Lipid rich cell carcinoma (LRC) is, in women, a rare malignant tumor, that frequently metastasizes and that bears a poor prognosis. In the bitch, LRC is an extremely rare tumor that has been described in the new WHO classification (1999) and has been considered as a subtype of canine mammary inflammatory carcinoma in one recent report. We report the histologic, histochemical, immunohistochemical and ultramicroscopic features of two cases of LRC in two bitches, 2.5 and 6 years old. The rarity of the tumor is confirmed by our caseload with only 2 cases diagnosed out of 300 mammary tumors per year. Il carcinoma mammario "a cellule ricche in lipidi" (lipid-rich carcinoma) è un tumore estremamente raro sia nella donna sia nelle specie animali, in cui è segnalato solo nel cane. Benché riportato nella più recente classificazione WHO dei tumori mammari del cane e del gatto (1999), non esistono lavori, nella letteratura veterinaria, su questa peculiare neoplasia, se si eccettua la segnalazione di tre casi di variante a cellule lipidiche di carcinoma infiammatorio in una recente rassegna retrospettiva (Pena et al. 2003). La presente indagine ha avuto per oggetto due casi di carcinoma mammario "lipid-rich" in due cani, femmine sterilizzate, un incrocio di 2 anni e 6 mesi ed un pastore tedesco di 6 anni. L'anamnesi clinica riportava, nella prima, ripetuti episodi di pseudociesi e, nella seconda, l’insorgenza di piometra con conseguente isterectomia. l tessuto mammario, pervenuto alla sezione fissato in formalina 10%, è stato routinariamente processato per l’istologia ed incluso in paraffina, sezioni microtomiche di circa 4 micron sono state colorate con Ematossilina-Eosina. Sezioni seriate sono state inoltre indagate immunoistochimicamente con tecnica ABC e sviluppate in carbazolo (AEC, Vector). Gli anticorpi utilizzati, la loro diluzione e gli eventuali metodi di smascheramento sono elencati in tabella 1. Da uno dei due casi porzioni di tessuto, già fissate in formalina, sono state congelate in azoto liquido per ottenere sezioni criostatiche da utilizzare per colorazioni istochimiche (Alcian Blu; PAS e Sudan Black). Altri campioni sono stati sottoposti ad ulteriore fissazione, per circa 12 ore, in glutaraldeide (2,5%), postfissate in osmio tetrossido e quindi processate per la microscopia elettronica. In entrambi i casi le neoplasie coinvolgevano la quinta mammella e, macroscopicamente, erano costituite da masse ben definite, di circa 5 cm di diametro, di consistenza elastica ed aspetto grigio-biancastro variegato al taglio con aree focali di emorragia e necrosi. I linfonodi inguinali erano aumentati di volume ed il disegno corticale non era più riconoscibile. All'esame istologico le neoplasie avevano morfologia molto simile, risultando costituite da lobuli di cellule epiteliali a crescita solida, separati da spessi setti di connettivo denso, occasionalmente infiltrati da linfociti e plasmacellule. Le cellule neoplastiche erano poligonali, con confini cellulari ben definiti ed ampio citoplasma eosinofilo finemente vacuolizzato o contenente un'unica, ampia formazione otticamente vuota che spingeva il nucleo alla periferia della cellula. I nuclei erano da tondi ad ovali, con evidente anisocariosi e nucleoli prominenti. Le mitosi erano 1-2/HPF. In entrambi i casi i linfonodi inguinali erano estesamente coinvolti dalla neoplasia. Il contenuto vacuolare, indagato su sezioni criostatiche, era negativo per Alcian blu e PAS e positivo per Sudan B, risultando pertanto composto da lipidi neutri. Immunoistochimicamente le cellule neoplastiche risultavano