For decades the European Union has developed a regulatory system that has no equal on the international scene: the Common European Asylum System ( hereinafter CEAS) in order to achieve the objective enshrined in Article 78 of the TFEU: to grant an adequate protection status to any third-country national in need of protection. However, despite its many achievements, the CEAS remains far from being perfect. Following the massive migratory influx that reached Europe between 2015 and 2016, it became evident that the EU's international protection policy was deficient; and the consequence of its failures was a succession of grave violations of the international protection seekers' rights. Many used the collapse of overburdened national systems to justify the mistreatment of thousands of applicants for protection. This served the EU and its states to justify a controversial policy of externalization of migration controls and the adoption of dissuasive measures as varied as they were questionable. However, such violations of the rights of applicants were already occurring years before, when the number of arrivals was much lower. Following a study of the CEAS, it has been observed that it suffers from shortcomings that make it an inefficient and non-solidarity-based system, which provides an insufficient degree of harmonization of international protection procedures and conditions related to the reception of applicants. Thus, due to a plurality of procedures, deadlines, guarantees and rights, the recognition rates and reception conditions granted by one State or the other can make a transcendental difference for the applicant. For all these reasons, the legal status of the applicant for protection is affected by great legal uncertainty, which undoubtedly weakens their protection. Consequently, the incorporation of a new regulation to the CEAS is proposed: A regulation concerning the common statute of rights of the applicant for international protection in the European Union. It is argued that it can constitute a normative tool against the systematic violations suffered by a particularly vulnerable group, favouring the efficacy of the system. Thus, this study analyses the current state of the CEAS, the reasons that support the proposal, and its objectives, concluding with an explanation of the guidelines that should be developed in the regulation.

Per decenni, l'Unione europea ha sviluppato un sistema normativo senza precedenti nel panorama internazionale: il Sistema europeo comune di asilo (di seguito CEAS), al fine di raggiungere l'obiettivo stabilito dall'articolo 78 del TFUE: offrire uno status adeguato a qualsiasi cittadino di un Paese terzo che necessita di protezione. Tuttavia, nonostante i suoi numerosi successi, il sistema europeo comune di asilo è è ancora lontano dall'essere perfetto. All'indomani del massiccio afflusso migratorio che ha raggiunto l'Europa tra il 2015 e il 2016, è emerso chiaramente che la politica di protezione internazionale dell'UE era inadeguata; la conseguenza delle sue carenze è stata una concatenazione di gravi violazioni dei diritti dei richiedenti protezione internazionale. Molti hanno giustificato il maltrattamento di migliaia di richiedenti protezione con il collasso dei sistemi nazionali sovraccarichi. Ciò è servito all'UE e ai suoi Stati per giustificare una controversa politica di esternalizzazione dei controlli sull'immigrazione e l'adozione di misure dissuasive tanto varie quanto discutibili. Tuttavia, queste violazioni dei diritti dei richiedenti si erano già verificate anni prima, quando il numero di arrivi era molto più basso. A seguito di uno studio sul CEAS, è stato osservato che soffre di gravi carenze che lo rendono un sistema inefficiente e non solidale; che fornisce un grado insufficiente di armonizzazione delle procedure di protezione internazionale e delle condizioni di accoglienza dei richiedenti. Inoltre, con una pluralità di procedure, scadenze, garanzie e diritti, i tassi di riconoscimento e le condizioni di accoglienza concessi da uno Stato o da un altro possono fare una differenza significativa per il richiedente. Di conseguenza, lo status giuridico del richiedente protezione è avvolto da una grande incertezza giuridica, che indubbiamente indebolisce la sua protezione. A questo punto, si propone di inserire nel CEAS un nuovo regolamento: un regolamento sullo status comune dei diritti dei richiedenti protezione internazionale nell'Unione europea. Nella convinzione che esso costituirebbe uno strumento normativo contro le violazioni sistematiche subite da un gruppo particolarmente vulnerabile e che favorirebbe l'efficacia del sistema, il presente documento analizza lo stato attuale della normativa, le ragioni alla base della proposta e i suoi obiettivi. Si conclude con una spiegazione delle disposizioni che dovrebbero essere sviluppate nel regolamento.

