The thesis aims to investigate the impact of European and domestic regulations on ESG matters on the management of large joint-stock corporations to verify whether and to what extent the sustainability principle plays a role in the corporate governance. In recent years, sustainability has been increasingly associated with corporations – see, for example, the sustainability reporting or the so-called CSDD, which is now in its final stages of approval – which more frequently find themselves facing new challenges introduced by the legislature, the market, and consumers’ attention to ESG factors. In this renewed context, it seems that there is a gradual expansion of the interests that corporations have to address and, as a consequence, a revision of the role assigned to profit and its pursuit. The theme, although with some differences, has already been studied since the early twentieth century, when many Authors questioned the possibility of identifying a role for the corporation not only to pursue profit, but also to fulfil certain public functions capable of making business activity socially useful. Despite the dominance of profit maximization as the sole driver of corporate management, the issue has never subsided since then and, going through different stages such as the so-called CSR theory, it has reached recent times, when it received specific attention from the European Union. Due to the renewed interest in the subject, we first investigate the purpose of the company and, thus, the margin of discretion that can be granted to directors in environmental and social matters. In particular, an attempt is made to demonstrate that directors, in the exercise of their functions, can make decisions that pursue environmental and social interests even at the cost of a lower profit. Although profit must remain the ultimate horizon of company management, it does not necessarily have to inform every directors’ decision. Subsequently, we change the perspective and we focus on the company’s interest as a tool to verify the validity of directors’ decisions. The new duties in environmental and social matters that directors are required to respect in the pursuit of the maximum profit are analysed. Having identified a core set of sustainability duties, consisting of organisational, informational and evaluative burdens, the implications in terms of directors’ responsibility are examined, suggesting the adoption of a sustainable business judgement rule – that takes into account the demonstrated managerial relevance of sustainability – for the evaluation of their conduct.

La tesi si propone di indagare l’impatto della normativa europea e domestica in materia di ESG sulla gestione della grande impresa azionaria al fine di verificare se e quale rilevanza gestoria possa attribuirsi al principio di sostenibilità. In effetti, negli ultimi anni la sostenibilità è stata associata con sempre maggiore insistenza alla società per azioni – si pensi, ad esempio, alla rendicontazione di sostenibilità o alla c.d. CSDD, ormai in fase di approvazione finale – che si trova sempre più di frequente a doversi confrontare con le nuove sfide introdotte dall’attenzione per i fattori ESG da parte del legislatore, del mercato e dei consumatori. In questo rinnovato contesto, pare dunque assistersi ad un progressivo ampliamento degli interessi cui l’impresa è chiamata a rispondere e alla conseguente revisione del ruolo da attribuirsi al profitto e al suo perseguimento. Il tema, sebbene con alcune differenze, è già stato oggetto di studio sin dall’inizio del Novecento, quando ci si è interrogati in merito alla possibilità di identificare una vocazione dell’impresa non solo a perseguire il profitto, ma anche ad assolvere alcune funzioni di tipo pubblicistico in grado di rendere l’attività di impresa socialmente utile. Nonostante sia prevalsa la massimizzazione del profitto come unico driver della gestione della società, la questione non si è mai sopita da allora e, percorrendo tappe come la teoria della c.d. CSR, è giunta fino ai tempi più recenti, quando è stata fatta oggetto di specifica attenzione da parte dell’Unione Europea. Ebbene, in ragione del nuovo interesse al tema, si indaga anzitutto lo scopo della società e, dunque, il margine di discrezionalità che è possibile garantire agli amministratori in materia ambientale e sociale. In particolare, si tenta di dimostrare che gli amministratori, nell’esercizio delle proprie funzioni, possono prendere decisioni che perseguono interessi di tipo ambientale e sociale anche se a costo di un minor profitto che, seppur dovrà rimanere l’orizzonte ultimo della gestione sociale, non deve necessariamente informare ogni decisione degli amministratori. Successivamente, si cambia angolo di visuale e, focalizzandosi sull’interesse della società inteso come strumento per verificare la validità delle decisioni degli amministratori, si analizzano i – nuovi – doveri in materia ambientale e sociale che gli amministratori sono tenuti a rispettare nel perseguimento del massimo lucro legittimamente estraibile. Identificato un primo nucleo di doveri di sostenibilità, consistenti pressoché in oneri organizzativi, informativi e valutativi, si analizzano i risvolti in termini di responsabilità degli amministratori ipotizzando, nella valutazione della condotta dei gestori, l’utilizzo di una sustainable business judgement rule che tenga conto anche della dimostrata rilevanza gestoria della sostenibilità.

LA GOVERNANCE SOSTENIBILE DELLA GRANDE IMPRESA AZIONARIA: TRA FACOLTÀ E OBBLIGHI PER GLI AMMINISTRATORI / J. Finco ; tutor: M. Cian ; referente del curriculum: M. Rescigno ; coordinatore: G. Ludovico. Dipartimento di Diritto Privato e Storia del Diritto, 2024 Jun 11. 36. ciclo, Anno Accademico 2022/2023.

