Le recenti normative derivanti dall’applicazione della direttiva 91/676/CEE riducono sensibilmente la possibilità di utilizzare fertilizzanti di origine animale, in particolare nelle zone vulnerabili. Le aziende collocate nella pianura lombarda caratterizzata da aree ad alta vocazione zootecnica dove la densità di capi è molto elevata devono affrontare il problema dell’eccesso di azoto prodotto. Obiettivo della ricerca è fornire strumenti di programmazione e pianificazione territoriale per l’adeguamento alla normativa, salvaguardando la competitività delle aziende. A questo fine, è stata realizzata l’analisi territoriale delle caratteristiche strutturali e gestionali delle aziende zootecniche con particolare riferimento alla produzione di reflui e al loro uso agronomico. In conformità a esperienze italiane e internazionali sull’argomento sono state analizzate le diverse tecniche impiantistiche e gestionali impiegabili, evidenziandone vantaggi e svantaggi e prendendo in considerazione sia soluzioni da implementare nelle singole aziende, sia alternative di gestione consortile. Sono stati definiti modelli gestionali caratterizzati dell’applicabilità, e dal rapporto costoefficacia di riduzione del surplus di azoto. La metodologia sviluppata è stata applicata nel territorio della provincia di Lodi. E’stato impiegato il Sistema Informativo Territoriale (SIT) del Settore Agricoltura della Provincia di Lodi, portando la scala di lavoro al dettaglio particellare per la caratterizzazione del territorio con uno schema di valutazione multicriteria basato su diversi indicatori e obiettivi diversificati. L’area di studio costituita da 6 comuni con una superficie totale di 6200 ha, di cui 4500 ha coltivati e 1900 ha in zone vulnerabili ai nitrati e con un carico di peso vivo di 7600 t a cui corrisponde una produzione annua di azoto di circa 1000 t. State formulate diverse ipotesi di gestione e riduzione del surplus di azoto, con relativi costi che variano da 1,8 a 4,3 euro per metro cubo di liquame prodotto. E’ stato così possibile individuare le soluzioni gestionali per consentire l’adeguamento del carico zootecnico ai requisiti normativi.

Modelli gestionali per l'uso sostenibile degli effluenti di allevamento nelle zone a elevata intensità zootecnica / G.M. Provolo, E. Riva, D. Corradi, O. Ferrari - In: Atti del 9. Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria : Ricerca e l’innovazione nell’ingegneria dei biosistemi agro-territorialiNapoli : Doppiavoce, 2009. - ISBN 9788889972137. (( Intervento presentato al 9. convegno Ricerca e l’innovazione nell’ingegneria dei biosistemi agro-territoriali tenutosi a Ischia nel 2009.

Modelli gestionali per l'uso sostenibile degli effluenti di allevamento nelle zone a elevata intensità zootecnica

G.M. Provolo
Primo
;
E. Riva
Secondo
;
2009

Abstract

Le recenti normative derivanti dall’applicazione della direttiva 91/676/CEE riducono sensibilmente la possibilità di utilizzare fertilizzanti di origine animale, in particolare nelle zone vulnerabili. Le aziende collocate nella pianura lombarda caratterizzata da aree ad alta vocazione zootecnica dove la densità di capi è molto elevata devono affrontare il problema dell’eccesso di azoto prodotto. Obiettivo della ricerca è fornire strumenti di programmazione e pianificazione territoriale per l’adeguamento alla normativa, salvaguardando la competitività delle aziende. A questo fine, è stata realizzata l’analisi territoriale delle caratteristiche strutturali e gestionali delle aziende zootecniche con particolare riferimento alla produzione di reflui e al loro uso agronomico. In conformità a esperienze italiane e internazionali sull’argomento sono state analizzate le diverse tecniche impiantistiche e gestionali impiegabili, evidenziandone vantaggi e svantaggi e prendendo in considerazione sia soluzioni da implementare nelle singole aziende, sia alternative di gestione consortile. Sono stati definiti modelli gestionali caratterizzati dell’applicabilità, e dal rapporto costoefficacia di riduzione del surplus di azoto. La metodologia sviluppata è stata applicata nel territorio della provincia di Lodi. E’stato impiegato il Sistema Informativo Territoriale (SIT) del Settore Agricoltura della Provincia di Lodi, portando la scala di lavoro al dettaglio particellare per la caratterizzazione del territorio con uno schema di valutazione multicriteria basato su diversi indicatori e obiettivi diversificati. L’area di studio costituita da 6 comuni con una superficie totale di 6200 ha, di cui 4500 ha coltivati e 1900 ha in zone vulnerabili ai nitrati e con un carico di peso vivo di 7600 t a cui corrisponde una produzione annua di azoto di circa 1000 t. State formulate diverse ipotesi di gestione e riduzione del surplus di azoto, con relativi costi che variano da 1,8 a 4,3 euro per metro cubo di liquame prodotto. E’ stato così possibile individuare le soluzioni gestionali per consentire l’adeguamento del carico zootecnico ai requisiti normativi.
effluenti di allevamento ; direttiva nitrati ; alternative gestionali ; sistemi informativi territoriali
Settore AGR/10 - Costruzioni Rurali e Territorio Agroforestale
2009
Associazione Italiana di Ingegneria Agraria
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