L’opera di Robert Musil è attraversata dal problema fondamentale di risolvere in unità la scissione tra sfera del sentimento e sfera dell’intelletto. In questo senso, la riflessione musiliana è perfettamente inscritta all’interno del dibattito epocale sul rapporto tra Kultur e Zivilisation. La dicotomia tra sentimento e intelletto assume nel corpus delle opere dell’autore diverse ramificazioni che si dividono tra immaginazione e realtà, fede e conoscenza, anima ed esattezza e morale e scienza. Questo articolo intende mostrare che l’originalità dell’interpretazione musiliana della Matematica risiede sostanzialmente in due operazioni concettuali: da un lato, Musil resiste alla tentazione di collocare l’intera Matematica nel polo del “razioide” [1] individuando viceversa in questa scienza “il volto non finalizzato, ma antieconomico e passionale” [2]; dall’altro, Musil compie alcuni tentativi per risolvere la separazione tra sentimento e intelletto impiegando proprio il paradigma offerto dalla duplice natura della Matematica. A seconda dell’accezione in cui è declinata la frattura tra intelletto e sentimento, l’operazione di sintesi attuata dalla Matematica assume scopi differenti. Nel primo romanzo musiliano, I turbamenti del giovane Törless (1906), la Matematica è analizzata come un particolare sistema segnico ed interpretata come uno strumento di natura principalmente gnoseologica. In alcuni stralci del quaderno 4 dei Diari (1899? - 1904 o oltre) e nel saggio L’uomo matematico (1913), che confluiscono nel primo volume de L’uomo senza qualità (1930 - 1933), le potenzialità di questa disciplina sono invece esaminate in connessione al problema morale [3].
Robert Musil: la Matematica come audacia della pura ratio / C. Larese. - In: LETTERA MATEMATICA PRISTEM. - ISSN 1593-5884. - 91:(2014), pp. 59-64. [10.1007/bf03356675]
Robert Musil: la Matematica come audacia della pura ratio
C. Larese
2014
Abstract
L’opera di Robert Musil è attraversata dal problema fondamentale di risolvere in unità la scissione tra sfera del sentimento e sfera dell’intelletto. In questo senso, la riflessione musiliana è perfettamente inscritta all’interno del dibattito epocale sul rapporto tra Kultur e Zivilisation. La dicotomia tra sentimento e intelletto assume nel corpus delle opere dell’autore diverse ramificazioni che si dividono tra immaginazione e realtà, fede e conoscenza, anima ed esattezza e morale e scienza. Questo articolo intende mostrare che l’originalità dell’interpretazione musiliana della Matematica risiede sostanzialmente in due operazioni concettuali: da un lato, Musil resiste alla tentazione di collocare l’intera Matematica nel polo del “razioide” [1] individuando viceversa in questa scienza “il volto non finalizzato, ma antieconomico e passionale” [2]; dall’altro, Musil compie alcuni tentativi per risolvere la separazione tra sentimento e intelletto impiegando proprio il paradigma offerto dalla duplice natura della Matematica. A seconda dell’accezione in cui è declinata la frattura tra intelletto e sentimento, l’operazione di sintesi attuata dalla Matematica assume scopi differenti. Nel primo romanzo musiliano, I turbamenti del giovane Törless (1906), la Matematica è analizzata come un particolare sistema segnico ed interpretata come uno strumento di natura principalmente gnoseologica. In alcuni stralci del quaderno 4 dei Diari (1899? - 1904 o oltre) e nel saggio L’uomo matematico (1913), che confluiscono nel primo volume de L’uomo senza qualità (1930 - 1933), le potenzialità di questa disciplina sono invece esaminate in connessione al problema morale [3].Pubblicazioni consigliate
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