UN ESTATUTO COMÚN DE DERECHOS PARA LOS SOLICITANTES DE PROTECCIÓN INTERNACIONAL EN LA UNIÓN EUROPEA / M.d. Requena De Torre ; tutor: F. Scuto ; tutor: J.M. Porras Ramírez (Granada) ; coordinatore del Dottorato: F. Biondi ; coordinadora del doctorado (Granada): F. Villalba Pérez coordinadora del doctorado (Granada): F. Villalba Pérez. Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico - Politici, 2023 Oct 25. 35. ciclo, Anno Accademico 2022.

UN ESTATUTO COMÚN DE DERECHOS PARA LOS SOLICITANTES DE PROTECCIÓN INTERNACIONAL EN LA UNIÓN EUROPEA

M.D. REQUENA DE TORRE
2023

Abstract

For decades the European Union has developed a regulatory system that has no equal on the international scene: the Common European Asylum System ( hereinafter CEAS) in order to achieve the objective enshrined in Article 78 of the TFEU: to grant an adequate protection status to any third-country national in need of protection. However, despite its many achievements, the CEAS remains far from being perfect. Following the massive migratory influx that reached Europe between 2015 and 2016, it became evident that the EU's international protection policy was deficient; and the consequence of its failures was a succession of grave violations of the international protection seekers' rights. Many used the collapse of overburdened national systems to justify the mistreatment of thousands of applicants for protection. This served the EU and its states to justify a controversial policy of externalization of migration controls and the adoption of dissuasive measures as varied as they were questionable. However, such violations of the rights of applicants were already occurring years before, when the number of arrivals was much lower. Following a study of the CEAS, it has been observed that it suffers from shortcomings that make it an inefficient and non-solidarity-based system, which provides an insufficient degree of harmonization of international protection procedures and conditions related to the reception of applicants. Thus, due to a plurality of procedures, deadlines, guarantees and rights, the recognition rates and reception conditions granted by one State or the other can make a transcendental difference for the applicant. For all these reasons, the legal status of the applicant for protection is affected by great legal uncertainty, which undoubtedly weakens their protection. Consequently, the incorporation of a new regulation to the CEAS is proposed: A regulation concerning the common statute of rights of the applicant for international protection in the European Union. It is argued that it can constitute a normative tool against the systematic violations suffered by a particularly vulnerable group, favouring the efficacy of the system. Thus, this study analyses the current state of the CEAS, the reasons that support the proposal, and its objectives, concluding with an explanation of the guidelines that should be developed in the regulation.
25-ott-2023
Per decenni, l'Unione europea ha sviluppato un sistema normativo senza precedenti nel panorama internazionale: il Sistema europeo comune di asilo (di seguito CEAS), al fine di raggiungere l'obiettivo stabilito dall'articolo 78 del TFUE: offrire uno status adeguato a qualsiasi cittadino di un Paese terzo che necessita di protezione. Tuttavia, nonostante i suoi numerosi successi, il sistema europeo comune di asilo è è ancora lontano dall'essere perfetto. All'indomani del massiccio afflusso migratorio che ha raggiunto l'Europa tra il 2015 e il 2016, è emerso chiaramente che la politica di protezione internazionale dell'UE era inadeguata; la conseguenza delle sue carenze è stata una concatenazione di gravi violazioni dei diritti dei richiedenti protezione internazionale. Molti hanno giustificato il maltrattamento di migliaia di richiedenti protezione con il collasso dei sistemi nazionali sovraccarichi. Ciò è servito all'UE e ai suoi Stati per giustificare una controversa politica di esternalizzazione dei controlli sull'immigrazione e l'adozione di misure dissuasive tanto varie quanto discutibili. Tuttavia, queste violazioni dei diritti dei richiedenti si erano già verificate anni prima, quando il numero di arrivi era molto più basso. A seguito di uno studio sul CEAS, è stato osservato che soffre di gravi carenze che lo rendono un sistema inefficiente e non solidale; che fornisce un grado insufficiente di armonizzazione delle procedure di protezione internazionale e delle condizioni di accoglienza dei richiedenti. Inoltre, con