In cerca di un finale? Il dibattito francese attorno alla Rivoluzione degli Stati Uniti (1795-1802) L’interesse per la storia degli Stati Uniti e la loro situazione politico-sociale non era di certo una novità nella Francia rivoluzionaria, che già a partire dal 1789 aveva guardato con attenzione alle vicende della giovane Repubblica d’Oltreoceano; nel 1795 però, questo riguardo aveva acquisito un nuovo significato: se negli anni 1789-1792 la referenza all’esempio americano poteva legittimare la rottura operata nell’Ottantanove, ora tracciava la rotta per ripensare l’ordine post-rivoluzionario alla luce di quanto accaduto durante il Terrore. Per riprendere la celebre espressione dello storico Bronislaw Baczko si poneva, a partire dall’estate 1794, la questione di come «terminer la Révolution» rifiutando gli eccessi dell’anno II e, soprattutto, ripensando gli strumenti e le soluzioni che avrebbero permesso di immaginare la Repubblica francese «dopo la Rivoluzione». Così, il desiderio di chiudere con la stagione rivoluzionaria avrebbe condotto buona parte dell’opinione pubblica – sospettosa nei confronti dell’eredità giacobina – a rintracciare non nell’esperienza francese, bensì in quella americana, apparentemente priva dei conflitti che avevano caratterizzato la Repubblica in Francia, un finale possibile, una storia, insomma, capace di indicare la via per il futuro. Ma come fu reintegrata la recente storia americana nel dibattito politico rivoluzionario? Come il racconto dell’Indipendenza statunitense e della vita politica della Early Republic, un passato prossimo ed un presente geograficamente distante, vennero trasformati in una esperienza in grado di definire la coscienza politica francese? A partire dall’opera in due volumi Réponse aux principales questions qui peuvent être faites sur les Etats-Unis de l’Amérique stampata a Losanna nel 1795 per i tipi di Henri Vincent e presto circolante in tutta la Francia, il presente intervento sarà l’occasione per analizzare – tramite la riflessione sugli Stati Uniti – l’articolazione del discorso politico di costruzione repubblicana post- rivoluzionaria. Benché pubblicata anonima nel 1795, il nome dell’autore sarebbe comparso nella seconda edizione del 1802: si trattava infatti di Jean-Esprit Bonnet, “citoyen adoptif de la Pensylvanie”, priore della cattedrale di Fréjus emigrato negli Stati Uniti verso la fine del 1792 e rientrato in Europa presumibilmente nel 1795. Le scelte editoriali messe in atto, i continui rimaneggiamenti dell’opera e le tre diverse edizioni del 1795, 1801 e 1816 – a cui seguirono una revisione completa delle posizioni nel suo Essai sur l’art de rendre les révolutions utiles del 1801 – permetteranno di comprendere come i procedimenti à rebours dell’autore, atti a cogliere nel passato anticipazioni che solo la congiuntura del tempo presente sembra rendere intellegibili, suggeriscano e orientino la «ricerca di un finale» attraverso strategie politiche di volta in volta differenti e, spesso, contraddittorie.
In cerca di un finale? Il dibattito francese attorno alla Rivoluzione degli Stati Uniti (1795-1802) / A. Maffei. ((Intervento presentato al 3. convegno Otto100: Seminario di Storia del XIX secolo. Dopo la rivoluzione: attori, percorsi, pratiche (1796-1870) tenutosi a Università di Verona nel 2021.
In cerca di un finale? Il dibattito francese attorno alla Rivoluzione degli Stati Uniti (1795-1802)
A. Maffei
2021
Abstract
In cerca di un finale? Il dibattito francese attorno alla Rivoluzione degli Stati Uniti (1795-1802) L’interesse per la storia degli Stati Uniti e la loro situazione politico-sociale non era di certo una novità nella Francia rivoluzionaria, che già a partire dal 1789 aveva guardato con attenzione alle vicende della giovane Repubblica d’Oltreoceano; nel 1795 però, questo riguardo aveva acquisito un nuovo significato: se negli anni 1789-1792 la referenza all’esempio americano poteva legittimare la rottura operata nell’Ottantanove, ora tracciava la rotta per ripensare l’ordine post-rivoluzionario alla luce di quanto accaduto durante il Terrore. Per riprendere la celebre espressione dello storico Bronislaw Baczko si poneva, a partire dall’estate 1794, la questione di come «terminer la Révolution» rifiutando gli eccessi dell’anno II e, soprattutto, ripensando gli strumenti e le soluzioni che avrebbero permesso di immaginare la Repubblica francese «dopo la Rivoluzione». Così, il desiderio di chiudere con la stagione rivoluzionaria avrebbe condotto buona parte dell’opinione pubblica – sospettosa nei confronti dell’eredità giacobina – a rintracciare non nell’esperienza francese, bensì in quella americana, apparentemente priva dei conflitti che avevano caratterizzato la Repubblica in Francia, un finale possibile, una storia, insomma, capace di indicare la via per il futuro. Ma come fu reintegrata la recente storia americana nel dibattito politico rivoluzionario? Come il racconto dell’Indipendenza statunitense e della vita politica della Early Republic, un passato prossimo ed un presente geograficamente distante, vennero trasformati in una esperienza in grado di definire la coscienza politica francese? A partire dall’opera in due volumi Réponse aux principales questions qui peuvent être faites sur les Etats-Unis de l’Amérique stampata a Losanna nel 1795 per i tipi di Henri Vincent e presto circolante in tutta la Francia, il presente intervento sarà l’occasione per analizzare – tramite la riflessione sugli Stati Uniti – l’articolazione del discorso politico di costruzione repubblicana post- rivoluzionaria. Benché pubblicata anonima nel 1795, il nome dell’autore sarebbe comparso nella seconda edizione del 1802: si trattava infatti di Jean-Esprit Bonnet, “citoyen adoptif de la Pensylvanie”, priore della cattedrale di Fréjus emigrato negli Stati Uniti verso la fine del 1792 e rientrato in Europa presumibilmente nel 1795. Le scelte editoriali messe in atto, i continui rimaneggiamenti dell’opera e le tre diverse edizioni del 1795, 1801 e 1816 – a cui seguirono una revisione completa delle posizioni nel suo Essai sur l’art de rendre les révolutions utiles del 1801 – permetteranno di comprendere come i procedimenti à rebours dell’autore, atti a cogliere nel passato anticipazioni che solo la congiuntura del tempo presente sembra rendere intellegibili, suggeriscano e orientino la «ricerca di un finale» attraverso strategie politiche di volta in volta differenti e, spesso, contraddittorie.File | Dimensione | Formato | |
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