Dal gennaio 1998 al gennaio 2007, abbiamo operato per adenoma ipofisario 337 pazienti. L’intervento chirurgico è stato eseguito utilizzando l’approccio endoscopico transfenoidale endonasale a tre mani e passando attraverso entrambe le fosse nasali. Gli 86 pazienti oggetto di questo studio, trattati prima del gennaio 2003, erano affetti da macroadenomi giganti (asse maggiore di 3 cm), il 90% dei quali presentava un deficit visivo o campimetrico. In tutti vi era l’associazione di insufficienza adenoipofisaria di grado variabile. 10 adenomi avevano invaso un seno cavernoso. In 78 pazienti la diagnosi istologica era stata di adenoma non secernente, in 7 GH secernente e in 1 TSH secernente. In 15 pazienti si trattava di una recidiva di tumore e solo in questi casi si è ricorso all’utilizzo del neuronavigatore. C’è stato un solo decesso intraoperatorio. Nessun paziente ha avuto un peggioramento dei disturbi visivi e nell’80% si è registrato un miglioramento. Nel 23% dei casi, raggruppati soprattutto tra i primi interventi eseguiti, una lesione meningea intraoperatoria ha condotto a liquorrea che ha reso necessario un reintervento in 6 pazienti. Il primo controllo RMN post-operatorio è stato attuato 3-4 mesi dopo l’intervento. I controlli seguenti hanno avuto un cadenza annuale. Il periodo di follow-up dello studio varia dai 48 ai 108 mesi. Nessun paziente è uscito dallo studio durante il follow-up. Per nessuno dei 10 tumori che invadevano il seno cavernoso è stata possibile una resezione completa, ottenuta invece per l’84% dei tumori extracavernosi.. Non ci sono state complicanze nasali. Sono stati attuati due reinterventi per recidiva di tumore ed altri due pazienti sono stati successivamente sottoposti a radiochirurgia. I pazienti con lesioni residue e i casi con invasione del seno cavernoso sono stati seguiti semplicemente mediante follow-up periodico. Finora non ci sono state recidive dei tumori radicalmente resecati. CONCLUSIONI: L’approccio endoscopico si è dimostrato uno strumento semplice, utile ed economico, capace di aumentare il tasso di resezioni totali per i macroadenomi giganti dell’ipofisi. I risultati ottenuti, nelle stesse mani, sono stati sensibilmente migliori rispetto ai casi trattati con approccio microchirurgico.
Trattamento endoscopico dei macroadenomi giganti / A. Maccari, R. Cozzi, R. Attanasio, P. Lozza, G. Lasio, G. Felisati. ((Intervento presentato al 95. convegno Congresso nazionale Società italiana otorinolaringoiatria tenutosi a Torino nel 2008.
Trattamento endoscopico dei macroadenomi giganti
R. Attanasio;G. FelisatiUltimo
2008
Abstract
Dal gennaio 1998 al gennaio 2007, abbiamo operato per adenoma ipofisario 337 pazienti. L’intervento chirurgico è stato eseguito utilizzando l’approccio endoscopico transfenoidale endonasale a tre mani e passando attraverso entrambe le fosse nasali. Gli 86 pazienti oggetto di questo studio, trattati prima del gennaio 2003, erano affetti da macroadenomi giganti (asse maggiore di 3 cm), il 90% dei quali presentava un deficit visivo o campimetrico. In tutti vi era l’associazione di insufficienza adenoipofisaria di grado variabile. 10 adenomi avevano invaso un seno cavernoso. In 78 pazienti la diagnosi istologica era stata di adenoma non secernente, in 7 GH secernente e in 1 TSH secernente. In 15 pazienti si trattava di una recidiva di tumore e solo in questi casi si è ricorso all’utilizzo del neuronavigatore. C’è stato un solo decesso intraoperatorio. Nessun paziente ha avuto un peggioramento dei disturbi visivi e nell’80% si è registrato un miglioramento. Nel 23% dei casi, raggruppati soprattutto tra i primi interventi eseguiti, una lesione meningea intraoperatoria ha condotto a liquorrea che ha reso necessario un reintervento in 6 pazienti. Il primo controllo RMN post-operatorio è stato attuato 3-4 mesi dopo l’intervento. I controlli seguenti hanno avuto un cadenza annuale. Il periodo di follow-up dello studio varia dai 48 ai 108 mesi. Nessun paziente è uscito dallo studio durante il follow-up. Per nessuno dei 10 tumori che invadevano il seno cavernoso è stata possibile una resezione completa, ottenuta invece per l’84% dei tumori extracavernosi.. Non ci sono state complicanze nasali. Sono stati attuati due reinterventi per recidiva di tumore ed altri due pazienti sono stati successivamente sottoposti a radiochirurgia. I pazienti con lesioni residue e i casi con invasione del seno cavernoso sono stati seguiti semplicemente mediante follow-up periodico. Finora non ci sono state recidive dei tumori radicalmente resecati. CONCLUSIONI: L’approccio endoscopico si è dimostrato uno strumento semplice, utile ed economico, capace di aumentare il tasso di resezioni totali per i macroadenomi giganti dell’ipofisi. I risultati ottenuti, nelle stesse mani, sono stati sensibilmente migliori rispetto ai casi trattati con approccio microchirurgico.Pubblicazioni consigliate
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