Il paesaggio naturale groenlandese è una componente fondamentale della dansk grønlandslitteratur, la letteratura danese sulla Groenlandia, poiché l’osservatore danese è sovente messo a confronto con la sua maestosità, che elicita confronti con il paese d’origine. Ciò nonostante, negli ultimi anni la città di Nuuk è diventata un’ambientazione sempre più ricorrente all’interno di questo tipo di letteratura: Thisted cita Kalak di Kim Leine come uno dei primi esempi di «Nuuk-roman» (2011: 285), a cui ne sono seguiti numerosi altri. L’ambientazione a Nuuk accomuna anche Sultekunstnerinde, di Lotte Inuk, e Pigen uden hud (2017), di Mads Peder Nordbo; i due testi, oggetto precipuo del presente contributo, sono rispettivamente un ungdomsroman dall’evidente componente autofinzionale e un noir ‘artico’. Attraverso un close reading di passi significativi dei due romanzi, ci si concentrerà sull’architettura di Nuuk, con particolare attenzione per uno specifico tipo di edificio che caratterizza il paesaggio urbano della città, nonché la sua estetica: i boligblokke di cemento costruiti durante gli anni della cosiddetta modernizzazione, simbolo della politica di accentramento favorita da parte danese dopo che la Groenlandia perse lo status di colonia, nel 1953. In Sultekunstnerinde, questi edifici vengono presentati al lettore come luoghi d’infanzia, mentre un’ambientazione ricorrente in Pigen uden hud è il controverso «Blok P», all’interno del quale, nella finzione del romanzo, vengono compiuti efferati omicidi a danno dei suoi abitanti. Il focus sulla spazialità e sull’architettura, vista la portata simbolica di tali fabbricati, sarà unito a una lettura postcoloniale, inevitabile se si prendono in considerazione fiction danesi sull’ex colonia artica.
Ricostruzione e reinvenzione dei boligblokke di Nuuk in due esempi contemporanei di dansk grønlandslitteratur / F. Turri. ((Intervento presentato al 11. convegno Convegno Italiano di Studi Scandinavi. Case di carta, castelli in aria, fucine di parole: Architetture nelle lingue e letterature nordiche tenutosi a Milano nel 2023.
Ricostruzione e reinvenzione dei boligblokke di Nuuk in due esempi contemporanei di dansk grønlandslitteratur
F. TurriPrimo
2023
Abstract
Il paesaggio naturale groenlandese è una componente fondamentale della dansk grønlandslitteratur, la letteratura danese sulla Groenlandia, poiché l’osservatore danese è sovente messo a confronto con la sua maestosità, che elicita confronti con il paese d’origine. Ciò nonostante, negli ultimi anni la città di Nuuk è diventata un’ambientazione sempre più ricorrente all’interno di questo tipo di letteratura: Thisted cita Kalak di Kim Leine come uno dei primi esempi di «Nuuk-roman» (2011: 285), a cui ne sono seguiti numerosi altri. L’ambientazione a Nuuk accomuna anche Sultekunstnerinde, di Lotte Inuk, e Pigen uden hud (2017), di Mads Peder Nordbo; i due testi, oggetto precipuo del presente contributo, sono rispettivamente un ungdomsroman dall’evidente componente autofinzionale e un noir ‘artico’. Attraverso un close reading di passi significativi dei due romanzi, ci si concentrerà sull’architettura di Nuuk, con particolare attenzione per uno specifico tipo di edificio che caratterizza il paesaggio urbano della città, nonché la sua estetica: i boligblokke di cemento costruiti durante gli anni della cosiddetta modernizzazione, simbolo della politica di accentramento favorita da parte danese dopo che la Groenlandia perse lo status di colonia, nel 1953. In Sultekunstnerinde, questi edifici vengono presentati al lettore come luoghi d’infanzia, mentre un’ambientazione ricorrente in Pigen uden hud è il controverso «Blok P», all’interno del quale, nella finzione del romanzo, vengono compiuti efferati omicidi a danno dei suoi abitanti. Il focus sulla spazialità e sull’architettura, vista la portata simbolica di tali fabbricati, sarà unito a una lettura postcoloniale, inevitabile se si prendono in considerazione fiction danesi sull’ex colonia artica.Pubblicazioni consigliate
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