Si esamina la traduzione di Rufino di uno dei passi dottrinalmente più pericolosi del "Perì Archôn" di Origene (I 6, 2), riportato, senza eccessive alterazioni, nell'originale greco dalla "Lettera di Giustiniano a Mena" nel contesto della seconda controversia origeniana. Un sussidio per la valutazione della traduzione di Rufino ci è dato dalla parziale traduzione di Gerolamo, conservataci nella Lettera ad Avito (epist. 124, 3). Si mostra come Rufino abbia modificato sostanzialmente l'originale, con pesanti interpolazioni volte ad attenuare l'eterodossia del pensiero origeniano.
Un passo discusso della traduzione rufiniana del "Perì Archôn" di Origene (I 6, 2) / N. Pace. - 39:(1992), pp. 199-220. ((Intervento presentato al 2. convegno Convegno Internazionale di Studi su "Esegesi e Storia in Rufino di Concordia" tenutosi a Concordia - Portogruaro nel 1990.
Un passo discusso della traduzione rufiniana del "Perì Archôn" di Origene (I 6, 2)
N. PacePrimo
1992
Abstract
Si esamina la traduzione di Rufino di uno dei passi dottrinalmente più pericolosi del "Perì Archôn" di Origene (I 6, 2), riportato, senza eccessive alterazioni, nell'originale greco dalla "Lettera di Giustiniano a Mena" nel contesto della seconda controversia origeniana. Un sussidio per la valutazione della traduzione di Rufino ci è dato dalla parziale traduzione di Gerolamo, conservataci nella Lettera ad Avito (epist. 124, 3). Si mostra come Rufino abbia modificato sostanzialmente l'originale, con pesanti interpolazioni volte ad attenuare l'eterodossia del pensiero origeniano.Pubblicazioni consigliate
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