Sul piano internazionale i giornalisti che svolgono la loro attività durante i conflitti risultano beneficiari di diverse norme di diritto internazionale, sia relative alla tutela dei diritti umani, sia di diritto umanitario, la cui applicazione ha dato luogo a una prassi interessante che offre quantomeno indicazioni e linee guida per gli Stati. Si aggiungono i numerosi atti e risoluzioni con raccomandazioni e moniti rivolti agli Sati nel tentativo costante di trovare strumenti che in concreto rendano effettiva la protezione prevista dal diritto internazionale. Per quanto tale tutela possa essere ritenuta carente e presenti senz’altro profili di incertezza, sembra piuttosto evidente che il perdurare e l’aggravarsi degli attacchi e delle violenze siano non tanto il risultato di inadeguate previsioni legislative, quanto la conseguenza di una insufficiente e inadeguata loro attuazione. La protezione dei giornalisti è pregiudicata dall’assenza, nella maggior parte dei casi, di indagini effettive e punizioni per i responsabili. L'autrice suggerisce che al fine che gli Stati acquisiscano piena consapevolezza degli obblighi già esistenti e dell’urgenza della protezione dei giornalisti in situazioni di conflitto, una norma che sul piano internazionale qualifichi espressamente gli attacchi contro i giornalisti come crimini potrebbe contribuire a tale processo.
Giornalisti e conflitti armati: quale protezione? / I. Viarengo (MEMORIE DEL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA DELL'UNIVERSITÀ DI TORINO). - In: Il diritto internazionale per la pace e nella guerra : sviluppi recenti e prospettive future : liber amicorum in onore di Edoardo Greppi / [a cura di] O. Porchia, M. Vellano. - Prima edizione. - [s.l] : Edizioni Scientifiche italiane, 2023. - ISBN 978-88-495-5327-7. - pp. 313-326
Giornalisti e conflitti armati: quale protezione?
I. Viarengo
2023
Abstract
Sul piano internazionale i giornalisti che svolgono la loro attività durante i conflitti risultano beneficiari di diverse norme di diritto internazionale, sia relative alla tutela dei diritti umani, sia di diritto umanitario, la cui applicazione ha dato luogo a una prassi interessante che offre quantomeno indicazioni e linee guida per gli Stati. Si aggiungono i numerosi atti e risoluzioni con raccomandazioni e moniti rivolti agli Sati nel tentativo costante di trovare strumenti che in concreto rendano effettiva la protezione prevista dal diritto internazionale. Per quanto tale tutela possa essere ritenuta carente e presenti senz’altro profili di incertezza, sembra piuttosto evidente che il perdurare e l’aggravarsi degli attacchi e delle violenze siano non tanto il risultato di inadeguate previsioni legislative, quanto la conseguenza di una insufficiente e inadeguata loro attuazione. La protezione dei giornalisti è pregiudicata dall’assenza, nella maggior parte dei casi, di indagini effettive e punizioni per i responsabili. L'autrice suggerisce che al fine che gli Stati acquisiscano piena consapevolezza degli obblighi già esistenti e dell’urgenza della protezione dei giornalisti in situazioni di conflitto, una norma che sul piano internazionale qualifichi espressamente gli attacchi contro i giornalisti come crimini potrebbe contribuire a tale processo.File | Dimensione | Formato | |
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