Introduzione e obiettivo: La vitamina B12 è essenziale per il corretto sviluppo neurologico fetale e post-natale, non può essere sintetizzata dall’organismo umano ed è assente negli alimenti di origine vegetale, ad eccezione di quantità discrete in alcune specie di alghe, comunque non sufficienti a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Lo screening neonatale esteso permette di identificarne la carenza neonatale secondaria alla deplezione materna. Questo studio si pone l’obiettivo di valutare i pattern alimentari delle madri di neonati con deficit secondario di vitamina B12 e gli intake nutrizionali di questa vitamina durante la gravidanza. Metodi: Da novembre 2021 ad aprile 2023 sono stati inviati dal Laboratorio di Screening Neonatale della Regione Lombardia presso il centro di Malattie Metaboliche Congenite dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi, 52 neonati con deficit di B12 secondario a deficit materno. L’iter diagnostico-terapeutico ha previsto la somministrazione di idrossicobalamina al neonato e alla madre e molteplici follow-up clinici, nutrizionali e neurologici. Tutte le mamme hanno effettuato una visita dietetica con valutazione degli intake nutrizionali di B12. Risultati: Il 40% delle valutazioni dietetiche è avvenuta in modalità telemedicina mentre le visite mediche pediatriche si sono svolte in presenza. La nazionalità maggiormente rappresentata è quella indiana (36%). Al primo accesso, l’84% delle pazienti presentava valori di B12 ematica inferiori a 400 ng/L. In merito all’allattamento, il 54% dei neonati era allattato esclusivamente al seno, il 38% in modalità mista e solo l’8% esclusivamente tramite formula. Durante la gravidanza, il 69% delle madri ha seguito una dieta onnivora, il 14% una dieta latto-ovo-vegetariana (LOV) e solo il 17% una dieta latto-vegetariana (LV). Considerando i fabbisogni LARN, durante la gravidanza emerge che solo il 53% delle mamme ha raggiunto il fabbisogno medio (AR) di 2,2 mcg/die tramite apporto alimentare, mentre il 33% delle mamme ha raggiunto l’assunzione raccomandata per la popolazione (PRI) di 2,6 mcg/die. Sono state inoltre indagate cause di malassorbimento gastrointestinale. Considerando il PRI, il 66% delle mamme onnivore, il 57% delle LOV e il 78% delle LV non lo ha soddisfatto con l’alimentazione. L’88% delle mamme ha assunto integrazioni e/o supplementazioni durante la gravidanza, ma solamente il 17% di queste ha integrato la vitamina B12. Conclusione: I risultati preliminari evidenziano come intake nutrizionali insufficienti di B12 risultino essere frequenti cause di deficit materno e neonatale, soprattutto in donne straniere vegetariane non adeguatamente supplementate che seguono tali pattern alimentari per motivazioni etico-culturali, ma anche in caso di dieta onnivora. Successivamente alla somministrazione di vitamina B12 si è osservato miglioramento dei livelli ematici e degli indici biochimici indiretti di stato carenziale. Emerge la necessità di una maggiore attenzione alla nutrizione in epoca gestazionale per prevenire la carenza di questo importante micronutriente, oltre che definire un modello di gestione diagnostico-terapeutica multidisciplinare, riconosciuto a livello Regionale, attualmente assente.

Deficit neonatale di vitamina b12 secondario a carenza materna: focus su pattern alimentari e intake nutrizionali in gravidanza / M. Tosi, C. Montanari, L. Fiori, M. Fioravanti, A. Bosetti, E. Bonaventura, D. Tonduti, L. Alberti, C. Cereda, G. Zuccotti, E. Verduci. ((Intervento presentato al convegno Congresso Annuale DiSS tenutosi a Milano : 24 novembre nel 2023.

