La presente proposta di intervento è frutto della ricerca dottorale sulla ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria (1945-1970), che sto attualmente svolgendo presso il Dottorato in Studi della Criminalità Organizzata dell’Università di Milano. L’obiettivo è mostrare come l’immaginario del fenomeno ‘ndranghetistico della provincia di Reggio Calabria, venutosi a creare nel dibattito pubblico e nella letteratura scientifica dalla fine degli anni Sessanta, sia stato influenzato sia da pregiudizi riguardo la società meridionale che dalle dinamiche politiche nazionali dell’epoca. A partire dalla metà degli anni Sessanta, è stato osservato un significativo salto di qualità da parte delle formazioni ‘ndranghetiste dell’area reggina. Fra le molte cause, agli osservatori contemporanei fu subito chiaro quale fosse la ragione principale di tale salto: la politica di investimenti pubblici infrastrutturali, inaugurata sotto il segno dei governi di centro-sinistra. Le accuse caddero, in particolare, sulla costruzione dell’Autostrada del Sole, dal Corriere della Sera ribattezzata Autostrada della Camorra. Nel giudizio dell’Espresso, ripreso successivamente anche dal principale storico della ‘ndrangheta Enzo Ciconte, furono proprio gli appalti dell’autostrada a dare il via alla trasformazione della ‘ndrangheta “tradizionale” in mafia moderna e pericolosa, permettendogli di stornare ed accumulare parte degli ingenti investimenti pubblici destinati all’opera. Tuttavia, i risultati preliminari della ricerca attualmente in corso suggeriscono fortemente che il ruolo avuto dagli investimenti pubblici nella crescita ‘ndranghetista debba essere ridimensionato. I documenti giudiziari mostrano, infatti, che nel momento in cui aumentarono gli investimenti pubblici l’ascesa delle cosche era già in atto, trainata dall’edilizia privata, dai cambiamenti demografici e dalla svolta fanfaniana all’interno della DC (Gribaudi 1980). Uno sguardo più accurato alla bibliografia, inoltre, rivela che le fonti utilizzate per attribuire una tale importanza agli investimenti pubblici non sono studi di natura scientifica ma, in maggioranza, articoli di quotidiani nazionali. Un’opinione basata, quindi, su ciò che all’epoca destò maggiore impressione nell’opinione pubblica. A sua volta, il successo della tesi secondo la quale gli investimenti pubblici furono il principale motore per l’ascesa della ‘ndrangheta non può essere compreso senza tener conto di ciò che Schneider (1998) chiamava «orientalism in one country». Questa tesi si innestava, infatti, perfettamente in quel corpo di stereotipi e pregiudizi verso la società meridionale che tanto peso ha avuto nell’immaginario sociale italiano fin dall’unificazione (Lupo 1998, De Francesco 2012, Moe 2004, Gribaudi 1996, Dickie 1999). Barbarità, mancanza di senso civico e corruzione erano parte integrante di questo immaginario e uno dei principali canali tramite i quali veniva veicolato erano proprio i quotidiani nazionali (Fofi 1961, Isnenghi 1976).

La corruzione, la mafia ed il Sud: il ruolo della narrazione giornalistica nella comprensione della ‘ndrangheta reggina (1965-1970) / R. Clemenza. ((Intervento presentato al convegno 2003-2023: la Convenzione di Merida compie vent’anni tenutosi a Pisa nel 2023.

La corruzione, la mafia ed il Sud: il ruolo della narrazione giornalistica nella comprensione della ‘ndrangheta reggina (1965-1970)

R. Clemenza
2023

Abstract

La presente proposta di intervento è frutto della ricerca dottorale sulla ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria (1945-1970), che sto attualmente svolgendo presso il Dottorato in Studi della Criminalità Organizzata dell’Università di Milano. L’obiettivo è mostrare come l’immaginario del fenomeno ‘ndranghetistico della provincia di Reggio Calabria, venutosi a creare nel dibattito pubblico e nella letteratura scientifica dalla fine degli anni Sessanta, sia stato influenzato sia da pregiudizi riguardo la società meridionale che dalle dinamiche politiche nazionali dell’epoca. A partire dalla metà degli anni Sessanta, è stato osservato un significativo salto di qualità da parte delle formazioni ‘ndranghetiste dell’area reggina. Fra le molte cause, agli osservatori contemporanei fu subito chiaro quale fosse la ragione principale di tale salto: la politica di investimenti pubblici infrastrutturali, inaugurata sotto il segno dei governi di centro-sinistra. Le accuse caddero, in particolare, sulla costruzione dell’Autostrada del Sole, dal Corriere della Sera ribattezzata Autostrada della Camorra. Nel giudizio dell’Espresso, ripreso successivamente anche dal principale storico della ‘ndrangheta Enzo Ciconte, furono proprio gli appalti dell’autostrada a dare il via alla trasformazione della ‘ndrangheta “tradizionale” in mafia moderna e pericolosa, permettendogli di stornare ed accumulare parte degli ingenti investimenti pubblici destinati all’opera. Tuttavia, i risultati preliminari della ricerca attualmente in corso suggeriscono fortemente che il ruolo avuto dagli investimenti pubblici nella crescita ‘ndranghetista debba essere ridimensionato. I documenti giudiziari mostrano, infatti, che nel momento in cui aumentarono gli investimenti pubblici l’ascesa delle cosche era già in atto, trainata dall’edilizia privata, dai cambiamenti demografici e dalla svolta fanfaniana all’interno della DC (Gribaudi 1980). Uno sguardo più accurato alla bibliografia, inoltre, rivela che le fonti utilizzate per attribuire una tale importanza agli investimenti pubblici non sono studi di natura scientifica ma, in maggioranza, articoli di quotidiani nazionali. Un’opinione basata, quindi, su ciò che all’epoca destò maggiore impressione nell’opinione pubblica. A sua volta, il successo della tesi secondo la quale gli investimenti pubblici furono il principale motore per l’ascesa della ‘ndrangheta non può essere compreso senza tener conto di ciò che Schneider (1998) chiamava «orientalism in one country». Questa tesi si innestava, infatti, perfettamente in quel corpo di stereotipi e pregiudizi verso la società meridionale che tanto peso ha avuto nell’immaginario sociale italiano fin dall’unificazione (Lupo 1998, De Francesco 2012, Moe 2004, Gribaudi 1996, Dickie 1999). Barbarità, mancanza di senso civico e corruzione erano parte integrante di questo immaginario e uno dei principali canali tramite i quali veniva veicolato erano proprio i quotidiani nazionali (Fofi 1961, Isnenghi 1976).
17-feb-2023
'ndrangheta; corruption; Italian history; mafia; south;
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
Università di Pisa
Libera
Università Cattolica del Sacro Cuore
https://www.sp.unipi.it/it/convegno-la-convenzione-di-merida-compie-20-anni-per-un-bilancio-del-contrasto-alla-corruzione-16-e-17-febbraio-2023/
La corruzione, la mafia ed il Sud: il ruolo della narrazione giornalistica nella comprensione della ‘ndrangheta reggina (1965-1970) / R. Clemenza. ((Intervento presentato al convegno 2003-2023: la Convenzione di Merida compie vent’anni tenutosi a Pisa nel 2023.
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