The purpose of the paper is to illustrate the point of view about Portuguese civilization of the late XVIth and XVIIth-century Italian intellectual community, from a prophetic, exhortative, intellectual and topical, travel-concerned perspective. Starting points are the intellectual and ideological roots which, among colonial simulacra and historical unrealisms, conduct the pequena Nação portuguesa to think the germ of the Fifth Empire of Christ, starting from the poems dedicated to D. Sebastião in Marino’s Galeria, examining the Roman experience of António Vieira and his Sermões Italianos, and the Italian reception of his millenarian thesis, from the Jesuit collaborators (Spinola Ardizzone, Casnedi, Bonucci) to a possible dialogue with the Lubrano’s sermon. It then considers the political-cultural lusophilic experience, keeping with Vieira at the Medici court of Cosimo III, with the central figure of Magalotti. It then examines, through the great translation of Carlo Antonio Paggi’s Lusíadas, the Italian reception of Portuguese travel myths, conveyed in the defining moment of the shipwreck found in Lubrano, Bartoli, F.M. de Melo and the Corte-Real (in the mutual tracks of the tragic Sepulveda’s vicissitude). Finally, comparing Paggi’s translation and the Colombian myth in Stigliani’s Mondo Nuovo, it offers a reflection on the reception of Italian Portuguese translatio imperii ideology, which, while projecting in mind the myths of the past, gathered in Portugal tight adhesions but also criticism, whose success is investigated in the contemporary Italian intellectual climate.

Scopo del contributo è illustrare le prospettive di ricostruzione e interpretazione della civiltà portoghese tardocinquecentesca e secentesca in seno alla comunità intellettuale italiana coeva, da una visuale millenaristica, parenetica, intellettuale e topico-odeporica. Punto d’avvio sono le radici ideologiche e intellettuali che, tra simulacri coloniali e irrealismi storici, conducono la «pequena nação portuguesa» a pensarsi germe del Quinto Impero di Cristo: partendo dalle poesie dedicate a D. Sebastião nella Galeria del Marino, si esamina poi l’esperienza romana di António Vieira e dei Sermões Italianos e la ricezione italiana delle sue tesi millenariste, cominciando dai più stretti collaboratori in seno alla predicazione gesuitica (Spinola Ardizzone, Casnedi, Bonucci) e arrivando a un dialogo possibile con la parenetica di Lubrano. Si considera poi la lusofilia politico-culturale maturata, in sintonia con Vieira, alla corte medicea di Cosimo III, centrale la figura di Magalotti. Si esamina poi, attraverso la grande traduzione dei Lusíadas di Carlo Antonio Paggi, la ricezione italiana delle sacralità odeporiche portoghesi, convogliate nel momento topico del naufragio, in dialogo anche tra Lubrano, Bartoli, F.M. de Melo e il Corte-Real (nelle piste comuni della vicenda tragica del Sepúlveda). Infine, confrontando l’operazione di appropriazione traduttiva e mitopoietica del Paggi e l’emersione del mito colombiano nel Mondo Nuovo dello Stigliani, si propone una riflessione sulla ricezione italiana della cultura portoghese della translatio imperii, fondata anch’essa su un vortice ideologico che, pur proiettando provvidenzialmente nel presente gli irripetibili miti del passato, raccoglieva nella civiltà portoghese del tempo convinte adesioni ma anche diffusi interrogativi e serrate critiche, delle cui tendenze s’indaga infine la fortuna nel coevo clima intellettuale italiano.

Plantadores de naus a haver : la civiltà intellettuale italiana secentesca e le sue prospettive sui portoghesi contemporanei. L'impero, il viaggio / G. Alonzo. - In: STUDI SECENTESCHI. - ISSN 0081-6248. - 52:378(2011), pp. 87-120.

Plantadores de naus a haver : la civiltà intellettuale italiana secentesca e le sue prospettive sui portoghesi contemporanei. L'impero, il viaggio

G. Alonzo
Primo
2011

Abstract

The purpose of the paper is to illustrate the point of view about Portuguese civilization of the late XVIth and XVIIth-century Italian intellectual community, from a prophetic, exhortative, intellectual and topical, travel-concerned perspective. Starting points are the intellectual and ideological roots which, among colonial simulacra and historical unrealisms, conduct the pequena Nação portuguesa to think the germ of the Fifth Empire of Christ, starting from the poems dedicated to D. Sebastião in Marino’s Galeria, examining the Roman experience of António Vieira and his Sermões Italianos, and the Italian reception of his millenarian thesis, from the Jesuit collaborators (Spinola Ardizzone, Casnedi, Bonucci) to a possible dialogue with the Lubrano’s sermon. It then considers the political-cultural lusophilic experience, keeping with Vieira at the Medici court of Cosimo III, with the central figure of Magalotti. It then examines, through the great translation of Carlo Antonio Paggi’s Lusíadas, the Italian reception of Portuguese travel myths, conveyed in the defining moment of the shipwreck found in Lubrano, Bartoli, F.M. de Melo and the Corte-Real (in the mutual tracks of the tragic Sepulveda’s vicissitude). Finally, comparing Paggi’s translation and the Colombian myth in Stigliani’s Mondo Nuovo, it offers a reflection on the reception of Italian Portuguese translatio imperii ideology, which, while projecting in mind the myths of the past, gathered in Portugal tight adhesions but also criticism, whose success is investigated in the contemporary Italian intellectual climate.
Scopo del contributo è illustrare le prospettive di ricostruzione e interpretazione della civiltà portoghese tardocinquecentesca e secentesca in seno alla comunità intellettuale italiana coeva, da una visuale millenaristica, parenetica, intellettuale e topico-odeporica. Punto d’avvio sono le radici ideologiche e intellettuali che, tra simulacri coloniali e irrealismi storici, conducono la «pequena nação portuguesa» a pensarsi germe del Quinto Impero di Cristo: partendo dalle poesie dedicate a D. Sebastião nella Galeria del Marino, si esamina poi l’esperienza romana di António Vieira e dei Sermões Italianos e la ricezione italiana delle sue tesi millenariste, cominciando dai più stretti collaboratori in seno alla predicazione gesuitica (Spinola Ardizzone, Casnedi, Bonucci) e arrivando a un dialogo possibile con la parenetica di Lubrano. Si considera poi la lusofilia politico-culturale maturata, in sintonia con Vieira, alla corte medicea di Cosimo III, centrale la figura di Magalotti. Si esamina poi, attraverso la grande traduzione dei Lusíadas di Carlo Antonio Paggi, la ricezione italiana delle sacralità odeporiche portoghesi, convogliate nel momento topico del naufragio, in dialogo anche tra Lubrano, Bartoli, F.M. de Melo e il Corte-Real (nelle piste comuni della vicenda tragica del Sepúlveda). Infine, confrontando l’operazione di appropriazione traduttiva e mitopoietica del Paggi e l’emersione del mito colombiano nel Mondo Nuovo dello Stigliani, si propone una riflessione sulla ricezione italiana della cultura portoghese della translatio imperii, fondata anch’essa su un vortice ideologico che, pur proiettando provvidenzialmente nel presente gli irripetibili miti del passato, raccoglieva nella civiltà portoghese del tempo convinte adesioni ma anche diffusi interrogativi e serrate critiche, delle cui tendenze s’indaga infine la fortuna nel coevo clima intellettuale italiano.
Seicento italiano ; Seicento portoghese ; viaggio ; impero ; mito ; naufragio ; Lusiadi ; storiografia ; letteratura ; millenarismo
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore L-LIN/08 - Letteratura Portoghese e Brasiliana
2011
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