Scopo del lavoro: Lo scopo di questo case report è quello di mettere in luce la possibile correlazione tra il Sunitinib, un agente chemioterapico e inibitore del recettore delle tirosin chinasi usato nel trattamento del carcinoma renale, e l'osteonecrosi mandibolare farmaco indotta. In letteratura è già documentato l'aumento di rischio di osteonecrosi dei mascellari (ONI) in pazienti in terapia con Sunitinib, sia nei pazienti con associata terapia con bifosfonati sia in pazienti in solo trattamento con Sunitinib. Materiali e Metodi: Un paziente di 65 anni e sesso maschile è stato indirizzato dal collega implantologo presso l'ambulatorio di odontostomatologia dell'ospedale di Rho in seguito a esposizione ossea nel quarto quadrante, attorno all'impianto in zona 46. Il paziente, in trattamento con Sunitinib per un carcinoma renale, non aveva storia di assunzione di bifosfonati o radioterapia della regione testa collo o altri farmaci noti in letteratura per la loro correlazione con l’osteonecrosi mandibolare farmaco indotta. Previa anestesia plessica con mepivacaina è stato allestito un lembo mucoperiosteo di modo dà esporre in toto il difetto ed è stato quindi rimosso il tessuto necrotico e contestualmente l'impianto, non più recuperabile. Il reperto è stato poi inviato nel laboratorio di anatomia patologica per una biopsia. La ferita è stata suturata con punti semplici staccati in filo di seta 3-0 e il paziente è stato visto dopo una settimana, due settimane ed un mese per i controlli di guarigione della ferita. Risultati: L’analisi istopatologica ha rilevato come vi fosse tessuto osseo necrotico senza segni di neoplasia. La guarigione della ferita, avvenuta per seconda intenzione, è stata seguita con controlli ad 1 settimana, 2 settimane 1 mese e non vi sono state complicanze post-operatorie. Dati i risultati l’oncologo di riferimento del paziente ha deciso di sostituire il Sunitinib con il Nivolumab, un anticorpo monoclonale. Conclusioni: La collaborazione tra dentisti ed oncologi è stata fondamentale in questo contesto e ha dimostrato come particolarmente prima dell'inizio di terapia con questo tipo di farmaci sia utile una visita odontoiatri di modo da prevenire complicanze farmaco correlate.

L’osteonecrosi mandibolare farmaco indotto in un paziente con tumore del rene: Un case report / E. Del Rosso, E. Boccalari, D. Del Rosso, C. Del Rosso, U. Garagiola. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - 33:9(2022), pp. 37-37. (Intervento presentato al XVI. convegno Congresso Nazionale SIdCO tenutosi a Bardolino nel 20-22 ottobre 2022).

L’osteonecrosi mandibolare farmaco indotto in un paziente con tumore del rene: Un case report

E. Del Rosso;E. Boccalari;C. Del Rosso;U. Garagiola
2022

Abstract

Scopo del lavoro: Lo scopo di questo case report è quello di mettere in luce la possibile correlazione tra il Sunitinib, un agente chemioterapico e inibitore del recettore delle tirosin chinasi usato nel trattamento del carcinoma renale, e l'osteonecrosi mandibolare farmaco indotta. In letteratura è già documentato l'aumento di rischio di osteonecrosi dei mascellari (ONI) in pazienti in terapia con Sunitinib, sia nei pazienti con associata terapia con bifosfonati sia in pazienti in solo trattamento con Sunitinib. Materiali e Metodi: Un paziente di 65 anni e sesso maschile è stato indirizzato dal collega implantologo presso l'ambulatorio di odontostomatologia dell'ospedale di Rho in seguito a esposizione ossea nel quarto quadrante, attorno all'impianto in zona 46. Il paziente, in trattamento con Sunitinib per un carcinoma renale, non aveva storia di assunzione di bifosfonati o radioterapia della regione testa collo o altri farmaci noti in letteratura per la loro correlazione con l’osteonecrosi mandibolare farmaco indotta. Previa anestesia plessica con mepivacaina è stato allestito un lembo mucoperiosteo di modo dà esporre in toto il difetto ed è stato quindi rimosso il tessuto necrotico e contestualmente l'impianto, non più recuperabile. Il reperto è stato poi inviato nel laboratorio di anatomia patologica per una biopsia. La ferita è stata suturata con punti semplici staccati in filo di seta 3-0 e il paziente è stato visto dopo una settimana, due settimane ed un mese per i controlli di guarigione della ferita. Risultati: L’analisi istopatologica ha rilevato come vi fosse tessuto osseo necrotico senza segni di neoplasia. La guarigione della ferita, avvenuta per seconda intenzione, è stata seguita con controlli ad 1 settimana, 2 settimane 1 mese e non vi sono state complicanze post-operatorie. Dati i risultati l’oncologo di riferimento del paziente ha deciso di sostituire il Sunitinib con il Nivolumab, un anticorpo monoclonale. Conclusioni: La collaborazione tra dentisti ed oncologi è stata fondamentale in questo contesto e ha dimostrato come particolarmente prima dell'inizio di terapia con questo tipo di farmaci sia utile una visita odontoiatri di modo da prevenire complicanze farmaco correlate.
Settore MED/28 - Malattie Odontostomatologiche
2022
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