La complessità dei processi inerenti alle pratiche collaborative consiste nella costruzione di reti stabili e durature, con una visione sistemica orientata verso il lungo periodo e che condividono obiettivi e priorità strategico-politiche. Da un lato specifici fattori di contesto, organizzativi e operativi e di processo facilitano il ricorso ai due strumenti, incentivando gli attori (e le reti territoriali) ad abbandonare automatismi competitivi per accogliere logiche di governance collaborativa. Dall’altro lato la ricerca mostra come permangano fattori di natura ostativa (culturali e di resistenza al cambiamento, regolativi, amministrativi e organizzativi, economico-finanziari, politico-strategici) che impedirebbero l’avvio o lo sviluppo dei processi collaborativi. Questo perché la coprogettazione e la coprogrammazione, oltre a richiedere un importante cambio di paradigma, mettono a dura prova l’organizzazione interna ai singoli enti e richiedono expertise specifiche di intermediazione e facilitazione. Alla luce di queste dinamiche il capitolo approfondisce sfide e opportunità legate alle pratiche collaborative. A fronte dei nuovi rischi sociali, la coprogettazione e la coprogrammazione sembrano rappresentare la frontiera per innovare i servizi già esistenti e introdurne di nuovi in un tessuto socio-economico sempre più complesso e nella fase di policrisi che è in corso.
Le pratiche collaborative: fattori facilitanti e ostacolanti, sfide e opportunità della coprogettazione / C.V. DE TOMMASO, F. Maino - In: Agire insieme : Coprogettazione e coprogrammazione per cambiare il welfare : Sesto Rapporto sul secondo welfare / [a cura di] F. Maino. - [s.l] : Percorsi di secondo welfare, 2023. - ISBN 9791280161369. - pp. 100-128
Le pratiche collaborative: fattori facilitanti e ostacolanti, sfide e opportunità della coprogettazione
C.V. DE TOMMASO
Co-primo
;F. Maino
Co-primo
2023
Abstract
La complessità dei processi inerenti alle pratiche collaborative consiste nella costruzione di reti stabili e durature, con una visione sistemica orientata verso il lungo periodo e che condividono obiettivi e priorità strategico-politiche. Da un lato specifici fattori di contesto, organizzativi e operativi e di processo facilitano il ricorso ai due strumenti, incentivando gli attori (e le reti territoriali) ad abbandonare automatismi competitivi per accogliere logiche di governance collaborativa. Dall’altro lato la ricerca mostra come permangano fattori di natura ostativa (culturali e di resistenza al cambiamento, regolativi, amministrativi e organizzativi, economico-finanziari, politico-strategici) che impedirebbero l’avvio o lo sviluppo dei processi collaborativi. Questo perché la coprogettazione e la coprogrammazione, oltre a richiedere un importante cambio di paradigma, mettono a dura prova l’organizzazione interna ai singoli enti e richiedono expertise specifiche di intermediazione e facilitazione. Alla luce di queste dinamiche il capitolo approfondisce sfide e opportunità legate alle pratiche collaborative. A fronte dei nuovi rischi sociali, la coprogettazione e la coprogrammazione sembrano rappresentare la frontiera per innovare i servizi già esistenti e introdurne di nuovi in un tessuto socio-economico sempre più complesso e nella fase di policrisi che è in corso.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Capitolo-4_6R2W_DeTommaso-Maino.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Publisher's version/PDF
Dimensione
367.71 kB
Formato
Adobe PDF
|
367.71 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.