Il diritto a non avere paura. Sicurezza, populismo penale e questione democratica

Starting from the analysis of the Italian legislation on urban security, the article intends to discuss the recent public policies’ tendency of extending criminal control and urban surveillance, often sacrificing fundamental rights on the altar of social security. This trend is fully consistent with the crisis of contemporary democracies, increasingly influenced by populist movements, in opposition to which technocratic solutions arise. In particular, we intend to analyse the expression “penal populism” in order to highlight how the penal field constitutes the privileged ground for the affirmation of political projects that force the limits of the rule of law. The impact of penal populism on the quality of ‘our’ democracies and the proposal of a path to strengthen them will be considered in the conclusion.

A partire dall’analisi della recente legislazione in tema di sicurezza urbana, s’intende discutere di come, in ragione di una sicurezza intesa come diritto individuale a ottenere una protezione totale, le politiche pubbliche siano continuamente chiamate a estendere il controllo penale e il disciplinamento urbano, rendendo sacrificabili i diritti fondamentali sull’altare della sicurezza, e s’inscrivano pienamente nelle tensioni delle democrazie contemporanee, sempre più attraversate da istanze populiste a cui si vorrebbe rispondere con soluzioni tecnocratiche. In particolare, l’espressione “populismo penale” sarà analizzata per mettere in luce come il campo penale costituisca il terreno privilegiato per l’affermazione di progetti politici che forzano i limiti dello stato di diritto. L’impatto del populismo penale così inteso sulla qualità delle ‘nostre’ democrazie e la proposta di un percorso per rinsaldarle saranno considerati in sede di conclusione.