La cataratta senile è una malattia che diminuisce e, quindi, impedisce la funzione visiva a causa della progressiva opacizzazione del cristallino dell'occhio. E' estremamente comune, ed è una delle cause principali di cecità, non solo nei paesi più poveri. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che sarebbe responsabile della metà dei casi di cecità (17 milioni) nel mondo (Thylefors, B., Négrel, A.P., Pararajasegaram, R. et. al. (1995). Global data on blindness. Bull. WHO, 73: 115-121). In Italia, l'Unione italiana dei ciechi l'ha riportata come causa di cecità nel 23% dei suoi iscritti (Nicolosi, A., Marighi, P.E., Rizzardi, P., et. al. (1994). Prevalence and causes of visual impairment in Italy. Int. J. Epidemiol., 23: 359-364). Sebbene siano stati compiuti importanti progressi nell'identificazione dei fattori di rischio della cataratta, non sono ancora state identificate azioni di prevenzione primaria o trattamenti medici sicuramente provati. La rimozione chirurgica del cristallino rimane la sola terapia certa e si stima che abbia successo nel 94% dei casi (Javitt, J.C., Wang, F., West, S.K. (1996). Blindness due to cataract: epidemiology and prevention. Annu. Rev. Public Health, 17: 159-177). Anche se la World Bank ha collocato la chirurgia per cataratta nella categoria delle terapie più efficaci rispetto al costo (meno di 25 dollari per anno di vista recuperato), in molte nazioni povere, resta il problema della sua praticabilità, a causa di limiti economici, culturali e assistenziali, mentre in quelle ricche, come gli USA, il problema riguarda il contenimento della spesa sanitaria, divenuta per tale voce estremamente onerosa (Hodge W.G., Whitcher, J.P., Satariano, W. (1995). Risk factors for age-related cataracts. Epidemiol. Rev., 17: 336-346).Lo studio della storia naturale della cataratta è molto complesso in quanto comporta la rilevazione quantitativa di modifiche del cristallino che avvengono nell'arco di decenni e che nei primi anni sono in genere clinicamente irrilevanti. Una sola volta ci si è posto direttamente questo obiettivo, e l'occasione era uno studio longitudinale condotto a Parma, dall'Università di Parma, dal National Eye Institute e dall'Istituto Superiore di Sanità. Lo studio ha comportato il monitoraggio fotografico dei cristallini in 1 399 persone, provenienti da ambulatori oculistici. Usando il sistema di classificazione LOCS II, il tasso d'incidenza, cumulativo, triennale, tra 65 e 74 anni, per cataratta corticale, nucleare e posteriore subcapsulare era rispettivamente del 18, 6 e 6%. Inoltre il tasso di progressione per ciascun tipo di cataratta risultava essere molto più elevato di quello d'incidenza (The Italian-American cataract study group. Incidence and pro- gression of cortical, nuclear, and posterior subcapsular cataracts. (1994). Am. J. Ophthalmol., 118: 623- 631). Queste stime generate da una popolazione ambulatoriale non era- no riferibili alla popolazione genera- le, ma risultavano comunque idonee alla pianificazione di sperimentazioni cliniche di tipo farmacologico.

Epidemiologia della cataratta in Lombardia / F. Pregliasco. ((Intervento presentato al convegno La qualità della chirurgia della cataratta tenutosi a Cesano Boscone nel 2011.

Epidemiologia della cataratta in Lombardia

F. Pregliasco
Primo
2011

Abstract

La cataratta senile è una malattia che diminuisce e, quindi, impedisce la funzione visiva a causa della progressiva opacizzazione del cristallino dell'occhio. E' estremamente comune, ed è una delle cause principali di cecità, non solo nei paesi più poveri. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che sarebbe responsabile della metà dei casi di cecità (17 milioni) nel mondo (Thylefors, B., Négrel, A.P., Pararajasegaram, R. et. al. (1995). Global data on blindness. Bull. WHO, 73: 115-121). In Italia, l'Unione italiana dei ciechi l'ha riportata come causa di cecità nel 23% dei suoi iscritti (Nicolosi, A., Marighi, P.E., Rizzardi, P., et. al. (1994). Prevalence and causes of visual impairment in Italy. Int. J. Epidemiol., 23: 359-364). Sebbene siano stati compiuti importanti progressi nell'identificazione dei fattori di rischio della cataratta, non sono ancora state identificate azioni di prevenzione primaria o trattamenti medici sicuramente provati. La rimozione chirurgica del cristallino rimane la sola terapia certa e si stima che abbia successo nel 94% dei casi (Javitt, J.C., Wang, F., West, S.K. (1996). Blindness due to cataract: epidemiology and prevention. Annu. Rev. Public Health, 17: 159-177). Anche se la World Bank ha collocato la chirurgia per cataratta nella categoria delle terapie più efficaci rispetto al costo (meno di 25 dollari per anno di vista recuperato), in molte nazioni povere, resta il problema della sua praticabilità, a causa di limiti economici, culturali e assistenziali, mentre in quelle ricche, come gli USA, il problema riguarda il contenimento della spesa sanitaria, divenuta per tale voce estremamente onerosa (Hodge W.G., Whitcher, J.P., Satariano, W. (1995). Risk factors for age-related cataracts. Epidemiol. Rev., 17: 336-346).Lo studio della storia naturale della cataratta è molto complesso in quanto comporta la rilevazione quantitativa di modifiche del cristallino che avvengono nell'arco di decenni e che nei primi anni sono in genere clinicamente irrilevanti. Una sola volta ci si è posto direttamente questo obiettivo, e l'occasione era uno studio longitudinale condotto a Parma, dall'Università di Parma, dal National Eye Institute e dall'Istituto Superiore di Sanità. Lo studio ha comportato il monitoraggio fotografico dei cristallini in 1 399 persone, provenienti da ambulatori oculistici. Usando il sistema di classificazione LOCS II, il tasso d'incidenza, cumulativo, triennale, tra 65 e 74 anni, per cataratta corticale, nucleare e posteriore subcapsulare era rispettivamente del 18, 6 e 6%. Inoltre il tasso di progressione per ciascun tipo di cataratta risultava essere molto più elevato di quello d'incidenza (The Italian-American cataract study group. Incidence and pro- gression of cortical, nuclear, and posterior subcapsular cataracts. (1994). Am. J. Ophthalmol., 118: 623- 631). Queste stime generate da una popolazione ambulatoriale non era- no riferibili alla popolazione genera- le, ma risultavano comunque idonee alla pianificazione di sperimentazioni cliniche di tipo farmacologico.
19-nov-2011
cataratta ; epidemiologia
Settore MED/42 - Igiene Generale e Applicata
Epidemiologia della cataratta in Lombardia / F. Pregliasco. ((Intervento presentato al convegno La qualità della chirurgia della cataratta tenutosi a Cesano Boscone nel 2011.
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