Constitutional provisions concerning economic relations frequently rely to general clauses (“social utility,” “social ends,” “social function,” and “general utility”). In this way, the Constitution has shown capacity for flexibility and adaptation to new eco- nomic, social and legal scenarios, especially due to the influence of European Union law. The Constitutional Court has granted the policy maker wide margins of discre- tion filling in the general clauses, but, at the same time, the Court has specifically required compliance with the general principles of the legal system, such as those of reasonableness and proportionality. Even primary legislation granting powers to in- dependent authorities refers to general clauses, because the complexity and rapid evolution of the markets, in which those administrations operate, make it difficult for Parliament to prefigure a complete and exhaustive system of timely regulation. The interpretation of general clauses or indeterminate legal concepts (contained in rules of law and carried out by administrations) is referred by doctrine and jurisprudence to the category of complex technical assessments. Judicial review of the administra- tive action in applying general clauses to economic matters is problematic. Different jurisprudential orientations, both at the national and European levels, could be iden- tified in relation to acts carried out by supervisory, regulatory and guarantee authori- ties that are expressive of evaluations marked by opinability. In this context of ex- treme uncertainty, the contextualization or concretization of the regulatory provision containing general clauses or indeterminate legal concepts is an operation that per- tains to a quaestio juris, as such fully subject to judicial review.

Le disposizioni costituzionali dedicate ai rapporti economici ricorrono frequentemente a clausole generali (“utilità sociale”, “fini sociali”, “funzione sociale” e “utilità generale”). In questa maniera la Costituzione mostra capacità di flessibilità e adattamento a nuovi scenari, economici, sociali e giuridici, specialmente dovuti all’influenza del diritto dell’Unione europea. La Corte costituzionale ha riconosciuto al legislatore ordinario ampi margini di discrezionalità nel riempimento delle clausole generali, ma al tempo stesso ne ha limitato i confini a fini di garanzia, imponendo il rispetto dei principi generali dell’ordinamento, come quelli di ragionevolezza e di proporzionalità. Anche le norme di rango primario che attribuiscono poteri alle autorità indipendenti sono costellate da clausole generali, perché la complessità e la rapida evoluzione dei mercati in cui agiscono queste amministrazioni rendono difficile al Parlamento prefigurare un sistema completo ed esaustivo di puntuali regole di disciplina. L’apprezzamento delle clausole generali o dei concetti giuridici indeterminati contenuti in norme di legge che è effettuato dalle amministrazioni è ricondotto da dottrina e giurisprudenza alla categoria delle valutazioni tecniche complesse. Il sindacato giurisdizionale sull’attività amministrativa di concretizzazione delle clausole generali in materia economica si presenta problematico ed è possibile individuare diversi orientamenti giurisprudenziali, a livello sia nazionale, sia europeo, in relazione agli atti posti in essere dalle Autorità di vigilanza, di regolazione e di garanzia espressivi di valutazioni contraddistinte da opinabilità. In questo contesto di estrema incertezza si ritiene che la contestualizzazione o concretizzazione della disposizione normativa contenente clausole generali o concetti giuridici indeterminati sia un’operazione che attiene ad una quaestio juris, come tale pienamente sottoposta al sindacato giurisdizionale.

Le clausole generali nel diritto pubblico dell’economia = General clauses in public economic law / M.M. Ramajoli. - In: RIVISTA DELLA REGOLAZIONE DEI MERCATI. - ISSN 2284-2934. - 2(2023), pp. 274-294.

Le clausole generali nel diritto pubblico dell’economia = General clauses in public economic law

M.M. Ramajoli
2023

Abstract

Le disposizioni costituzionali dedicate ai rapporti economici ricorrono frequentemente a clausole generali (“utilità sociale”, “fini sociali”, “funzione sociale” e “utilità generale”). In questa maniera la Costituzione mostra capacità di flessibilità e adattamento a nuovi scenari, economici, sociali e giuridici, specialmente dovuti all’influenza del diritto dell’Unione europea. La Corte costituzionale ha riconosciuto al legislatore ordinario ampi margini di discrezionalità nel riempimento delle clausole generali, ma al tempo stesso ne ha limitato i confini a fini di garanzia, imponendo il rispetto dei principi generali dell’ordinamento, come quelli di ragionevolezza e di proporzionalità. Anche le norme di rango primario che attribuiscono poteri alle autorità indipendenti sono costellate da clausole generali, perché la complessità e la rapida evoluzione dei mercati in cui agiscono queste amministrazioni rendono difficile al Parlamento prefigurare un sistema completo ed esaustivo di puntuali regole di disciplina. L’apprezzamento delle clausole generali o dei concetti giuridici indeterminati contenuti in norme di legge che è effettuato dalle amministrazioni è ricondotto da dottrina e giurisprudenza alla categoria delle valutazioni tecniche complesse. Il sindacato giurisdizionale sull’attività amministrativa di concretizzazione delle clausole generali in materia economica si presenta problematico ed è possibile individuare diversi orientamenti giurisprudenziali, a livello sia nazionale, sia europeo, in relazione agli atti posti in essere dalle Autorità di vigilanza, di regolazione e di garanzia espressivi di valutazioni contraddistinte da opinabilità. In questo contesto di estrema incertezza si ritiene che la contestualizzazione o concretizzazione della disposizione normativa contenente clausole generali o concetti giuridici indeterminati sia un’operazione che attiene ad una quaestio juris, come tale pienamente sottoposta al sindacato giurisdizionale.
Constitutional provisions concerning economic relations frequently rely to general clauses (“social utility,” “social ends,” “social function,” and “general utility”). In this way, the Constitution has shown capacity for flexibility and adaptation to new eco- nomic, social and legal scenarios, especially due to the influence of European Union law. The Constitutional Court has granted the policy maker wide margins of discre- tion filling in the general clauses, but, at the same time, the Court has specifically required compliance with the general principles of the legal system, such as those of reasonableness and proportionality. Even primary legislation granting powers to in- dependent authorities refers to general clauses, because the complexity and rapid evolution of the markets, in which those administrations operate, make it difficult for Parliament to prefigure a complete and exhaustive system of timely regulation. The interpretation of general clauses or indeterminate legal concepts (contained in rules of law and carried out by administrations) is referred by doctrine and jurisprudence to the category of complex technical assessments. Judicial review of the administra- tive action in applying general clauses to economic matters is problematic. Different jurisprudential orientations, both at the national and European levels, could be iden- tified in relation to acts carried out by supervisory, regulatory and guarantee authori- ties that are expressive of evaluations marked by opinability. In this context of ex- treme uncertainty, the contextualization or concretization of the regulatory provision containing general clauses or indeterminate legal concepts is an operation that per- tains to a quaestio juris, as such fully subject to judicial review.
clausole generali; valutazioni tecniche; discrezionalità amministrativa
Settore IUS/10 - Diritto Amministrativo
2023
https://www.rivistadellaregolazionedeimercati.it/Article/Archive/index_html?ida=285&idn=21&idi=-1&idu=-1
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