Deficit neonatale di vitamina b12 secondario a carenza materna: focus su pattern alimentari e intake nutrizionali in gravidanza

M. Tosi
Primo
;
C. Montanari
Secondo
;
D. Tonduti;G. Zuccotti
Penultimo
;
E. Verduci
Ultimo
2023

Abstract

Introduzione e obiettivo: La vitamina B12 è essenziale per il corretto sviluppo neurologico fetale e post-natale, non può essere sintetizzata dall’organismo umano ed è assente negli alimenti di origine vegetale, ad eccezione di quantità discrete in alcune specie di alghe, comunque non sufficienti a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Lo screening neonatale esteso permette di identificarne la carenza neonatale secondaria alla deplezione materna. Questo studio si pone l’obiettivo di valutare i pattern alimentari delle madri di neonati con deficit secondario di vitamina B12 e gli intake nutrizionali di questa vitamina durante la gravidanza. Metodi: Da novembre 2021 ad aprile 2023 sono stati inviati dal Laboratorio di Screening Neonatale della Regione Lombardia presso il centro di Malattie Metaboliche Congenite dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi, 52 neonati con deficit di B12 secondario a deficit materno. L’iter diagnostico-terapeutico ha previsto la somministrazione di idrossicobalamina al neonato e alla madre e molteplici follow-up clinici, nutrizionali e neurologici. Tutte le mamme hanno effettuato una visita dietetica con valutazione degli intake nutrizionali di B12. Risultati: Il 40% delle valutazioni dietetiche è avvenuta in modalità telemedicina mentre le visite mediche pediatriche si sono svolte in presenza. La nazionalità maggiormente rappresentata è quella indiana (36%). Al primo accesso, l’84% delle pazienti presentava valori di B12 ematica inferiori a 400 ng/L. In merito all’allattamento, il 54% dei neonati era allattato esclusivamente al seno, il 38% in modalità mista e solo l’8% esclusivamente tramite formula. Durante la gravidanza, il 69% delle madri ha seguito una dieta onnivora, il 14% una dieta latto-ovo-vegetariana (LOV) e solo il 17% una dieta latto-vegetariana (LV). Considerando i fabbisogni LARN, durante la gravidanza emerge che solo il 53% delle mamme ha raggiunto il fabbisogno medio (AR) di 2,2 mcg/die tramite apporto alimentare, mentre il 33% delle mamme ha raggiunto l’assunzione raccomandata per la popolazione (PRI) di 2,6 mcg/die. Sono state inoltre indagate cause di malassorbimento gastrointestinale. Considerando il PRI, il 66% delle mamme onnivore, il 57% delle LOV e il 78% delle LV non lo ha soddisfatto con l’alimentazione. L’88% delle mamme ha assunto integrazioni e/o supplementazioni durante la gravidanza, ma solamente il 17% di queste ha integrato la vitamina B12. Conclusione: I risultati preliminari evidenziano come intake nutrizionali insufficienti di B12 risultino essere frequenti cause di deficit materno e neonatale, soprattutto in donne straniere vegetariane non adeguatamente supplementate che seguono tali pattern alimentari per motivazioni etico-culturali, ma anche in caso di dieta onnivora. Successivamente alla somministrazione di vitamina B12 si è osservato miglioramento dei livelli ematici e degli indici biochimici indiretti di stato carenziale. Emerge la necessità di una maggiore attenzione alla nutrizione in epoca gestazionale per prevenire la carenza di questo importante micronutriente, oltre che definire un modello di gestione diagnostico-terapeutica multidisciplinare, riconosciuto a livello Regionale, attualmente assente.
24-nov-2023
Settore MED/49 - Scienze Tecniche Dietetiche Applicate
Settore MED/38 - Pediatria Generale e Specialistica
Deficit neonatale di vitamina b12 secondario a carenza materna: focus su pattern alimentari e intake nutrizionali in gravidanza / M. Tosi, C. Montanari, L. Fiori, M. Fioravanti, A. Bosetti, E. Bonaventura, D. Tonduti, L. Alberti, C. Cereda, G. Zuccotti, E. Verduci. ((Intervento presentato al convegno Congresso Annuale DiSS tenutosi a Milano : 24 novembre nel 2023.
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