La concimazione azotata costituisce uno strumento di fondamentale importanza per regolare l’equilibrio vegeto-produttivo della vite e, conseguentemente, per modificare i risultati qualitativi ottenuti su mosto. Noto è inoltre il ruolo che la dotazione azotata dei mosti ricopre durante lo svolgimento della fermentazione alcolica e lo sviluppo di aromi secondari quali alcoli superiori ed esteri. La scelta della tipologia di concimazione, delle dosi da apportare e delle tempistiche di distribuzione varia in funzione delle caratteristiche pedologiche e climatiche del luogo, della cultivar e dell’obiettivo enologico prefissato; in tal senso questa pratica agronomica consente di intervenire in maniera differenziata in base alle diverse esigenze, a condizione che sia ben noto il potenziale risultato ottenibile a fronte di una determinato piano di concimazione. In base a queste considerazioni, è stata realizzata una prova sperimentale in un’area vocata per la produzione di vini spumanti, la Franciacorta. Il vigneto in cui è stata impostata la sperimentazione è situato a Coccaglio (BS) presso la “Soc. Agr. Castello Bonomi”; si tratta di un vigneto del 1989, inerbito spontaneamente, allevato con forma di allevamento espansa (Casarsa), con fittezza di 2380 ceppi/ha, con suolo franco e naturalmente ben dotato di sostanza organica (3,1% - analisi effettuate prelevando diversi campioni dal suolo in punti ritenuti indicativi, prima dell’inizio della prova sperimentale). Sono state confrontate due tipologie di concimazioni, Urea e un prodotto a lenta cessione (28.8% azoto ureico, 14.2% urea formaldeide, urea 4.8% solubile in acqua calda), rispettivamente utilizzate a due differenti dosaggi, uno più basso di circa 60 kg N/ha e uno più elevato di circa 120 kg N/ha; l’Urea è inoltre stata somministrata in due differenti periodi: 100% alla ripresa vegetativa e 70% alla ripresa vegetativa + 30% in post-fioritura. I differenti trattamenti sono stati inoltre confrontati con una tesi di controllo non trattata. Ciascuna tesi è stata impostata in due blocchi ripetuti in due diverse aree del vigneto. La concimazione è stata effettuata tramite spandiconcime lasciando tra una tesi e l’altra un filare non concimato in maniera tale da evitare interferenze tra i diversi trattamenti. Per ogni blocco sperimentale e per ciascuna tesi sono stati effettuati rilievi vegeto-produttivi in 12 ripetizioni costituite da 12 ceppi standardizzati per il carico di gemme in potatura. A fronte della forte sensibilità degli effetti della concimazione azotata alla variabilità meteorologica tra le annate, si è ritenuto necessario ripetere la prova per diverse annate, dal 2001 fino al 2008. Per analizzare l’andamento meteorologico delle diverse annate sono stati utilizzati i dati provenienti dalle stazioni di Chiari e di Capriolo. Per ciascuna vendemmia sono stati analizzati i contenuti in APA e azoto ammoniacale nei mosti (mg/l), i principali parametri vegeto produttivi (peso della produzione per ceppo, peso medio del grappolo, fertilità reale, peso del legno in potatura e misurazioni sulla vigoria vegetativa) e analitici alla vendemmia (zuccheri (°Brix), acidità titolabile, contenuto in acido tartarico e malico (g/l), pH) ed è stata inoltre monitorata la maturazione tecnologica delle uve. Sono state infine realizzate per ciascuna tesi e per tutte le annate delle microvinificazioni imbottigliate e degustate in parte come vini base e in parte, dopo rifermentazione, come vini spumante, eseguendo un profilo sensoriale per ciascun vini e il test di preferenza tra le diverse tesi. Per ottenere un risultato sui vini rifermentati simile a quello ottenibile su prodotto commerciale, l’affinamento sui lieviti è stato prolungato per 24 mesi; i vini rifermentati ottenuti dalla vendemmia 2008 sono quindi stati degustati nel mese di maggio dell’anno 2011; per questo motivo l’elaborazione finale complessiva dei dati è stata possibile solo a partire dal 2011. Dall’elaborazione complessiva dei dati si è potuto osservare come, in generale, il contenuto in azoto finale dei mosti risulti maggiore e simile per la concimazione a lenta cessione e la concimazione con Urea suddivisa in due somministrazioni. A livello di parametri vegeto-produttivi risulta evidente il maggior accrescimento vegetativo per la concimazione effettuata con Urea, mentre il miglior equilibrio tra vegetazione e produzione è stato registrato per le tesi concimate con concime a lenta cessione. La concimazione porta ad un maggiore contenuto acidico e di acido malico nei mosti, soprattutto a dosaggi più elevati (120 kg N/ha) e si può osservare un ritardo di maturazione per le tesi concimate rispetto al testimone, anche se questo parametro risulta variabile in funzione dell’annata considerata. Per quanto concerne i profili sensoriali ottenuti per le basi spumante, sono state identificate note più mature per il testimone, più vegetali per la concimazione ureica e più fresche e floreali per il concime a lenta cessione; nella degustazione dei vini spumante, dopo quindi una permanenza di 24 mesi sui lieviti, sono in generale risultati preferiti i vini ottenuti dalle tesi concimate con concime a lenta cessione oppure con Urea a dosi minori somministrata in due fasi.

