L’analisi indaga l’operatività dei mass-media, assolutamente centrali nella società moderna e strumento non già di pedissequa riproduzione ma di vera e propria costruzione della realtà, nel rapporto con il sistema penale. La comparazione tra mass media e sistema penale si fonda sulla considerazione dell’uno e dell’altro quale “sistema comunicativo”. Vi è una identità di codici mass-mediatico e penale nella stereotipizzazione del conflitto sia sul versante dell’azione criminosa, sia sul versante dell’attore, sia – di converso – nella rappresentazione delle vittime del reato. L’analogia è anche sul versante funzionale, posto che l’uno e l’altro sistema persegue l’obiettivo di indurre consenso sociale sulla propria rappresentazione e costruzione della realtà. Il diritto penale – divenuto strumento di potere a partire dagli anni ’30 del secolo scorso – non può però essere più considerato uno strumento di conoscenza della realtà e un metro su cui misurare l’obiettività della rappresentazione della criminalità offerta dai media. Tra i due sistemi intercorre piuttosto un circuito comunicativo, nel quale tanto il sub-sistema penale quanto il sub-sistema mass-mediatico svolgono una doppia funzione, di recettori di inputs di insicurezza sociale, e di comunicatori di messaggi placativi rispetto a tale senso di allarme sociale. Dal momento che l’autonomo potere definitorio fa sì che ogni singolo sub-sistema sia a sua volta creatore di inputs (di ‘irritazioni’) auto-generati e comunicatore di messaggi auto-placativi, la rete di comunicazioni intersistemiche è in realtà più ampia e ‘intricata’ dell’immaginabile. Alle correlazioni intersistemiche si affiancano infatti e si sovrappongono le correlazioni intrasistemiche di dose-risposta alle sollecitazioni irritative sociali inerenti al tema ‘criminalità’; senza che si possa escludere che l’intreccio di questi diversi veicoli comunicativi porti alla manipolazione in itinere del messaggio, nonché della rappresentazione che ne costituisce il know-how di base.
La maschera e il volto (percezione sociale del crimine ed 'effetti penali' dei media) / C.E. Paliero. - In: RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO E PROCEDURA PENALE. - ISSN 0557-1391. - 49:2(2006), pp. 467-538.
La maschera e il volto (percezione sociale del crimine ed 'effetti penali' dei media)
C.E. PalieroPrimo
2006
Abstract
L’analisi indaga l’operatività dei mass-media, assolutamente centrali nella società moderna e strumento non già di pedissequa riproduzione ma di vera e propria costruzione della realtà, nel rapporto con il sistema penale. La comparazione tra mass media e sistema penale si fonda sulla considerazione dell’uno e dell’altro quale “sistema comunicativo”. Vi è una identità di codici mass-mediatico e penale nella stereotipizzazione del conflitto sia sul versante dell’azione criminosa, sia sul versante dell’attore, sia – di converso – nella rappresentazione delle vittime del reato. L’analogia è anche sul versante funzionale, posto che l’uno e l’altro sistema persegue l’obiettivo di indurre consenso sociale sulla propria rappresentazione e costruzione della realtà. Il diritto penale – divenuto strumento di potere a partire dagli anni ’30 del secolo scorso – non può però essere più considerato uno strumento di conoscenza della realtà e un metro su cui misurare l’obiettività della rappresentazione della criminalità offerta dai media. Tra i due sistemi intercorre piuttosto un circuito comunicativo, nel quale tanto il sub-sistema penale quanto il sub-sistema mass-mediatico svolgono una doppia funzione, di recettori di inputs di insicurezza sociale, e di comunicatori di messaggi placativi rispetto a tale senso di allarme sociale. Dal momento che l’autonomo potere definitorio fa sì che ogni singolo sub-sistema sia a sua volta creatore di inputs (di ‘irritazioni’) auto-generati e comunicatore di messaggi auto-placativi, la rete di comunicazioni intersistemiche è in realtà più ampia e ‘intricata’ dell’immaginabile. Alle correlazioni intersistemiche si affiancano infatti e si sovrappongono le correlazioni intrasistemiche di dose-risposta alle sollecitazioni irritative sociali inerenti al tema ‘criminalità’; senza che si possa escludere che l’intreccio di questi diversi veicoli comunicativi porti alla manipolazione in itinere del messaggio, nonché della rappresentazione che ne costituisce il know-how di base.Pubblicazioni consigliate
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