La formula di ripartizione del fondo sanitario (budget del Ssn) tra le regioni è basata per il 66% sulla quota capitaria pesata, secondo i consumi sanitari per età, e per il restante sulla popolazione semplice. La procedura di calcolo, tuttavia, contiene potenziali distorsioni allocative e può non garantire tra le regioni eguaglianza di trattamento dei cittadini. La formula proposta si ispira ai metodi più avanzati di risk adjustment presenti a livello internazionale (per esempio, Medicare in Usa, Paesi Bassi), che utilizzano basi dati individuali per il calcolo della quota capitaria, ed è centrata su tre semplici idee: (i) l’80-85% della spesa sanitaria a domanda individuale (85% del totale) è causata dal 30% circa della popolazione (malati cronici), la cui quota è rilevabile con semplici operazioni informatiche dalle basi dati regionali; (ii) per ogni tipo di malattia dev’essere garantito un ammontare di risorse necessario alla cura e tendenzialmente eguale in tutte le regioni; (iii) venuto a cessare il vincolo di destinazione delle risorse sanitarie, è opportuno introdurre nella formula correttivi (costi standard) e incentivi per indurre le regioni a comportamenti virtuosi ed equi. La proposta prevede il calcolo dei costi di trattamento per 15 classi epidemiologiche, esaustive di tutta la popolazione assistita. La nuova formula è stata simulata sui dati di 13 Asl della Lombardia (7,6 milioni di abitanti e 6,3 miliardi di euro), mostrando il recupero di possibili inefficienze, la capacità di soddisfare bisogni inespressi e una maggiore aderenza alla spesa storica, rispetto alla formula nazionale.

Una proposta di ripartizione del fondo sanitario tra le regioni / V. Mapelli. - In: POLITICHE SANITARIE. - ISSN 1590-069X. - 8:1(2007), pp. 1-18.

Una proposta di ripartizione del fondo sanitario tra le regioni

V. Mapelli
Primo
2007

Abstract

La formula di ripartizione del fondo sanitario (budget del Ssn) tra le regioni è basata per il 66% sulla quota capitaria pesata, secondo i consumi sanitari per età, e per il restante sulla popolazione semplice. La procedura di calcolo, tuttavia, contiene potenziali distorsioni allocative e può non garantire tra le regioni eguaglianza di trattamento dei cittadini. La formula proposta si ispira ai metodi più avanzati di risk adjustment presenti a livello internazionale (per esempio, Medicare in Usa, Paesi Bassi), che utilizzano basi dati individuali per il calcolo della quota capitaria, ed è centrata su tre semplici idee: (i) l’80-85% della spesa sanitaria a domanda individuale (85% del totale) è causata dal 30% circa della popolazione (malati cronici), la cui quota è rilevabile con semplici operazioni informatiche dalle basi dati regionali; (ii) per ogni tipo di malattia dev’essere garantito un ammontare di risorse necessario alla cura e tendenzialmente eguale in tutte le regioni; (iii) venuto a cessare il vincolo di destinazione delle risorse sanitarie, è opportuno introdurre nella formula correttivi (costi standard) e incentivi per indurre le regioni a comportamenti virtuosi ed equi. La proposta prevede il calcolo dei costi di trattamento per 15 classi epidemiologiche, esaustive di tutta la popolazione assistita. La nuova formula è stata simulata sui dati di 13 Asl della Lombardia (7,6 milioni di abitanti e 6,3 miliardi di euro), mostrando il recupero di possibili inefficienze, la capacità di soddisfare bisogni inespressi e una maggiore aderenza alla spesa storica, rispetto alla formula nazionale.
Settore SECS-P/02 - Politica Economica
2007
http://www.politichesanitarie.it/allegati/00267_2007_01/fulltext/01.Saggi-Mapelli%20(1-18).pdf
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