Sulla scia della tradizione galileiana, i membri dell’Accademia del Cimento (1657-1667) volsero lo sguardo verso gli astri, facendo uso di strumenti realizzati dai più rinomati costruttori di ottiche dell’epoca: Eustachio Divini e Giuseppe Campani. Direttamente sollecitati dall’allora professore di Astronomia all’Università di Bologna Giovanni Domenico Cassini, in visita a Firenze nel luglio del 1665, gli accademici puntarono i cannocchiali verso i Satelliti Medicei, le quattro lune di Giove la cui scoperta da parte di Galileo venne dedicata a Cosimo II de’ Medici. Il Principe Leopoldo, Giovanni Alfonso Borelli e varie figure gravitanti attorno al Cimento fornirono, nella maggior parte dei casi, conferme delle predizioni di Cassini, permettendogli di pubblicare nuove Ephemerides (1668) così precise da catturare l’attenzione del Re Sole. Partendo dai lavori di Cassini a Bologna, il mio intervento si concentrerà su annotazioni ed esperienze astronomiche della corte Medicea contenute nel corpus di documenti dell’Accademia del Cimento (BNCF, Firenze), fino ad arrivare alle osservazioni dei satelliti di Giove nel resto d’Europa. Particolare attenzione verrà posta sull’interazione tra Cassini e Vincenzo Viviani, responsabili della contaminazione tra luoghi, evidenziabile proprio attraverso il carteggio scientifico. Sottolineando il valore di questo scambio epistolare, indagherò l’estensione e la permeabilità dei confini dell’Accademia fiorentina.
Permeare i confini del Cimento osservando i Satelliti Medicei / E. Rossi. ((Intervento presentato al convegno Convegno Nazionale della Società Italiana di Storia della Scienza : Ad limina. Frontiere e contaminazioni transdisciplinari nella storia delle scienze tenutosi a Catania nel 2022.
Permeare i confini del Cimento osservando i Satelliti Medicei
E. Rossi
2022
Abstract
Sulla scia della tradizione galileiana, i membri dell’Accademia del Cimento (1657-1667) volsero lo sguardo verso gli astri, facendo uso di strumenti realizzati dai più rinomati costruttori di ottiche dell’epoca: Eustachio Divini e Giuseppe Campani. Direttamente sollecitati dall’allora professore di Astronomia all’Università di Bologna Giovanni Domenico Cassini, in visita a Firenze nel luglio del 1665, gli accademici puntarono i cannocchiali verso i Satelliti Medicei, le quattro lune di Giove la cui scoperta da parte di Galileo venne dedicata a Cosimo II de’ Medici. Il Principe Leopoldo, Giovanni Alfonso Borelli e varie figure gravitanti attorno al Cimento fornirono, nella maggior parte dei casi, conferme delle predizioni di Cassini, permettendogli di pubblicare nuove Ephemerides (1668) così precise da catturare l’attenzione del Re Sole. Partendo dai lavori di Cassini a Bologna, il mio intervento si concentrerà su annotazioni ed esperienze astronomiche della corte Medicea contenute nel corpus di documenti dell’Accademia del Cimento (BNCF, Firenze), fino ad arrivare alle osservazioni dei satelliti di Giove nel resto d’Europa. Particolare attenzione verrà posta sull’interazione tra Cassini e Vincenzo Viviani, responsabili della contaminazione tra luoghi, evidenziabile proprio attraverso il carteggio scientifico. Sottolineando il valore di questo scambio epistolare, indagherò l’estensione e la permeabilità dei confini dell’Accademia fiorentina.Pubblicazioni consigliate
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