SCOPO: La biopsia delle ghiandole salivari minori è una tecnica utilizzata per valutare la diagnosi di patologie autoimmuni. Originariamente, la biopsia veniva eseguita asportando un segmento ellittico della mucosa del cavo orale contenente tessuto delle ghiandole salivari labiali. Nel corso degli anni, questa metodologia è andata incontro a evoluzione, prediligendo metodiche molto meno invasive. Queste tecniche producono campioni adeguati all'analisi istologica, con rare complicazioni procedurali. Lo scopo di questa revisione è identificare le metodologie di biopsia delle ghiandole salivari minori. Materiali e Metodi: E stata condotta una revisione della lettera-tura, utilizzando il database PubMed e le parole chiave "Minor Salivary Gland Biopsy" "Salivary Gland Biopsy". Sono state prese in esame le revisioni sistematiche e le revisioni narrative. I risultati della ricerca sono stati 196 articoli pubblicati dal 2012 al 2022, dei quali ne sono stati considerati 7 in base alla pertinenza. RISULTATI: La biopsia delle ghiandole salivari minori è indicata principalmente nella diagnosi di patologie autoimmuni come Sindrome di Sjögren, Sclerodermia e Amiloidosi. Esistono di-verse tecniche che interessano le ghiandole della mucosa del labbro inferiore. La prima tecnica consta di un'incisione ellittica con estensioni di 3 cm per circa 1 cm, che raggiunge lo strato muscolare. Successivamente, Greenspan et al. nel 1975, hanno descritto una tecnica di prelievo che corrispondeva ad un'incisione lineare di circa 1.5-2 cm, a livello della mucosa labiale, parallela al bordo vermiglio e lateralmente alla linea mediana. In seguito, viene considerato l'utilizzo di una pinza da calazio palpebrale media, per circoscrivere la zona di incisione labiale. Nel 2001, viene descritta la tecnica dell’X-marks, che prevede l'evidenziazione con una penna chirurgica, del-le papule sporgenti delle ghiandole salivari, per poi praticare l'incisione superficiale e ridotta della mucosa labiale di 1.5-2 mm, e una seconda incisione perpendicolare alla prima, creando così una 'X' sopra la ghiandola. È possibile inoltre uti-lizzare la Punch Biopsy, eseguita utilizzando un bisturi punch, con un diametro di 4 mm. Sono invece da segnalare altre tecniche, che hanno descritto microincisioni orizzontali di 2-3 mm e di minima profondità. Dopo, le ghiandole venivano fatte sgusciare in superficie e asportate delicatamente con forbici e pinze chirurgiche. Infine, viene descritta da Comini et al. nel 2020 una tecnica per cui l'estrazione delle ghiandole veni-va eseguita, utilizzando un ago con punta affilata e tagliente per sfilare le ghiandole e prelevarle. Tutte queste tecniche chirurgiche hanno dimostrato sicurezza ed efficacia nel prelievo e minimi disturbi post-operatori. Solo in alcuni casi viene riportata una parestesia transitoria nel sito chirurgico. Conclusione: La biopsia delle ghiandole salivari minori può essere eseguita in modo sicuro ed efficace con minimi rischi post-operatori. Questa procedura fornisce informazioni clinicamente significative e può essere ragionevolmente raccomandata in pazienti con sospetta patologia autoimmune.
Tecniche bioptiche delle ghiandole salivari minori / F. Pulicari, M. Pellegrini, R. Grigolato, U. Garagiola, F. Spadari. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - 33:9(2022), pp. 16-16. (Intervento presentato al 16. convegno Congresso Nazionale SIdCO tenutosi a Bardolino nel 2022).
Tecniche bioptiche delle ghiandole salivari minori
U. GaragiolaPenultimo
;F. SpadariUltimo
2022
Abstract
SCOPO: La biopsia delle ghiandole salivari minori è una tecnica utilizzata per valutare la diagnosi di patologie autoimmuni. Originariamente, la biopsia veniva eseguita asportando un segmento ellittico della mucosa del cavo orale contenente tessuto delle ghiandole salivari labiali. Nel corso degli anni, questa metodologia è andata incontro a evoluzione, prediligendo metodiche molto meno invasive. Queste tecniche producono campioni adeguati all'analisi istologica, con rare complicazioni procedurali. Lo scopo di questa revisione è identificare le metodologie di biopsia delle ghiandole salivari minori. Materiali e Metodi: E stata condotta una revisione della lettera-tura, utilizzando il database PubMed e le parole chiave "Minor Salivary Gland Biopsy" "Salivary Gland Biopsy". Sono state prese in esame le revisioni sistematiche e le revisioni narrative. I risultati della ricerca sono stati 196 articoli pubblicati dal 2012 al 2022, dei quali ne sono stati considerati 7 in base alla pertinenza. RISULTATI: La biopsia delle ghiandole salivari minori è indicata principalmente nella diagnosi di patologie autoimmuni come Sindrome di Sjögren, Sclerodermia e Amiloidosi. Esistono di-verse tecniche che interessano le ghiandole della mucosa del labbro inferiore. La prima tecnica consta di un'incisione ellittica con estensioni di 3 cm per circa 1 cm, che raggiunge lo strato muscolare. Successivamente, Greenspan et al. nel 1975, hanno descritto una tecnica di prelievo che corrispondeva ad un'incisione lineare di circa 1.5-2 cm, a livello della mucosa labiale, parallela al bordo vermiglio e lateralmente alla linea mediana. In seguito, viene considerato l'utilizzo di una pinza da calazio palpebrale media, per circoscrivere la zona di incisione labiale. Nel 2001, viene descritta la tecnica dell’X-marks, che prevede l'evidenziazione con una penna chirurgica, del-le papule sporgenti delle ghiandole salivari, per poi praticare l'incisione superficiale e ridotta della mucosa labiale di 1.5-2 mm, e una seconda incisione perpendicolare alla prima, creando così una 'X' sopra la ghiandola. È possibile inoltre uti-lizzare la Punch Biopsy, eseguita utilizzando un bisturi punch, con un diametro di 4 mm. Sono invece da segnalare altre tecniche, che hanno descritto microincisioni orizzontali di 2-3 mm e di minima profondità. Dopo, le ghiandole venivano fatte sgusciare in superficie e asportate delicatamente con forbici e pinze chirurgiche. Infine, viene descritta da Comini et al. nel 2020 una tecnica per cui l'estrazione delle ghiandole veni-va eseguita, utilizzando un ago con punta affilata e tagliente per sfilare le ghiandole e prelevarle. Tutte queste tecniche chirurgiche hanno dimostrato sicurezza ed efficacia nel prelievo e minimi disturbi post-operatori. Solo in alcuni casi viene riportata una parestesia transitoria nel sito chirurgico. Conclusione: La biopsia delle ghiandole salivari minori può essere eseguita in modo sicuro ed efficace con minimi rischi post-operatori. Questa procedura fornisce informazioni clinicamente significative e può essere ragionevolmente raccomandata in pazienti con sospetta patologia autoimmune.| File | Dimensione | Formato | |
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