La prematurità è considerata un fattore di rischio di ipoacusia, sebbene sia possibile un miglioramento della soglia uditiva nel corso del tempo. Abbiamo analizzato l’outcome uditivo dei bambini nati prematuri che 1) non hanno superato lo screening audiologico neonatale alla nascita; 2) hanno superato lo screening audiologico neonatale. I primi sono stati valutati a distanza di 18 mesi di età corretta (mediante otoemissioni, potenziali evocati uditivi, esame audiometrico comportamentale infantile, impedenzometria), i secondi all’età di 6-7 anni (mediante otoemissioni, esame audiometrico tonale, esame audiometrico vocale (in quiete e nel rumore), impedenzometria). I neonati prematuri con diagnosi confermata di ipoacusia alla nascita sono andati incontro a miglioramento della soglia uditiva nel 58.7% (81/138) dei casi, mentre un completo recupero uditivo è stato osservato nel 35.5% (49/138) dei casi. La probabilità di miglioramento uditivo è inversamente proporzionale al grado di ipoacusia iniziale. L’allattamento materno è risultato l’unico fattore correlato positivamente al miglioramento della soglia uditiva. Per quanto concerne i bambini nati prematuri normoacusici alla nascita, non è stato riscontrato alcun peggioramento della soglia uditiva a distanza di anni, sebbene in alcuni casi le otoemissioni fossero deficitarie. Di conseguenza, è bene sottolineare da una parte l’importanza di posticipare l’indicazione all’intervento di posizionamento di impianto cocleare nei neonati con una storia di sordità per la possibilità di recupero uditivo, dall’altra la tendenza al non peggioramento uditivo nel corso degli anni.

Udito e prematurità / M. Aldè. ((Intervento presentato al 39. convegno Congresso Nazionale SIAF tenutosi a Pisa nel 2023.

Udito e prematurità

M. Aldè
Primo
2023

Abstract

La prematurità è considerata un fattore di rischio di ipoacusia, sebbene sia possibile un miglioramento della soglia uditiva nel corso del tempo. Abbiamo analizzato l’outcome uditivo dei bambini nati prematuri che 1) non hanno superato lo screening audiologico neonatale alla nascita; 2) hanno superato lo screening audiologico neonatale. I primi sono stati valutati a distanza di 18 mesi di età corretta (mediante otoemissioni, potenziali evocati uditivi, esame audiometrico comportamentale infantile, impedenzometria), i secondi all’età di 6-7 anni (mediante otoemissioni, esame audiometrico tonale, esame audiometrico vocale (in quiete e nel rumore), impedenzometria). I neonati prematuri con diagnosi confermata di ipoacusia alla nascita sono andati incontro a miglioramento della soglia uditiva nel 58.7% (81/138) dei casi, mentre un completo recupero uditivo è stato osservato nel 35.5% (49/138) dei casi. La probabilità di miglioramento uditivo è inversamente proporzionale al grado di ipoacusia iniziale. L’allattamento materno è risultato l’unico fattore correlato positivamente al miglioramento della soglia uditiva. Per quanto concerne i bambini nati prematuri normoacusici alla nascita, non è stato riscontrato alcun peggioramento della soglia uditiva a distanza di anni, sebbene in alcuni casi le otoemissioni fossero deficitarie. Di conseguenza, è bene sottolineare da una parte l’importanza di posticipare l’indicazione all’intervento di posizionamento di impianto cocleare nei neonati con una storia di sordità per la possibilità di recupero uditivo, dall’altra la tendenza al non peggioramento uditivo nel corso degli anni.
10-nov-2023
Settore MED/32 - Audiologia
Settore MED/31 - Otorinolaringoiatria
Settore MED/38 - Pediatria Generale e Specialistica
Udito e prematurità / M. Aldè. ((Intervento presentato al 39. convegno Congresso Nazionale SIAF tenutosi a Pisa nel 2023.
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