una pluralità di procedure, scadenze, garanzie e diritti, i tassi di riconoscimento e le condizioni di accoglienza concessi da uno Stato o da un altro possono fare una differenza significativa per il richiedente. Di conseguenza, lo status giuridico del richiedente protezione è avvolto da una grande incertezza giuridica, che indubbiamente indebolisce la sua protezione. A questo punto, si propone di inserire nel CEAS un nuovo regolamento: un regolamento sullo status comune dei diritti dei richiedenti protezione internazionale nell'Unione europea. Nella convinzione che esso costituirebbe uno strumento normativo contro le violazioni sistematiche subite da un gruppo particolarmente vulnerabile e che favorirebbe l'efficacia del sistema, il presente documento analizza lo stato attuale della normativa, le ragioni alla base della proposta e i suoi obiettivi. Si conclude con una spiegazione delle disposizioni che dovrebbero essere sviluppate nel regolamento.
Durante décadas la Unión Europea ha elaborado un sistema normativo sin parangón en el panorama internacional: el Sistema Europeo Común de Asilo (en adelante, SECA) a fin de alcanzar el objetivo plasmado en el artículo 78 del TFUE: otorgar un estatuto de protección adecuado a todo nacional de un tercer Estado que requiera protección. Sin embargo, pese a sus muchos logros, el SECA dista mucho de ser perfecto. Tras la afluencia migratoria masiva que alcanzó Europa entre 2015 y 2016, se evidenció que la política de protección internacional de la Unión Europea era deficiente; y la consecuencia de sus fallos era una sucesión de graves violaciones de los derechos de los solicitantes de protección internacional. Muchos justificaron entonces el maltrato que sufrían miles de solicitantes de protección amparándose en el colapso de unos sistemas nacionales saturados. Lo que sirvió a la UE y a sus Estados para justificar una polémica política de externalización de controles migratorios, y la adopción de medidas disuasorias tan variadas como cuestionables. Sin embargo, esas vulneraciones de derechos a los solicitantes ya sucedían años antes, cuando el número de llegadas era muy inferior. Tras un estudio del SECA se ha observado que este adolece de unas deficiencias que lo sitúan como un sistema ineficiente e insolidario; que proporciona un grado insuficiente de armonización de los procedimientos de protección internacional y de las condiciones relativas con la acogida de los solicitantes. Así, dotado de una pluralidad de procedimientos, plazos, garantías y derechos, los porcentajes de reconocimiento y las condiciones de acogida que dispensa un Estado u otro pueden llegar a suponer una diferencia trascendental para el solicitante. Por todo ello, el estatuto jurídico del solicitante de protección se encuentra afectado por una gran inseguridad jurídica que, sin duda, debilita su protección. En consecuencia, se propone la incorporación de un nuevo reglamento al SECA. Un reglamento relativo al estatuto común de derechos del solicitante de protección internacional en la Unión Europea. Convencidos de que puede constituir una herramienta normativa contra las sistemáticas vulneraciones sufridas por un colectivo especialmente vulnerable, favoreciendo la efectividad del sistema. Así, en suma, este trabajo analiza el estado actual de la normativa, los motivos que respaldan la propuesta, y sus objetivos, concluyendo con una explicación de las directrices que deberían desarrollarse en el reglamento.
Richiedenti protezione internazionale; diritti; sistema europeo comune di asilo (CEAS); politica di protezione internazionale; statuto comune dei diritti
Settore IUS/14 - Diritto dell'Unione Europea
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
SCUTO, FILIPPO
Doctoral Thesis
UN ESTATUTO COMÚN DE DERECHOS PARA LOS SOLICITANTES DE PROTECCIÓN INTERNACIONAL EN LA UNIÓN EUROPEA / M.d. Requena De Torre ; tutor: F. Scuto ; tutor: J.M. Porras Ramírez (Granada) ; coordinatore del Dottorato: F. Biondi ; coordinadora del doctorado (Granada): F. Villalba Pérez coordinadora del doctorado (Granada): F. Villalba Pérez. Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico - Politici, 2023 Oct 25. 35. ciclo, Anno Accademico 2022.
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Descrizione: tesi di dottorato un estatuto común de derechos para los solicitantes de protección internacional en la Unión Europea.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/1019210
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