zoja. ((Intervento presentato al 46. convegno Congresso Nazionale SIMLA (Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) tenutosi a Catania nel 2024.

Distribuzione degli oppioidi nel fegato umano: valutazione delle differenze di concentrazione negli otto segmenti epatici e considerazioni a fini forensi. Studio pilota post-mortem

S. Restucci;S. Martinelli;G. Giordano;S. Tambuzzi;A. Battistini;R. Zoja
2024

Abstract

Introduzione: In ambito forense grande rilevanza è svolta dalle analisi tossicologiche post-mortem su campioni biologici al fine di identificare la causa del decesso. Il fegato è una tra le matrici solide più ampiamente utilizzate a tal scopo. Diversi studi hanno confrontato la concentrazione di farmaci nel fegato e in altri organi, evidenziando come il tessuto epatico tenda a mostrare concentrazioni più elevate, in virtù del fenomeno della Ridistribuzione post-mortem dei farmaci (PMR). Tuttavia, a oggi, in letteratura vi è ancora una considerevole carenza di conoscenze in merito alla differente distribuzione delle sostanze xenobiotiche nelle differenti aree epatiche. In questo scenario complessivo, dunque, è stato condotto uno studio sperimentale volto a indagare il pattern di distribuzione di sostanze oppioidi negli otto differenti segmenti epatici. L’obiettivo ultimo è stato quello di verificare se vi fossero aree preferenziali di deposizione delle sostanze indagate, tali da poter far emergere possibili implicazioni sulla pratica quotidiana forense. Materiali e metodi: sono stati selezionati 31 cadaveri sottoposti ad autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano, dal fegato di ciascuno dei quali è stato prelevato un campione per ogni segmento epatico secondo la classificazione di Couinaud. Si trattava di soggetti per i quali le informazioni anamnestiche avevano evidenziato una assunzione di farmaci oppioidi. Per l'estrazione dei campioni sono state impiegate tecniche di Estrazione in Fase Solida (SPE). La successiva analisi è stata condotta mediante tecnica di cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa. Infine, è stata esaminata la concentrazione in ciascun campione dei seguenti oppioidi naturali e sintetici: morfina, 6-acetilmorfina (6-MAM), codeina, fentanyl, metadone e il suo metabolita inattivo 2-etilidene-1,5-dimetil-3,3-difenilpirrolidina (EDDP). Risultati: I risultati hanno mostrato come ciascun analita segua una specifica tendenza di distribuzione; in particolare, i segmenti (s.) in cui più frequentemente si è riscontrata la concentrazione maggiore (max) e la concentrazione minore (min) per ognuno dei farmaci sono stati i seguenti: morfina, max s. V (80% dei casi) – min s. I (50% dei casi); 6-MAM, max s. IV (57%) – min s. VIII (71%); codeina, max s. V (100%) – min s. VIII (83%); fentanyl, max s. VI (80%) – min s. I (100%); metadone, max s. V (100%) – min ss. II-III (89%); EDPP, max s. V (89%) – min ss. I-II (67%). Discussione: I risultati ottenuti suggeriscono che la differente concentrazione dei composti nel parenchima epatico potrebbe dipendere intrinsecamente dalla struttura molecolare dell'analita, piuttosto che dalla classe di appartenenza del farmaco o dalle variabilità interpersonali, mettendo in luce la complessità del comportamento post-mortem dei farmaci e sollevando questioni importanti circa le pratiche attuali di campionamento per le analisi tossicologiche. In virtù di questi risultati, sembrerebbe delinearsi la necessità di introdurre un approccio standardizzato di campionamento del fegato al fine di ridurre l'incertezza legata alle variazioni di distribuzione inter-segmentaria e di migliorare l’attendibilità delle interpretazioni tossicologiche. In particolare, una possibile strategia procedurale potrebbe consistere nel campionamento di frammenti da ciascun segmento epatico e successiva estrazione da una loro omogeneizzazione.
2024
Settore MED/43 - Medicina Legale
https://www.simlaweb.it/iscrizione-congresso-simla-2024/
Distribuzione degli oppioidi nel fegato umano: valutazione delle differenze di concentrazione negli otto segmenti epatici e considerazioni a fini forensi. Studio pilota post-mortem / S. Restucci, S. Martinelli, G. Giordano, M. Boracchi, S. Tambuzzi, A. Battistini, R. Zoja. ((Intervento presentato al 46. convegno Congresso Nazionale SIMLA (Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) tenutosi a Catania nel 2024.
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