Il secolo lungo di Gabriele Mucchi : una biografia intellettuale e politica

La figura di Gabriele Mucchi (1899-2002), sebbene sia poco conosciuta a livello storiografico, rappresenta un unicum nel panorama intellettuale italiano del XX secolo, sia per la sua poliedricità – egli, oltre che pittore, fu architetto, designer, traduttore, disegnatore, scrittore – sia per il suo ruolo di mediatore culturale tra Italia e Germania Orientale durante le più accese fasi della guerra fredda. La biografia si concentra in modo particolare sulla sua formazione: dalla Milano di Novecento italiano e del razionalismo, alla Berlino della vivacità culturale degli anni Venti e alla Parigi dei fuorusciti, dove nei primi anni Trenta si avvicinò al personalismo cattolico e in particolare alle opere di Maritain. Di ritorno a Milano, Mucchi passò alla resistenza culturale (fu vicino al gruppo di “Corrente”) e all’antifascismo. Partigiano e membro del PCI, dopo la seconda guerra mondiale egli divenne uno dei massimi rappresentanti del realismo pittorico italiano, trasferendosi a Berlino Est per insegnare alla locale Akademie der Künste. Il suo percorso tra mondi così diversi permette di individuare un unico filo rosso dato dalla persistenza della sua idea morale di politica e di arte e dalla difesa dei principi del liberalismo storico anche all’interno di un contesto totalitario come quello tedesco orientale, attraverso il sostegno da lui dato agli intellettuali che si opponevano a ogni dogmatismo politico e culturale. La monografia intende riaprire criticamente il dibattito sulla sua figura grazie a una ricerca dettagliata svolta sulle carte dell’Archivio Mucchi di Milano (presso il Centro Apice dell'Università degli Studi), dell’Akademie der Künste di Berlino, della Fondazione Gramsci e dell’Archivio centrale dello Stato di Roma.