La riflessione sulla relazione tra corpi e politica è stata al centro del dibattito filosofico fin dai suoi albori, intrecciandosi in maniera costitutiva alla concezione della cittadinanza e della possibilità di partecipare alla vita politica. Nel mondo greco, infatti, il corpo diventa simbolo di tutte le sfere e le dimensioni della vita considerate biologiche e per questo escluse dalla politica e dai suoi spazi: la politica si interessa della ragione e dell’anima scacciando i corpi dal proprio sguardo, considerandoli pura materia priva di una sostanza propria. Allo stesso tempo, però, la metafora del corpo diventa il paradigma per definire i sistemi di governo e le immagini della società. Questa rappresentazione della società come di un corpo politico trova il suo compimento più pieno nella modernità – basti pensare al frontespizio del Leviatano di Hobbes – ma affonda le sue radici già nel pensiero politico dell’antichità ed estende i suoi rami fin nel mondo e nel lessico contemporanei. Già Teognide, nel VII secolo a.C., nel parlare di Megara scrive che «questa città è gravida e io temo che partorisca / un uomo che corregga la nostra ignobile tracotanza» e Menenio Agrippa, nel suo più celebre discorso riportato da Livio, sottolinea che «sic senatus et populus quasi unum corpus discordia pereunt concordia valent», paragonando le società a dei corpi umani e organici. Questo movimento di un corpo costantemente escluso e riaccolto appare come un paradosso, che svela alcune delle contraddizioni e delle strutture della riflessione politica occidentale.

This paper examines the relationship between bodies and politics in order to show how images of corporeality construct modes of inclusion and exclusion and define processes of subjectivation. Beginning with an analysis of the frontis- piece of Hobbes’s Leviathan, the paper explores the feminist criticisms of Mar- garet Cavendish and Mary Wollstonecraft. Then, the study considers biology’s laying claim to bodies in order to analyze processes of naturalization, read and criticized through the works of Carla Lonzi and Angela Putino. Finally, I address the concept of somatechnics to illustrate the stratification of political bodies.

Corpi politici sessuati : dal corpo del re alla somatecnica della regina / C. Cossutta. - In: P.O.I.. - ISSN 2611-6049. - 8:1(2021), pp. 46-66. [10.5281/zenodo.5714454]

Corpi politici sessuati : dal corpo del re alla somatecnica della regina

C. Cossutta
2021

Abstract

La riflessione sulla relazione tra corpi e politica è stata al centro del dibattito filosofico fin dai suoi albori, intrecciandosi in maniera costitutiva alla concezione della cittadinanza e della possibilità di partecipare alla vita politica. Nel mondo greco, infatti, il corpo diventa simbolo di tutte le sfere e le dimensioni della vita considerate biologiche e per questo escluse dalla politica e dai suoi spazi: la politica si interessa della ragione e dell’anima scacciando i corpi dal proprio sguardo, considerandoli pura materia priva di una sostanza propria. Allo stesso tempo, però, la metafora del corpo diventa il paradigma per definire i sistemi di governo e le immagini della società. Questa rappresentazione della società come di un corpo politico trova il suo compimento più pieno nella modernità – basti pensare al frontespizio del Leviatano di Hobbes – ma affonda le sue radici già nel pensiero politico dell’antichità ed estende i suoi rami fin nel mondo e nel lessico contemporanei. Già Teognide, nel VII secolo a.C., nel parlare di Megara scrive che «questa città è gravida e io temo che partorisca / un uomo che corregga la nostra ignobile tracotanza» e Menenio Agrippa, nel suo più celebre discorso riportato da Livio, sottolinea che «sic senatus et populus quasi unum corpus discordia pereunt concordia valent», paragonando le società a dei corpi umani e organici. Questo movimento di un corpo costantemente escluso e riaccolto appare come un paradosso, che svela alcune delle contraddizioni e delle strutture della riflessione politica occidentale.
This paper examines the relationship between bodies and politics in order to show how images of corporeality construct modes of inclusion and exclusion and define processes of subjectivation. Beginning with an analysis of the frontis- piece of Hobbes’s Leviathan, the paper explores the feminist criticisms of Mar- garet Cavendish and Mary Wollstonecraft. Then, the study considers biology’s laying claim to bodies in order to analyze processes of naturalization, read and criticized through the works of Carla Lonzi and Angela Putino. Finally, I address the concept of somatechnics to illustrate the stratification of political bodies.
Body; biopolitics; somatechnics; feminism
Settore SPS/01 - Filosofia Politica
2021
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