Il Terremoto del Centro Italia del 2016 ha definitivamente sancito il rischio permanente di alcuni contesti. Se esso, da una parte, ha reso, di fatto, più incerto il futuro di molte località dell'Italia centrale, dall'altra, ha attivato, oltre alla naturale reazione delle popolazioni all'evento catastrofico, una profonda revisione critica delle modalità di governo e di governance e dei suoi dispositivi. L’ampiezza stessa dell’area e l’ambizione degli obiettivi, la dislocazione dei danni, la diffusione e il sovradimensionamento del patrimonio storico, pubblico e privato, la specificità delle aree coinvolte, pongono serie questioni sull’efficacia del progetto di ricostruzione e rigenerazione di questi territori. Gli strumenti di pianificazione e programmazione disponibili non sembrano sufficienti né a “catturare” la dispersione delle differenti volontà né a trasformarle in risorse per il cambiamento del complesso sistema territoriale. In un tale scenario necessitano di verifica anche i due nuovi strumenti approvati a livello nazionale: la Strategia Nazionale Aree Interne e la legge cosiddetta dei Piccoli Comuni, riconducibili entrambi, nonostante le rispettive differenze, ad un approccio place-based e sperimentale. Il paper rilegge le questioni sopra accennate alla luce di un’esperienza sul campo, frutto di una collaborazione attivata tra l’Università IUAV di Venezia e il comune montano di Bolognola, per un laboratorio di co-progettazione dedicato alla ricostruzione
La dimensione collaborativa del progetto per la rigenerazione post-sisma dei territori del rischio / R. Baiocco, G. Ernesti, C. Catalanotti, M. Barbiero - In: L'Urbanistica italiana di fronte all'Agenda 2030 : Portare territori e comunità sulla strada della sostenibilità e della resilienzaRoma-Milano : Planum Publisher, 2020. - ISBN 9788899237219. - pp. 683-687 (( Intervento presentato al 22. convegno Conferenza Nazionale SIU tenutosi a Matera-Bari nel 2019.
La dimensione collaborativa del progetto per la rigenerazione post-sisma dei territori del rischio
R. BaioccoPrimo
Writing – Original Draft Preparation
;
2020
Abstract
Il Terremoto del Centro Italia del 2016 ha definitivamente sancito il rischio permanente di alcuni contesti. Se esso, da una parte, ha reso, di fatto, più incerto il futuro di molte località dell'Italia centrale, dall'altra, ha attivato, oltre alla naturale reazione delle popolazioni all'evento catastrofico, una profonda revisione critica delle modalità di governo e di governance e dei suoi dispositivi. L’ampiezza stessa dell’area e l’ambizione degli obiettivi, la dislocazione dei danni, la diffusione e il sovradimensionamento del patrimonio storico, pubblico e privato, la specificità delle aree coinvolte, pongono serie questioni sull’efficacia del progetto di ricostruzione e rigenerazione di questi territori. Gli strumenti di pianificazione e programmazione disponibili non sembrano sufficienti né a “catturare” la dispersione delle differenti volontà né a trasformarle in risorse per il cambiamento del complesso sistema territoriale. In un tale scenario necessitano di verifica anche i due nuovi strumenti approvati a livello nazionale: la Strategia Nazionale Aree Interne e la legge cosiddetta dei Piccoli Comuni, riconducibili entrambi, nonostante le rispettive differenze, ad un approccio place-based e sperimentale. Il paper rilegge le questioni sopra accennate alla luce di un’esperienza sul campo, frutto di una collaborazione attivata tra l’Università IUAV di Venezia e il comune montano di Bolognola, per un laboratorio di co-progettazione dedicato alla ricostruzioneFile | Dimensione | Formato | |
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