Durante la prima età moderna l’esercito, la corte, la diplomazia rappresentarono le opportunità privilegiate per ricoprire incarichi adeguati alla propria condizione sociale per le aristocrazie di tutta Europa, che trovavano nella vicinanza col sovrano la manifestazione primaria della propria preminenza. Durante il regno di Leopoldo I la corte degli Asburgo d’Austria divenne un importante approdo per il personale di origine italiana; in essa gli italiani giunsero ad esercitare una vera e propria egemonia culturale e professionale. Se fra Cinque e Seicento la corte e l’esercito avevano costituito i due principali poli di aggregazione intorno al sovrano di personale specializzato di varia provenienza, nel secolo successivo le maestranze di diversa estrazione culturale e sociale e di eterogenea origine nazionale furono al centro di uno sforzo volto a promuovere una più vasta circolazione di persone e saperi nell’ambito dei domini asburgici. Nel corso del XVIII secolo sembrò manifestarsi una volontà di creare uno spazio asburgico come luogo di condivisione di saperi, di personale specializzato, di forme di organizzazione del lavoro, costruito attivamente e consapevolmente dal sovrano in tutti i suoi domini. Tale impostazione si rifaceva agli orientamenti della tradizione cameralistica. L’obiettivo dell’efficienza e del rafforzamento dello stato doveva essere perseguito mediante un costante perfezionamento dell’amministrazione, delle finanze, uno sviluppo dei diversi rami dell’economia e la promozione di un più generale benessere della popolazione.

Corte, esercito e professioni : italiani al servizio degli Asburgo durante il 18. secolo / A. Dattero (ANNALI DELL'ISTITUTO STORICO ITALO-GERMANICO IN TRENTO. QUADERNI). - In: Stato sabaudo e Sacro romano impero / [a cura di] M. Bellabarba, A. Merlotti. - Bologna : Il Mulino, 2014. - ISBN 978-88-15-25328-6. - pp. 343-358 (( convegno Stato sabaudo e Sacro romano impero tenutosi a Torino nel 2012.

Corte, esercito e professioni : italiani al servizio degli Asburgo durante il 18. secolo

A. Dattero
2014

Abstract

Durante la prima età moderna l’esercito, la corte, la diplomazia rappresentarono le opportunità privilegiate per ricoprire incarichi adeguati alla propria condizione sociale per le aristocrazie di tutta Europa, che trovavano nella vicinanza col sovrano la manifestazione primaria della propria preminenza. Durante il regno di Leopoldo I la corte degli Asburgo d’Austria divenne un importante approdo per il personale di origine italiana; in essa gli italiani giunsero ad esercitare una vera e propria egemonia culturale e professionale. Se fra Cinque e Seicento la corte e l’esercito avevano costituito i due principali poli di aggregazione intorno al sovrano di personale specializzato di varia provenienza, nel secolo successivo le maestranze di diversa estrazione culturale e sociale e di eterogenea origine nazionale furono al centro di uno sforzo volto a promuovere una più vasta circolazione di persone e saperi nell’ambito dei domini asburgici. Nel corso del XVIII secolo sembrò manifestarsi una volontà di creare uno spazio asburgico come luogo di condivisione di saperi, di personale specializzato, di forme di organizzazione del lavoro, costruito attivamente e consapevolmente dal sovrano in tutti i suoi domini. Tale impostazione si rifaceva agli orientamenti della tradizione cameralistica. L’obiettivo dell’efficienza e del rafforzamento dello stato doveva essere perseguito mediante un costante perfezionamento dell’amministrazione, delle finanze, uno sviluppo dei diversi rami dell’economia e la promozione di un più generale benessere della popolazione.
Lombardia; Asburgo d'Austria; corte; esercito; professioni
Settore M-STO/02 - Storia Moderna
2014
Fondazione Bruno Kessler
Centro studi della Reggia La Venaria Reale
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