La representación mediática de los ‘caminantes’ en tiempos de Covid 19 y la construcción de identidades racializadas

In America Latina e in Perù, la crisi sanitaria ed economica esplosa a seguito della pandemia da Covid-19 ha aggravato le disuguaglianze sociali e ridisegnato nuovi flussi migratori. Nei primi mesi del 2020, le misure restrittive per contenere la diffusione del virus hanno provocato la migrazione di migliaia di persone che da Lima sono ritornate nelle loro regioni d’origine – andine e amazzoniche – a causa degli scarsi mezzi di sussistenza. I giornali li hanno soprannominati “caminantes”. La crisi ha invertito il movimento migratorio che dagli anni ‘50 ha caratterizzato la migrazione di persone di origine indigena verso le aree urbane, soprattutto Lima che, nell’immaginario nazionale peruviano, hanno storicamente rappresentato l’Altro. Il ruolo della stampa è stato fondamentale nel naturalizzare questo esogruppo come povero, rurale, non educato, in contrapposizione a un endogruppo, urbano e istruito. Questa dicotomia si basa su ideologie ancorate a una dimensione culturale che solo superficialmente non appare razzista. All’interno della cornice teorica della Analisi Critica del Discorso e con riferimento al modello del quadrato ideologico sviluppato da van Dijk (2000, 2005), questo articolo indaga le strategie discorsive e ideologiche impiegate dalla stampa peruviana per rappresentare i cosiddetti “caminantes”. In linea con gli di studi dedicati all’analisi del discorso razzista in Perù, si analizzano le notizie dei quotidiani nazionali El Comercio e La República che hanno trattato il fenomeno della migrazione di ritorno, con l’obiettivo di analizzare la rappresentazione degli attori sociali e comprendere come si costruiscono discorsivamente nuove categorie razzializzate.