Nel dare alle stampe la sua parodia dei Promessi Sposi (1930), Guido da Verona non immaginava di compiere delitto di lesa maestà nei confronti del totem manzoniano né che sarebbe stato oscurato dal controllo igienico fascista. Nel saggio si sostiene infatti, anche sulla base di evidenze ricavate dall'analisi del manoscritto, che la sua intenzione non fosse satirica, bensì ludico-parodica. Il cuore del saggio si incentra sull'analisi comparativa tra la versione daveroniana e l'ipotesto manzoniano, con particolare attenzione alle scaturigini del comico. Oltre che mettere in evidenza i tratti caratterizzanti la prosa di da Verona, captante e alluvionata di wits linguistici, il saggio descrive le strategie comiche usate dall'autore, quelle basate sul carattere e sulle situazioni e quelle del discorso vero e proprio. Nel corso dell'analisi si evidenzia come sia il comico del significante sia l'infrazione dei legami logici e di successione cooperino a incrinare la visione ordinata del mondo e della lingua strenuamente voluta e ottenuta da Alessandro Manzoni.

“Questo riso che turbina in me” : strategie linguistiche comico-parodiche nei Promessi Sposi di Guido da Verona / G. Sergio (SUSSIDI ERUDITI). - In: Guido da Verona e il suo archivio : interpretazioni e riletture / [a cura di] S. Morgana, G. Sergio. - Roma : Edizioni di Storia e Letteratura, 2011. - ISBN 9788863723786. - pp. 105-159 (( convegno Rileggere Guido da Verona attraverso il suo archivio : Università degli studi di Milano, 18-19 novembre tenutosi a Milano nel 2009.

“Questo riso che turbina in me” : strategie linguistiche comico-parodiche nei Promessi Sposi di Guido da Verona

G. Sergio
Primo
2011

Abstract

Nel dare alle stampe la sua parodia dei Promessi Sposi (1930), Guido da Verona non immaginava di compiere delitto di lesa maestà nei confronti del totem manzoniano né che sarebbe stato oscurato dal controllo igienico fascista. Nel saggio si sostiene infatti, anche sulla base di evidenze ricavate dall'analisi del manoscritto, che la sua intenzione non fosse satirica, bensì ludico-parodica. Il cuore del saggio si incentra sull'analisi comparativa tra la versione daveroniana e l'ipotesto manzoniano, con particolare attenzione alle scaturigini del comico. Oltre che mettere in evidenza i tratti caratterizzanti la prosa di da Verona, captante e alluvionata di wits linguistici, il saggio descrive le strategie comiche usate dall'autore, quelle basate sul carattere e sulle situazioni e quelle del discorso vero e proprio. Nel corso dell'analisi si evidenzia come sia il comico del significante sia l'infrazione dei legami logici e di successione cooperino a incrinare la visione ordinata del mondo e della lingua strenuamente voluta e ottenuta da Alessandro Manzoni.
Guido da Verona; lingua; comico; comicità; letteratura; Novecento
Settore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
2011
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