Influenza della concimazione azotata sulle caratteristche di mosti prodotti da uve Chardonnay in Franciacorta e ripercussioni qualitative sui vini finiti (vini base e rifermentati) / L. Valenti, M. Bravi, M. Dell’Orto, I. Ghiglieno, P. Donna. ((Intervento presentato al 4. convegno Convegno Nazionale di Viticoltura tenutosi a Asti nel 2012.

Influenza della concimazione azotata sulle caratteristche di mosti prodotti da uve Chardonnay in Franciacorta e ripercussioni qualitative sui vini finiti (vini base e rifermentati)

L. Valenti;I. Ghiglieno;
2012

Abstract

La concimazione azotata costituisce uno strumento di fondamentale importanza per regolare l’equilibrio vegeto-produttivo della vite e, conseguentemente, per modificare i risultati qualitativi ottenuti su mosto. Noto è inoltre il ruolo che la dotazione azotata dei mosti ricopre durante lo svolgimento della fermentazione alcolica e lo sviluppo di aromi secondari quali alcoli superiori ed esteri. La scelta della tipologia di concimazione, delle dosi da apportare e delle tempistiche di distribuzione varia in funzione delle caratteristiche pedologiche e climatiche del luogo, della cultivar e dell’obiettivo enologico prefissato; in tal senso questa pratica agronomica consente di intervenire in maniera differenziata in base alle diverse esigenze, a condizione che sia ben noto il potenziale risultato ottenibile a fronte di una determinato piano di concimazione. In base a queste considerazioni, è stata realizzata una prova sperimentale in un’area vocata per la produzione di vini spumanti, la Franciacorta. Il vigneto in cui è stata impostata la sperimentazione è situato a Coccaglio (BS) presso la “Soc. Agr. Castello Bonomi”; si tratta di un vigneto del 1989, inerbito spontaneamente, allevato con forma di allevamento espansa (Casarsa), con fittezza di 2380 ceppi/ha, con suolo franco e naturalmente ben dotato di sostanza organica (3,1% - analisi effettuate prelevando diversi campioni dal suolo in punti ritenuti indicativi, prima dell’inizio della prova sperimentale). Sono state confrontate due tipologie di concimazioni, Urea e un prodotto a lenta cessione (28.8% azoto ureico, 14.2% urea formaldeide, urea 4.8% solubile in acqua calda), rispettivamente utilizzate a due differenti dosaggi, uno più basso di circa 60 kg N/ha e uno più elevato di circa 120 kg N/ha; l’Urea è inoltre stata somministrata in due differenti periodi: 100% alla ripresa vegetativa e 70% alla ripresa vegetativa + 30% in post-fioritura. I differenti trattamenti sono stati inoltre confrontati con una tesi di controllo non trattata. Ciascuna tesi è stata impostata in due blocchi ripetuti in due diverse aree del vigneto. La concimazione è stata effettuata tramite spandiconcime lasciando tra una tesi e l’altra un filare non concimato in maniera tale da evitare interferenze tra i diversi trattamenti. Per ogni blocco sperimentale e per ciascuna tesi sono stati effettuati rilievi vegeto-produttivi in 12 ripetizioni costituite da 12 ceppi standardizzati per il carico di gemme in potatura. A fronte della forte sensibilità degli effetti della concimazione azotata alla variabilità meteorologica tra le annate, si è