diffusamente ed intensamente positive per CK AE1/AE3, CK 19 e CK 8/18, debolmente positive per CK 16 e negative per SMA, Miosina e Vimentina. Piccoli gruppi o singole cellule nel contesto della neoplasia risultavano positive per CK 14. All’indagine ultramicroscopica i vacuoli lipidici citoplasmatici all’interno delle cellule neoplastiche non apparivano circondati da alcuna membrana e pertanto non erano riconducibili a fagolisosomi. L'aspetto morfologico e le caratteristiche istochimiche ed immunoistochimiche delle cellule neoplastiche consentivano di formulare una diagnosi di carcinoma mammario a cellule lipidiche. L’assenza di membrana lisosomiale delimitante i vacuoli lipidici citoplasmatici, induceva ad escludere che essi rappresentassero un prodotto di autofagocitosi delle cellule neoplastiche, lasciando aperta la possibilità di un loro significato secretorio. Inizialmente descritto come un'alterazione degenerativa aspecifica e definito xanthoma mammario (Haagensen, 1932) il carcinoma a cellule lipidiche è stato in seguito identificato come una forma neoplastica distinta (Aboumrad, 1963). Nella donna è considerato un tumore estremamente raro (tra 1 e 1,6% delle neoplasie mammarie in diversi studi retrospettivi), a carattere maligno, con frequente interessamento dei linfonodi regionali e prognosi infausta (Ramos e Tyalor, 1974; Wrba et al., 1988). Nella donna ne sono descritte tre varianti istologiche (istiocitoide, sebaceo e apocrino con estrusione dei nuclei), in tutti i casi le cellule neoplastiche sono caratterizzate da citoplasma finemente vacuolizzato e solo raramente si rinvengono grosse gocce intracitoplasmatiche (van Bogaert e Maldague, 1977), al contrario di quanto osservato nei nostri casi e riportato dalla iconografia della letteratura veterinaria (Misdorp et al., 1999). La rarità della neoplasia trova corrispondenza nei nostri dati: i due casi descritti sono parte di una routine diagnostica di circa 300 tumori mammari/anno e una verifica retrospettiva degli ultimi 5 anni nei nostri archivi non ha consentito di reperire casi analoghi. La natura dei vacuoli lipidici intracitoplasmatici in questo raro tumore mammario è ancora oggetto di controversia in medicina umana: basandosi sul rinvenimento ultramicrospico di una membrana citoplasmatica delimitante il materiale lipidico, alcuni autori hanno interpretato i vacuoli come fagolisosomi e i lipidi in essi contenuti come materiale derivante da processi degenerativi cellulari ed autofagocitosi (Wrba et al., 1988). Al contrario altri studi di microscopia elettronica non hanno evidenziato la presenza di membrana lisosomiale ed hanno pertanto avanzato l’ipotesi che i lipidi intracitoplasmatici rappresentino l’accumulo di un prodotto di secrezione, anche in considerazione della capacità delle cellule mammarie di sintesi di lipidi (Ramos e Taylor, 1974). Nell’unico campione che ci è stato possibile esaminare ultramicroscopicamente i vacuoli lipidici intracitoplasmatici non apparivano circondati da alcuna membrana inducendo ad escludere, almeno limitatamente al caso osservato, un’origine autofagocitica.Infine nei casi da noi osservati, come segnalato nella donna, i linfonodi regionali risultavano ampiamente coinvolti, anche se nessun segno di metastatizzazione è clinicamente rilevabile a circa 7-8 mesi dall'asportazione.

Carcinoma mammario a cellule lipidiche nel cane: caratteristiche anatomopatologiche di due casi / C. Giudice, G. Sironi, P. Roccabianca, L. Crippa. ((Intervento presentato al 21. convegno Atti XXI Congresso Nazionale APIV tenutosi a Grugliasco (TO) nel 2003.

