Un incendio boschivo è un fuoco che può espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese le strutture e infrastrutture poste all’interno di quelle aree. Solo il 2% degli incendi boschivi italiani è frutto di cause naturali, mentre il restante 98% è riconducibile ad attività umane. I danni che l’incendio boschivo può causare sono innumerevoli: dai danni all’uomo, al paesaggio fino ad arrivare all’habitat e alla biodiversità andando a compromettere i servizi ecosistemici che le foreste forniscono. Il cambiamento climatico sta influenzando in maniera importante il regime degli incendi, con l’aumento delle temperature, delle ondate di calore e siccità sta aumentando la probabilità che si verifichino eventi estremi, ciò si traduce un aumento della severità e della frequenza degli incendi e l’area percorsa. Nonostante dagli anni ’90 ad oggi il numero degli incendi e la superficie percorsa dagli incendi siano diminuiti grazie alla normativa antincendio, si è andata a creare una enorme variabilità tra gli anni con condizioni estreme e gli anni di relativa calma. In Italia in generale il maggior numero degli incendi avviene durante la stagione estiva nelle regioni mediterranee, è presente comunque un numero significativo di incendi che avvengono nella stagione invernale principalmente nelle regioni alpine. Il Rischio è definito come: R=P x E x V Pericolo: la probabilità che un fenomeno si verifichi (presenza delle cause di incendio) Esposizione: quanto la zona è soggetta a presenza di fattori favorevoli lo sviluppo di un incendio (presenza di combustibile e condizioni climatiche) Vulnerabilità: suscettibilità di un’area ai danni a seguito di un incendio, dipende dalla resistenza e resilienza del popolamento. Il ciclo di gestione dei disastri è una parte fondamentale della gestione dei rischi, perché ripercorre le fasi pre e post evento: Risposta: lotta attiva anti-incendio durante l’evento; Ripristino: azioni mirate a ripristinare l’ambiente colpito Prevenzione e mitigazione: azioni atte a prevenire l’incendio o a diminuire i danni che può causare Preparazione: attività di addestramento e preparatorie alle attività di risposta. La lotta attiva rimane di primaria importanza, per il contrasto agli incendi e rimane l’azione che più a risalto nella visione comune. Purtroppo l’insorgere di eventi sempre più estremi e difficilmente attaccabili dalla lotta antincendio rende la prevenzione e la mitigazione di non minore importanza, se non maggiore. Conoscere a fondo le dinamiche dell’incendio, valutare le aree che maggiormente possono essere soggette ad esso sono, la base di una pianificazione che deve portare a una riduzione del rischio attraverso azioni concrete di prevenzione, come attività di selvicoltura preventiva, e di monitoraggio del pericolo incendi.
Il rischio di incendio boschivo in Lombardia / L. Malanchini, G. Vacchiano. ((Intervento presentato al convegno Le comunità che prevengono gli incendi tenutosi a Cenate Sopra e Albino nel 2023.
Il rischio di incendio boschivo in Lombardia
L. MalanchiniPrimo
;G. VacchianoUltimo
2023
Abstract
Un incendio boschivo è un fuoco che può espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese le strutture e infrastrutture poste all’interno di quelle aree. Solo il 2% degli incendi boschivi italiani è frutto di cause naturali, mentre il restante 98% è riconducibile ad attività umane. I danni che l’incendio boschivo può causare sono innumerevoli: dai danni all’uomo, al paesaggio fino ad arrivare all’habitat e alla biodiversità andando a compromettere i servizi ecosistemici che le foreste forniscono. Il cambiamento climatico sta influenzando in maniera importante il regime degli incendi, con l’aumento delle temperature, delle ondate di calore e siccità sta aumentando la probabilità che si verifichino eventi estremi, ciò si traduce un aumento della severità e della frequenza degli incendi e l’area percorsa. Nonostante dagli anni ’90 ad oggi il numero degli incendi e la superficie percorsa dagli incendi siano diminuiti grazie alla normativa antincendio, si è andata a creare una enorme variabilità tra gli anni con condizioni estreme e gli anni di relativa calma. In Italia in generale il maggior numero degli incendi avviene durante la stagione estiva nelle regioni mediterranee, è presente comunque un numero significativo di incendi che avvengono nella stagione invernale principalmente nelle regioni alpine. Il Rischio è definito come: R=P x E x V Pericolo: la probabilità che un fenomeno si verifichi (presenza delle cause di incendio) Esposizione: quanto la zona è soggetta a presenza di fattori favorevoli lo sviluppo di un incendio (presenza di combustibile e condizioni climatiche) Vulnerabilità: suscettibilità di un’area ai danni a seguito di un incendio, dipende dalla resistenza e resilienza del popolamento. Il ciclo di gestione dei disastri è una parte fondamentale della gestione dei rischi, perché ripercorre le fasi pre e post evento: Risposta: lotta attiva anti-incendio durante l’evento; Ripristino: azioni mirate a ripristinare l’ambiente colpito Prevenzione e mitigazione: azioni atte a prevenire l’incendio o a diminuire i danni che può causare Preparazione: attività di addestramento e preparatorie alle attività di risposta. La lotta attiva rimane di primaria importanza, per il contrasto agli incendi e rimane l’azione che più a risalto nella visione comune. Purtroppo l’insorgere di eventi sempre più estremi e difficilmente attaccabili dalla lotta antincendio rende la prevenzione e la mitigazione di non minore importanza, se non maggiore. Conoscere a fondo le dinamiche dell’incendio, valutare le aree che maggiormente possono essere soggette ad esso sono, la base di una pianificazione che deve portare a una riduzione del rischio attraverso azioni concrete di prevenzione, come attività di selvicoltura preventiva, e di monitoraggio del pericolo incendi.File | Dimensione | Formato | |
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