Il saggio, destinato ad aprire una serie di quattro studi sul primo mezzo secolo del diritto del lavoro nell’Italia repubblicana, prende le mosse dalla situazione di paralisi e smarrimento determinatasi tra i giuslavoristi all’indomani della Liberazione e dell’“epurazione” che portò a un dimezzamento delle cattedre universitarie di diritto del lavoro, per individuare i segni di risveglio nei primi anni ’50, con i primi contributi dei due grandi civilisti Francesco Santoro Passarelli e Luigi Mengoni, nonché la nascita delle due riviste lavoristiche maggiori, fino all’incontro fra la nuova corrente “costituzionalista” della sinistra giuslavoristica e la vecchia corrente istituzionista, nei convegni dell’Umanitaria (Milano) e di Torino del 1954. Lo studio prosegue affrontando il periodo nel quale, intorno alla metà degli anni ’50, il diritto del lavoro italiano esce dalla crisi che si era aperta con l’abrogazione del regime corporativo. In questa seconda parte del saggio viene esaminato innanzitutto il contributo dato da Federico Mancini e Gino Giugni alla coniugazione di un’opzione schiettamente contrattualistica del rapporto di lavoro e del sistema delle relazioni sindacali con un’opzione politica di sostegno al movimento sindacale: ne nascerà quella che l’A. indica come la corrente del contrattualismo laburista. L’esposizione prosegue con la rassegna dei contributi dottrinali che incominciano a fiorire verso la fine degli anni ’50 e nella prima metà degli anni ’60, soprattutto in materia di responsabilità contrattuale delle associazioni sindacali, inquadramento professionale e job evaluation, interposizione e appalti. Nella parte conclusiva del saggio l’A. rileva alcune sfasature tra le enunciazioni teoriche (per esempio il netto rifiuto della teoria della “funzionalizzazione” dell’impresa e della nozione di “interesse oggettivo dell’impresa”) che sembrano prevalere nella dottrina giuslavoristica al termine del ventennio studiato e gli approdi effettivi del diritto del lavoro vivente.

I primi due decenni del diritto del lavoro repubblicano : teorie e vicende dei giuslavoristi dalla Liberazione alla legge sui licenziamenti / P. Ichino. - In: RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL LAVORO. - ISSN 0393-2494. - 26:3(2007), pp. 249-284.

I primi due decenni del diritto del lavoro repubblicano : teorie e vicende dei giuslavoristi dalla Liberazione alla legge sui licenziamenti

P. Ichino
Primo
2007

Abstract

Il saggio, destinato ad aprire una serie di quattro studi sul primo mezzo secolo del diritto del lavoro nell’Italia repubblicana, prende le mosse dalla situazione di paralisi e smarrimento determinatasi tra i giuslavoristi all’indomani della Liberazione e dell’“epurazione” che portò a un dimezzamento delle cattedre universitarie di diritto del lavoro, per individuare i segni di risveglio nei primi anni ’50, con i primi contributi dei due grandi civilisti Francesco Santoro Passarelli e Luigi Mengoni, nonché la nascita delle due riviste lavoristiche maggiori, fino all’incontro fra la nuova corrente “costituzionalista” della sinistra giuslavoristica e la vecchia corrente istituzionista, nei convegni dell’Umanitaria (Milano) e di Torino del 1954. Lo studio prosegue affrontando il periodo nel quale, intorno alla metà degli anni ’50, il diritto del lavoro italiano esce dalla crisi che si era aperta con l’abrogazione del regime corporativo. In questa seconda parte del saggio viene esaminato innanzitutto il contributo dato da Federico Mancini e Gino Giugni alla coniugazione di un’opzione schiettamente contrattualistica del rapporto di lavoro e del sistema delle relazioni sindacali con un’opzione politica di sostegno al movimento sindacale: ne nascerà quella che l’A. indica come la corrente del contrattualismo laburista. L’esposizione prosegue con la rassegna dei contributi dottrinali che incominciano a fiorire verso la fine degli anni ’50 e nella prima metà degli anni ’60, soprattutto in materia di responsabilità contrattuale delle associazioni sindacali, inquadramento professionale e job evaluation, interposizione e appalti. Nella parte conclusiva del saggio l’A. rileva alcune sfasature tra le enunciazioni teoriche (per esempio il netto rifiuto della teoria della “funzionalizzazione” dell’impresa e della nozione di “interesse oggettivo dell’impresa”) che sembrano prevalere nella dottrina giuslavoristica al termine del ventennio studiato e gli approdi effettivi del diritto del lavoro vivente.
Diritto ; Lavoro ; Sindacato ; Storia
Settore IUS/07 - Diritto del Lavoro
2007
Article (author)
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