L'Assemblea Nazionale del Partito Democratico

L’Assemblea Nazionale del Partito Democratico eletta nel 2023 nasce sotto il segno di forti aspettative di cambiamento, con un partito reduce da una delle peggiori prestazioni elettorali della sua storia; la scelta di una leadership nuova e per certi versi inaspettata segna dunque l’inizio di una fase di rilancio. Le primarie producono per la prima volta un esito diverso da quello delle convenzioni di circolo. Si disegna così un’Assemblea Nazionale in cui la quota di delegati eletti con la neosegretaria Elly Schlein è solo di poco superiore a quelli collegati al suo principale concorrente Stefano Bonaccini: le importanti differenze tra queste due mozioni rendono in tal modo l’Assemblea potenzialmente molto conflittuale, al contrario di quanto era sempre accaduto in passato. Autocollocazione politica, policy issue critiche, come la questione migratoria e la strategia delle alleanze, sono i terreni di confronto sui quali i delegati di Schlein e di Bonaccini evidenziano valutazioni fra loro distanti, così come sulle due dimensioni dello spazio politico interno, quella etico-valoriale e quella economico-sociale. E più evidente che in passato è anche la differente valutazione sull’importanza di valori tipicamente individualistici e autorealizzativi, come competizione, merito e mercato, giudicati negativamente dalla nuova maggioranza. Si delineano così le caratteristiche di un partito movimentista, di stampo liberal-laburista, fra tutela dei diritti civili e centralità del lavoro, la cui capacità di rispondere alle aspettative degli elettori e di restituire unità di intenti al gruppo dirigente sono tutte ancora da verificare.