Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale della Shoah è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà. Questo luogo si configura, anzitutto come uno spazio “parlante”: i suoi muri, la disposizione degli spazi e i suoi locali sarebbero sufficienti per raccontarne storia e significato. A differenza di altri luoghi di Memoria, italiani ed europei, il Memoriale, attraverso il racconto dei suoi spazi, ci conduce fino al baratro, al confine ultimo tra la vita e la morte dei deportati. Non racconta pienamente della distruzione fisica, ma si ferma prima, e ci costringe a misurarci con quelle sensazioni e preconoscenze che quell’idea tocca, smuove e rievoca E' testimonianza fisica del racconto della violenza discriminatrice, dell’allontanamento dalla società, dell’indifferenza, della fuga, dell’arresto e, solo infine, del viaggio verso i campi.
Il Memoriale della Shoah di Milano / S. Colacicco. ((Intervento presentato al 1. convegno Convegno Internazionale I luoghi della Memoria dialogano. Musei e memoriali per insegnare la Shoah tenutosi a Roma nel 2023.
Il Memoriale della Shoah di Milano
S. Colacicco
2023
Abstract
Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale della Shoah è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà. Questo luogo si configura, anzitutto come uno spazio “parlante”: i suoi muri, la disposizione degli spazi e i suoi locali sarebbero sufficienti per raccontarne storia e significato. A differenza di altri luoghi di Memoria, italiani ed europei, il Memoriale, attraverso il racconto dei suoi spazi, ci conduce fino al baratro, al confine ultimo tra la vita e la morte dei deportati. Non racconta pienamente della distruzione fisica, ma si ferma prima, e ci costringe a misurarci con quelle sensazioni e preconoscenze che quell’idea tocca, smuove e rievoca E' testimonianza fisica del racconto della violenza discriminatrice, dell’allontanamento dalla società, dell’indifferenza, della fuga, dell’arresto e, solo infine, del viaggio verso i campi.Pubblicazioni consigliate
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