L’idea che l’obesità sia divenuta un problema di salute pubblica solamente a causa dell’abuso di cibo e della riduzione dell’attività fisica è attualmente soggetta ad un riesame critico. Infatti, l’obesità è una condizione unica come fenotipo ma molteplice come cause. Tra queste, la genetica ha un ruolo che viene sempre più riconosciuto. Così dalle forme sindromiche, rare ma ben identificate, si passa alle obesità monogeniche, nelle quali una singola mutazione si riconosce come responsabile del quadro clinico, e alle più comuni obesità poligeniche, per le quali l’interazione con fattori ambientali è determinante. La faticosa identificazione dei geni coinvolti è stata superata negli ultimi anni dalla tecnica della Genome Wide Association, che consente la simultanea valutazione di centinaia di migliaia di loci sul patrimonio genetico dei pazienti in paragone con quello dei soggetti normali. Questa metodica non ha ancora estrinsecato tutti i suoi effetti, ma già una ventina di loci associati all’obesità sono stati identificati. È in atto una ricerca affidata dal Ministero della Salute all’Istituto Auxologico Italiano che punta allo studio di duemila pazienti con obesità estrema nell’ipotesi che in questa classe di pazienti la genetica abbia il maggiore impatto. Questo volume vuole quindi mettere a fuoco non solo lo stato della ricerca di base e clinica, ma anche indicare le nuove vie che la terapia e la riabilitazione dell’obesità dovranno seguire tenendo conto di quanto la genetica potrà insegnarci.

Meccanismi genetici ed epigenetici alla base della sindrome di Prader-Willi / L. Larizza - In: 7° Rapporto sull'obesità in Italia. Obesità e genetica : oltre lo stile di vita / [a cura di] Istituto Auxologico Italiano. - Roma : Il Pensiero Scientifico, 2011. - ISBN 978-88-490-0347-5. - pp. 57-72

Meccanismi genetici ed epigenetici alla base della sindrome di Prader-Willi

L. Larizza
Primo
2011

Abstract

L’idea che l’obesità sia divenuta un problema di salute pubblica solamente a causa dell’abuso di cibo e della riduzione dell’attività fisica è attualmente soggetta ad un riesame critico. Infatti, l’obesità è una condizione unica come fenotipo ma molteplice come cause. Tra queste, la genetica ha un ruolo che viene sempre più riconosciuto. Così dalle forme sindromiche, rare ma ben identificate, si passa alle obesità monogeniche, nelle quali una singola mutazione si riconosce come responsabile del quadro clinico, e alle più comuni obesità poligeniche, per le quali l’interazione con fattori ambientali è determinante. La faticosa identificazione dei geni coinvolti è stata superata negli ultimi anni dalla tecnica della Genome Wide Association, che consente la simultanea valutazione di centinaia di migliaia di loci sul patrimonio genetico dei pazienti in paragone con quello dei soggetti normali. Questa metodica non ha ancora estrinsecato tutti i suoi effetti, ma già una ventina di loci associati all’obesità sono stati identificati. È in atto una ricerca affidata dal Ministero della Salute all’Istituto Auxologico Italiano che punta allo studio di duemila pazienti con obesità estrema nell’ipotesi che in questa classe di pazienti la genetica abbia il maggiore impatto. Questo volume vuole quindi mettere a fuoco non solo lo stato della ricerca di base e clinica, ma anche indicare le nuove vie che la terapia e la riabilitazione dell’obesità dovranno seguire tenendo conto di quanto la genetica potrà insegnarci.
Alimentazione ; Cardiologia
Settore MED/03 - Genetica Medica
2011
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