Carcinoma mammario a cellule lipidiche nel cane: caratteristiche anatomopatologiche di due casi

C. Giudice
Primo
;
G. Sironi
Secondo
;
P. Roccabianca
Penultimo
;
2003

Abstract

Lipid rich cell carcinoma (LRC) is, in women, a rare malignant tumor, that frequently metastasizes and that bears a poor prognosis. In the bitch, LRC is an extremely rare tumor that has been described in the new WHO classification (1999) and has been considered as a subtype of canine mammary inflammatory carcinoma in one recent report. We report the histologic, histochemical, immunohistochemical and ultramicroscopic features of two cases of LRC in two bitches, 2.5 and 6 years old. The rarity of the tumor is confirmed by our caseload with only 2 cases diagnosed out of 300 mammary tumors per year. Il carcinoma mammario "a cellule ricche in lipidi" (lipid-rich carcinoma) è un tumore estremamente raro sia nella donna sia nelle specie animali, in cui è segnalato solo nel cane. Benché riportato nella più recente classificazione WHO dei tumori mammari del cane e del gatto (1999), non esistono lavori, nella letteratura veterinaria, su questa peculiare neoplasia, se si eccettua la segnalazione di tre casi di variante a cellule lipidiche di carcinoma infiammatorio in una recente rassegna retrospettiva (Pena et al. 2003). La presente indagine ha avuto per oggetto due casi di carcinoma mammario "lipid-rich" in due cani, femmine sterilizzate, un incrocio di 2 anni e 6 mesi ed un pastore tedesco di 6 anni. L'anamnesi clinica riportava, nella prima, ripetuti episodi di pseudociesi e, nella seconda, l’insorgenza di piometra con conseguente isterectomia. l tessuto mammario, pervenuto alla sezione fissato in formalina 10%, è stato routinariamente processato per l’istologia ed incluso in paraffina, sezioni microtomiche di circa 4 micron sono state colorate con Ematossilina-Eosina. Sezioni seriate sono state inoltre indagate immunoistochimicamente con tecnica ABC e sviluppate in carbazolo (AEC, Vector). Gli anticorpi utilizzati, la loro diluzione e gli eventuali metodi di smascheramento sono elencati in tabella 1. Da uno dei due casi porzioni di tessuto, già fissate in formalina, sono state congelate in azoto liquido per ottenere sezioni criostatiche da utilizzare per colorazioni istochimiche (Alcian Blu; PAS e Sudan Black). Altri campioni sono stati sottoposti ad ulteriore fissazione, per circa 12 ore, in glutaraldeide (2,5%), postfissate in osmio tetrossido e quindi processate per la microscopia elettronica. In entrambi i casi le neoplasie coinvolgevano la quinta mammella e, macroscopicamente, erano costituite da masse ben definite, di circa 5 cm di diametro, di consistenza elastica ed aspetto grigio-biancastro variegato al taglio con aree focali di emorragia e necrosi. I linfonodi inguinali erano aumentati di volume ed il disegno corticale non era più riconoscibile. All'esame istologico le neoplasie avevano morfologia molto simile, risultando costituite da lobuli di cellule epiteliali a crescita solida, separati da spessi setti di connettivo denso, occasionalmente infiltrati da linfociti e plasmacellule. Le cellule neoplastiche erano poligonali, con confini cellulari ben definiti ed ampio citoplasma eosinofilo finemente vacuolizzato o contenente un'unica, ampia formazione otticamente vuota che spingeva il nucleo alla periferia della cellula. I nuclei erano da tondi ad ovali, con evidente anisocariosi e nucleoli prominenti. Le mitosi erano 1-2/HPF. In entrambi i casi i linfonodi inguinali erano estesamente coinvolti dalla neoplasia. Il contenuto vacuolare, indagato su sezioni criostatiche, era negativo per Alcian blu e PAS e positivo per Sudan B, risultando pertanto composto da lipidi neutri. Immunoistochimicamente le cellule neoplastiche risultavano