Il presente lavoro è volto allo studio, dal punto di vista istologico, della struttura ossea dell'individuo subadulto umano al fine di approfondirne la conoscenza e verificare il suo potenziale nella diagnosi di specie. In particolare è stato indagato il range di età tra 0 e 5 anni per individuare uno stadio in cui la struttura umana potesse sovrapporsi a quella animale. L’interesse per la questione nasce da un recente caso forense nel quale è stato necessario eseguire una diagnosi di specie su ossa combuste, dove non era possibile fare affidamento alle tecniche biomolecolari; lo stesso problema si presenta comunque spesso con materiale archeologico frammentato o carbonizzato. Avendo un sospetto di identità subadulta, 5 anni, ci si è posti il problema dell’esistenza di uno momento cronologico in cui la diagnosi non fosse possibile. Si è quindi andati ad analizzare un campione di ossa piatte (teche craniche) e di ossa lunghe (femori) preparati istologicamente, concentrando l’attenzione su tutte quelle strutture tipiche dell’osso umano o dell’osso animale, riportate dalla bibliografia. Quello che emerge è, per le ossa lunghe, l'esistenza di più fasi in cui vi è un effettiva possibilità di sovrapposizione tra il tessuto umano e quello animale. Sono stati osservati infatti casi di tessuto ancora fibroso negli individui di 1 mese ed 1 anno ed è stato poi rinvenuto, in una sezione relativa all'individuo di 2,5 anni anche del tessuto plessiforme, solitamente associato alla struttura ossea animale. La conferma della possibile presenza di tessuto osseo plessiforme nel subadulto risulta in accordo con l'esigua bibliografia esistente. Per quanto concerne le ossa piatte, si è concluso che non è possibile usufruire, per la diagnosi di specie, di quei metodi solitamente applicati per le ossa lunghe. Nelle ossa piatte infatti mancano quelle strutture a cui di solito si fa riferimento per la distinzione tra umano e animale: osso lamellare osteonico e osteon banding per l'umano, osso plessiforme e osteon banding per quanto riguarda gli animali. Si tratta comunque di uno studio pilota e le informazioni sui soggetti parziali; è quindi auspicabile che la conoscenza dell'argomento venga ampliata con ulteriori studi dal momento che pare reale il rischio di errore diagnostico in materiale infantile.

Diagnosi di specie umana da tessuto osseo nei subadulti / F. Magli, G. Caccia, D. Porta, C. Cattaneo. - In: ANNALI DELL'UNIVERSITÀ DI FERRARA. SEZIONE: MUSEOLOGIA SCIENTIFICA E NATURALISTICA. - ISSN 1824-2707. - 9:1(2013 Sep), pp. 23-23. (Intervento presentato al convegno Variabilità umana tra passato e presente tenutosi a Ferrara nel 2013).

Diagnosi di specie umana da tessuto osseo nei subadulti

G. Caccia;D. Porta;C. Cattaneo
2013

Abstract

Il presente lavoro è volto allo studio, dal punto di vista istologico, della struttura ossea dell'individuo subadulto umano al fine di approfondirne la conoscenza e verificare il suo potenziale nella diagnosi di specie. In particolare è stato indagato il range di età tra 0 e 5 anni per individuare uno stadio in cui la struttura umana potesse sovrapporsi a quella animale. L’interesse per la questione nasce da un recente caso forense nel quale è stato necessario eseguire una diagnosi di specie su ossa combuste, dove non era possibile fare affidamento alle tecniche biomolecolari; lo stesso problema si presenta comunque spesso con materiale archeologico frammentato o carbonizzato. Avendo un sospetto di identità subadulta, 5 anni, ci si è posti il problema dell’esistenza di uno momento cronologico in cui la diagnosi non fosse possibile. Si è quindi andati ad analizzare un campione di ossa piatte (teche craniche) e di ossa lunghe (femori) preparati istologicamente, concentrando l’attenzione su tutte quelle strutture tipiche dell’osso umano o dell’osso animale, riportate dalla bibliografia. Quello che emerge è, per le ossa lunghe, l'esistenza di più fasi in cui vi è un effettiva possibilità di sovrapposizione tra il tessuto umano e quello animale. Sono stati osservati infatti casi di tessuto ancora fibroso negli individui di 1 mese ed 1 anno ed è stato poi rinvenuto, in una sezione relativa all'individuo di 2,5 anni anche del tessuto plessiforme, solitamente associato alla struttura ossea animale. La conferma della possibile presenza di tessuto osseo plessiforme nel subadulto risulta in accordo con l'esigua bibliografia esistente. Per quanto concerne le ossa piatte, si è concluso che non è possibile usufruire, per la diagnosi di specie, di quei metodi solitamente applicati per le ossa lunghe. Nelle ossa piatte infatti mancano quelle strutture a cui di solito si fa riferimento per la distinzione tra umano e animale: osso lamellare osteonico e osteon banding per l'umano, osso plessiforme e osteon banding per quanto riguarda gli animali. Si tratta comunque di uno studio pilota e le informazioni sui soggetti parziali; è quindi auspicabile che la conoscenza dell'argomento venga ampliata con ulteriori studi dal momento che pare reale il rischio di errore diagnostico in materiale infantile.
Settore BIO/08 - Antropologia
set-2013
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