LA GOVERNANCE SOSTENIBILE DELLA GRANDE IMPRESA AZIONARIA: TRA FACOLTÀ E OBBLIGHI PER GLI AMMINISTRATORI

J. Finco
2024

Abstract

The thesis aims to investigate the impact of European and domestic regulations on ESG matters on the management of large joint-stock corporations to verify whether and to what extent the sustainability principle plays a role in the corporate governance. In recent years, sustainability has been increasingly associated with corporations – see, for example, the sustainability reporting or the so-called CSDD, which is now in its final stages of approval – which more frequently find themselves facing new challenges introduced by the legislature, the market, and consumers’ attention to ESG factors. In this renewed context, it seems that there is a gradual expansion of the interests that corporations have to address and, as a consequence, a revision of the role assigned to profit and its pursuit. The theme, although with some differences, has already been studied since the early twentieth century, when many Authors questioned the possibility of identifying a role for the corporation not only to pursue profit, but also to fulfil certain public functions capable of making business activity socially useful. Despite the dominance of profit maximization as the sole driver of corporate management, the issue has never subsided since then and, going through different stages such as the so-called CSR theory, it has reached recent times, when it received specific attention from the European Union. Due to the renewed interest in the subject, we first investigate the purpose of the company and, thus, the margin of discretion that can be granted to directors in environmental and social matters. In particular, an attempt is made to demonstrate that directors, in the exercise of their functions, can make decisions that pursue environmental and social interests even at the cost of a lower profit. Although profit must remain the ultimate horizon of company management, it does not necessarily have to inform every directors’ decision. Subsequently, we change the perspective and we focus on the company’s interest as a tool to verify the validity of directors’ decisions. The new duties in environmental and social matters that directors are required to respect in the pursuit of the maximum profit are analysed. Having identified a core set of sustainability duties, consisting of organisational, informational and evaluative burdens, the implications in terms of directors’ responsibility are examined, suggesting the adoption of a sustainable business judgement rule – that takes into account the demonstrated managerial relevance of sustainability – for the evaluation of their conduct.
11-giu-2024
La tesi si propone di indagare l’impatto della normativa europea e domestica in materia di ESG sulla gestione della grande impresa azionaria al fine di verificare se e quale rilevanza gestoria possa attribuirsi al principio di sostenibilità. In effetti, negli ultimi anni la sostenibilità è stata associata con sempre maggiore insistenza alla società per azioni – si pensi, ad esempio, alla rendicontazione di sostenibilità o alla c.d. CSDD, ormai in fase di approvazione finale – che si trova sempre più di frequente a doversi confrontare con le nuove sfide introdotte dall’attenzione per i fattori ESG da parte del legislatore, del mercato e dei consumatori. In questo rinnovato contesto, pare dunque assistersi ad un progressivo ampliamento degli interessi cui l’impresa è chiamata a rispondere e alla conseguente revisione del ruolo da attribuirsi al profitto e al suo perseguimento. Il tema, sebbene con alcune differenze, è già stato oggetto di studio sin dall’inizio del Novecento, quando ci si è interrogati in merito alla possibilità di identificare una vocazione dell’impresa non solo a perseguire il profitto, ma anche ad assolvere alcune funzioni di tipo pubblicistico in grado di rendere l’attività di impresa socialmente utile. Nonostante sia prevalsa la massimizzazione del profitto come unico driver della gestione della società, la questione non si è mai sopita da allora e, percorrendo tappe come la teoria della c.d. CSR, è giunta fino ai tempi più recenti, quando è stata fatta oggetto di specifica attenzione da parte dell’Unione Europea. Ebbene, in ragione del nuovo interesse al tema, si indaga anzitutto lo scopo della società e, dunque, il margine di discrezionalità che è possibile garantire agli amministratori in materia ambientale e sociale. In particolare, si tenta di dimostrare che gli amministratori, nell’esercizio delle proprie funzioni, possono prendere decisioni che perseguono interessi di tipo ambientale e sociale anche se a costo di un minor profitto che, seppur dovrà rimanere l’orizzonte ultimo della gestione sociale, non deve necessariamente informare ogni decisione degli amministratori. Successivamente, si cambia angolo di visuale e, focalizzandosi sull’interesse della società inteso come strumento per verificare la validità delle decisioni degli amministratori, si analizzano i – nuovi – doveri in materia ambientale e sociale che gli amministratori sono tenuti a rispettare nel perseguimento del massimo lucro legittimamente estraibile. Identificato un primo nucleo di doveri di sostenibilità, consistenti pressoché in oneri organizzativi, informativi e valutativi, si analizzano i risvolti in termini di responsabilità degli amministratori ipotizzando, nella valutazione della condotta dei gestori, l’utilizzo di una sustainable business judgement rule che tenga conto anche della dimostrata rilevanza gestoria della sostenibilità.
Settore IUS/04 - Diritto Commerciale
CIAN, MARCO
LUDOVICO, GIUSEPPE
Doctoral Thesis
LA GOVERNANCE SOSTENIBILE DELLA GRANDE IMPRESA AZIONARIA: TRA FACOLTÀ E OBBLIGHI PER GLI AMMINISTRATORI / J. Finco ; tutor: M. Cian ; referente del curriculum: M. Rescigno ; coordinatore: G. Ludovico. Dipartimento di Diritto Privato e Storia del Diritto, 2024 Jun 11. 36. ciclo, Anno Accademico 2022/2023.
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