diffusamente ed intensamente positive per CK AE1/AE3, CK 19 e CK 8/18, debolmente positive per CK 16 e negative per SMA, Miosina e Vimentina. Piccoli gruppi o singole cellule nel contesto della neoplasia risultavano positive per CK 14. All’indagine ultramicroscopica i vacuoli lipidici citoplasmatici all’interno delle cellule neoplastiche non apparivano circondati da alcuna membrana e pertanto non erano riconducibili a fagolisosomi. L'aspetto morfologico e le caratteristiche istochimiche ed immunoistochimiche delle cellule neoplastiche consentivano di formulare una diagnosi di carcinoma mammario a cellule lipidiche. L’assenza di membrana lisosomiale delimitante i vacuoli lipidici citoplasmatici, induceva ad escludere che essi rappresentassero un prodotto di autofagocitosi delle cellule neoplastiche, lasciando aperta la possibilità di un loro significato secretorio. Inizialmente descritto come un'alterazione degenerativa aspecifica e definito xanthoma mammario (Haagensen, 1932) il carcinoma a cellule lipidiche è stato in seguito identificato come una forma neoplastica distinta (Aboumrad, 1963). Nella donna è considerato un tumore estremamente raro (tra 1 e 1,6% delle neoplasie mammarie in diversi studi retrospettivi), a carattere maligno, con frequente interessamento dei linfonodi regionali e prognosi infausta (Ramos e Tyalor, 1974; Wrba et al., 1988). Nella donna ne sono descritte tre varianti istologiche (istiocitoide, sebaceo e apocrino con estrusione dei nuclei), in tutti i casi le cellule neoplastiche sono caratterizzate da citoplasma finemente vacuolizzato e solo raramente si rinvengono grosse gocce intracitoplasmatiche (van Bogaert e Maldague, 1977), al contrario di quanto osservato nei nostri casi e riportato dalla iconografia della letteratura veterinaria (Misdorp et al., 1999). La rarità della neoplasia trova corrispondenza nei nostri dati: i due casi descritti sono parte di una routine diagnostica di circa 300 tumori mammari/anno e una verifica retrospettiva degli ultimi 5 anni nei nostri archivi non ha consentito di reperire casi analoghi. La natura dei vacuoli lipidici intracitoplasmatici in questo raro tumore mammario è ancora oggetto di controversia in medicina umana: basandosi sul rinvenimento ultramicrospico di una membrana citoplasmatica delimitante il materiale lipidico, alcuni autori hanno interpretato i vacuoli come fagolisosomi e i lipidi in essi contenuti come materiale derivante da processi degenerativi cellulari ed autofagocitosi (Wrba et al., 1988). Al contrario altri studi di microscopia elettronica non hanno evidenziato la presenza di membrana lisosomiale ed hanno pertanto avanzato l’ipotesi che i lipidi intracitoplasmatici rappresentino l’accumulo di un prodotto di secrezione, anche in considerazione della capacità delle cellule mammarie di sintesi di lipidi (Ramos e Taylor, 1974). Nell’unico campione che ci è stato possibile esaminare ultramicroscopicamente i vacuoli lipidici intracitoplasmatici non apparivano circondati da alcuna membrana inducendo ad escludere, almeno limitatamente al caso osservato, un’origine autofagocitica.Infine nei casi da noi osservati, come segnalato nella donna, i linfonodi regionali risultavano ampiamente coinvolti, anche se nessun segno di metastatizzazione è clinicamente rilevabile a circa 7-8 mesi dall'asportazione.
giu-2003
Settore VET/03 - Patologia Generale e Anatomia Patologica Veterinaria
Associazione italiana patologi veterinari
Carcinoma mammario a cellule lipidiche nel cane: caratteristiche anatomopatologiche di due casi / C. Giudice, G. Sironi, P. Roccabianca, L. Crippa. ((Intervento presentato al 21. convegno Atti XXI Congresso Nazionale APIV tenutosi a Grugliasco (TO) nel 2003.
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