Con l’accrescersi del fenomeno migratorio negli ultimi anni, il Mediterraneo ha catturato l’attenzione mediatica, politica, critica e creativa, e si è affermato come il luogo reale e simbolico di un confine paradossalmente rigido e fluido. In questo mare di mezzo, la tragedia della morte convive con le pratiche di salvataggio, i dibattiti politici sulla normatività dei confini territoriali sono sfidati dalle pratiche quotidiane dell’attraversamento e della fuga, gli atteggiamenti protettivi delle culture che si sentono invase e minacciate si scontrano con l’offerta di altre visioni del mondo, di diverse espressioni artistiche e proposte di nuove forme di relazioni umane. La costruzione retorica dominante e la rappresentazione mediatica del migrante hanno portato alla spettacolarizzazione del fenomeno della migrazione e hanno mostrato l’emergenza delle problematiche a esso connesse in forme opposte spesso inconciliabili: la riconosciuta drammaticità della condizione migrante e il rifiuto dell’incontro, la necessità del dialogo interculturale e la rigidità del confine che separa, l’isolamento culturale e la conservazione della memoria migrante come storia condivisa. Seguendo gli approcci metodologici dei Cultural Studies e della critica postcoloniale, questo saggio si articola intorno alla lettura del Mediterraneo come mare di collegamento e di relazioni, e del confine che esso costituisce sia come paesaggio costruito e sistema di potere sia come luogo di pratiche di resistenza e di elaborazione di speranza. Secondo l’ottica interdisciplinare e dialogica tipica delle metodologie culturalista e postcoloniale, questo saggio procede secondo una prospettiva anti-canonica, divergente e dissenziente rispetto ai discorsi egemonici e presenta un’analisi della migrazione contemporanea dall’Africa verso l’Italia attraverso il Mediterraneo come un movimento di culture che cambiano, si scontrano e si ibridano. Il saggio si ispira al volume Migrantion and the contemporary Mediterranean. Shifting Cultures in twenty-first-century Italy and beyond (Peter Lang 2018) che osserva anche le estetiche del confine nelle produzioni teatrali sulla migrazione e Lampedusa, nella nuova cinematografia documentaristica, nella conservazione museale degli oggetti della memoria migrante e nelle pratiche culturali hip hop dei nuovi italiani.
Attraverso il Mediterraneo: la linea del confine e le sue parole nel mare di mezzo = Über den Mittelmeerraum: Die Grenze und ihre Diskurse im ‘Meer der Mitte’” / C. Gualtieri (INTERKULTURALITÄT). - In: Flucht – Grenze – Integration = Fuga – Confine – Integrazione : Beiträge zum Phänomen der Deplatzierung = Contributi al fenomeno dello spostamento / [a cura di] D. Heimböckel, N. Roelens, C. Wille. - Prima edizione. - Bielefeld : Transcript Verlag, 2020. - ISBN 9783837651171. - pp. 28-48 (( convegno Flucht – Grenze – Integration = Fuga – Confine – Integrazione tenutosi a Como nel 2018 [10.14361/9783839451175-004].
Attraverso il Mediterraneo: la linea del confine e le sue parole nel mare di mezzo = Über den Mittelmeerraum: Die Grenze und ihre Diskurse im ‘Meer der Mitte’”
C. Gualtieri
2020
Abstract
Con l’accrescersi del fenomeno migratorio negli ultimi anni, il Mediterraneo ha catturato l’attenzione mediatica, politica, critica e creativa, e si è affermato come il luogo reale e simbolico di un confine paradossalmente rigido e fluido. In questo mare di mezzo, la tragedia della morte convive con le pratiche di salvataggio, i dibattiti politici sulla normatività dei confini territoriali sono sfidati dalle pratiche quotidiane dell’attraversamento e della fuga, gli atteggiamenti protettivi delle culture che si sentono invase e minacciate si scontrano con l’offerta di altre visioni del mondo, di diverse espressioni artistiche e proposte di nuove forme di relazioni umane. La costruzione retorica dominante e la rappresentazione mediatica del migrante hanno portato alla spettacolarizzazione del fenomeno della migrazione e hanno mostrato l’emergenza delle problematiche a esso connesse in forme opposte spesso inconciliabili: la riconosciuta drammaticità della condizione migrante e il rifiuto dell’incontro, la necessità del dialogo interculturale e la rigidità del confine che separa, l’isolamento culturale e la conservazione della memoria migrante come storia condivisa. Seguendo gli approcci metodologici dei Cultural Studies e della critica postcoloniale, questo saggio si articola intorno alla lettura del Mediterraneo come mare di collegamento e di relazioni, e del confine che esso costituisce sia come paesaggio costruito e sistema di potere sia come luogo di pratiche di resistenza e di elaborazione di speranza. Secondo l’ottica interdisciplinare e dialogica tipica delle metodologie culturalista e postcoloniale, questo saggio procede secondo una prospettiva anti-canonica, divergente e dissenziente rispetto ai discorsi egemonici e presenta un’analisi della migrazione contemporanea dall’Africa verso l’Italia attraverso il Mediterraneo come un movimento di culture che cambiano, si scontrano e si ibridano. Il saggio si ispira al volume Migrantion and the contemporary Mediterranean. Shifting Cultures in twenty-first-century Italy and beyond (Peter Lang 2018) che osserva anche le estetiche del confine nelle produzioni teatrali sulla migrazione e Lampedusa, nella nuova cinematografia documentaristica, nella conservazione museale degli oggetti della memoria migrante e nelle pratiche culturali hip hop dei nuovi italiani.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Gualtieri_Fuga_Confine_Integrazione_2020.pdf
accesso riservato
Tipologia:
Publisher's version/PDF
Dimensione
2.56 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.56 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.