ritenuto necessario ripetere la prova per diverse annate, dal 2001 fino al 2008. Per analizzare l’andamento meteorologico delle diverse annate sono stati utilizzati i dati provenienti dalle stazioni di Chiari e di Capriolo. Per ciascuna vendemmia sono stati analizzati i contenuti in APA e azoto ammoniacale nei mosti (mg/l), i principali parametri vegeto produttivi (peso della produzione per ceppo, peso medio del grappolo, fertilità reale, peso del legno in potatura e misurazioni sulla vigoria vegetativa) e analitici alla vendemmia (zuccheri (°Brix), acidità titolabile, contenuto in acido tartarico e malico (g/l), pH) ed è stata inoltre monitorata la maturazione tecnologica delle uve. Sono state infine realizzate per ciascuna tesi e per tutte le annate delle microvinificazioni imbottigliate e degustate in parte come vini base e in parte, dopo rifermentazione, come vini spumante, eseguendo un profilo sensoriale per ciascun vini e il test di preferenza tra le diverse tesi. Per ottenere un risultato sui vini rifermentati simile a quello ottenibile su prodotto commerciale, l’affinamento sui lieviti è stato prolungato per 24 mesi; i vini rifermentati ottenuti dalla vendemmia 2008 sono quindi stati degustati nel mese di maggio dell’anno 2011; per questo motivo l’elaborazione finale complessiva dei dati è stata possibile solo a partire dal 2011. Dall’elaborazione complessiva dei dati si è potuto osservare come, in generale, il contenuto in azoto finale dei mosti risulti maggiore e simile per la concimazione a lenta cessione e la concimazione con Urea suddivisa in due somministrazioni. A livello di parametri vegeto-produttivi risulta evidente il maggior accrescimento vegetativo per la concimazione effettuata con Urea, mentre il miglior equilibrio tra vegetazione e produzione è stato registrato per le tesi concimate con concime a lenta cessione. La concimazione porta ad un maggiore contenuto acidico e di acido malico nei mosti, soprattutto a dosaggi più elevati (120 kg N/ha) e si può osservare un ritardo di maturazione per le tesi concimate rispetto al testimone, anche se questo parametro risulta variabile in funzione dell’annata considerata. Per quanto concerne i profili sensoriali ottenuti per le basi spumante, sono state identificate note più mature per il testimone, più vegetali per la concimazione ureica e più fresche e floreali per il concime a lenta cessione; nella degustazione dei vini spumante, dopo quindi una permanenza di 24 mesi sui lieviti, sono in generale risultati preferiti i vini ottenuti dalle tesi concimate con concime a lenta cessione oppure con Urea a dosi minori somministrata in due fasi.
lug-2012
Concimazione ; Franciacorta ; fertilization ;
Settore AGR/03 - Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree
Influenza della concimazione azotata sulle caratteristche di mosti prodotti da uve Chardonnay in Franciacorta e ripercussioni qualitative sui vini finiti (vini base e rifermentati) / L. Valenti, M. Bravi, M. Dell’Orto, I. Ghiglieno, P. Donna. ((Intervento presentato al 4. convegno Convegno Nazionale di Viticoltura tenutosi a Asti nel 2012.
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