Spesso gli studiosi – e in modo particolare, noi che ci occupiamo dell’età contemporanea, a seguito della diffusione capillare e planetaria, iniziata nel XVIII secolo, della burocrazia e della registrazione archivistica di ogni fenomeno sociale e relazionale – accusano di fronte alla massa dei documenti disponibili dei sintomi simili a quelli della labirintite. È una sorta di senso di vertigine che nasce dalla mole di documentazione esistente e rischia di trasformarci da titolari di una legittima visione storica e critica a semplici cronisti o impiegati di terza classe gogoliani o kafkiani: passacarte delle scienze del patrimonio e degli studi umanistici in generale. Il terreno delle fonti d’archivio, difatti, può essere un solido appoggio per gli studi, ma anche un sostrato magmatico e paludoso, che ne compromette equilibrio e le possibilità di avanzamento, inducendo, proprio a causa dell’iniziale mancanza di riferimenti gerarchici e della vastità a tratti sterminata del suo orizzonte, a una sorta di vertigine del tutto, ben esemplificata in immagini nel film Kafka (nella versione italiana Delitti e Segreti) di Steven Soderbergh del 1991. Tale sensazione consiste nel «rimpianto di non essere tutto» (come scriveva Merleau Ponty nel 19601), di non comprendere tutto, di non aver studiato, catalogato e definito tutto.
La vertigine del tutto : Molteplicità,̀ intrecci e corrispondenze dei materiali d’archivio / G. Zanchetti - In: Archivi del contemporaneo / [a cura di] E. Zanella, M. Faccini. - [s.l] : Nomos, 2024. - ISBN 9791259581969. - pp. 167-175 (( convegno Nove giornate di studio del Corso di Alta Formazione per gli Archivi del Contemporaneo tenutosi a Gallarate nel 2021.
La vertigine del tutto : Molteplicità,̀ intrecci e corrispondenze dei materiali d’archivio
G. Zanchetti
2024
Abstract
Spesso gli studiosi – e in modo particolare, noi che ci occupiamo dell’età contemporanea, a seguito della diffusione capillare e planetaria, iniziata nel XVIII secolo, della burocrazia e della registrazione archivistica di ogni fenomeno sociale e relazionale – accusano di fronte alla massa dei documenti disponibili dei sintomi simili a quelli della labirintite. È una sorta di senso di vertigine che nasce dalla mole di documentazione esistente e rischia di trasformarci da titolari di una legittima visione storica e critica a semplici cronisti o impiegati di terza classe gogoliani o kafkiani: passacarte delle scienze del patrimonio e degli studi umanistici in generale. Il terreno delle fonti d’archivio, difatti, può essere un solido appoggio per gli studi, ma anche un sostrato magmatico e paludoso, che ne compromette equilibrio e le possibilità di avanzamento, inducendo, proprio a causa dell’iniziale mancanza di riferimenti gerarchici e della vastità a tratti sterminata del suo orizzonte, a una sorta di vertigine del tutto, ben esemplificata in immagini nel film Kafka (nella versione italiana Delitti e Segreti) di Steven Soderbergh del 1991. Tale sensazione consiste nel «rimpianto di non essere tutto» (come scriveva Merleau Ponty nel 19601), di non comprendere tutto, di non aver studiato, catalogato e definito tutto.| File | Dimensione | Formato | |
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