La qualità del suolo, intesa come “una misura delle condizioni del suolo in relazione alle richieste di una o più specie e/o agli scopi antropici”, deve tener conto sia della gestione agronomica adottata sia del più ampio contesto ecosistemico in cui i processi si evolvono. Il giudizio sullo stato di salute del suolo viene sovente espresso attraverso l’uso di misure o di indici di carattere chimico (es. pH, sostanza organica, CSC), mentre raramente vengono esaminati gli aspetti fisici e biologici, per i quali le metodiche di determinazione risultano piuttosto complesse, lunghe e costose. Scopo del presente lavoro è la messa a punto di un insieme minimo di indicatori in grado di descrivere le risposte di un suolo agrario a livelli crescenti di intensificazione colturale. Più in particolare si è cercato di mettere a punto indicatori fisici e biologici che possano essere considerati, dai numerosi operatori del settore, di buon livello scientifico e metodologico, applicabili, comprensibili, di rapida ed economica determinazione. E’ stata utilizzata una sperimentazione di campo di lunga durata condotta a Lodi (LO), all’interno della quale si erano messi a confronto differenti avvicendamenti colturali. Sulle parcelle sperimentali e con campioni di terra ottenuti dalle stesse, sono stati determinati, per gli aspetti fisici, la stabilità degli aggregati strutturali in acqua, la resistenza alla penetrazione, la densità apparente e il contenuto idrico, per gli aspetti biologici si è studiata la nematofauna, considerato efficace indice trofico, di maturità del suolo e di biodiversità. Vengono discussi i risultati preliminari che possono essere così sintetizzati: a) i valori di maggiore biodiversità della nematofauna tellurica e di buona stabilità degli aggregati in acqua sono stati ottenuti nelle situazioni poco perturbate (prati stabili e avvicendati), mentre i più bassi sono stati registrati nelle situazioni di forte e continua perturbazione come nella monosuccessione; b) gli indicatori presi in esame si sono quindi dimostrati rispondenti alle esigenze inizialmente volute; c) risulta necessaria una più ampia verifica non solo relativa alle condizioni operative esterne relative al sistema colturale (pedo-clima) ma anche alla ripetibilità dei metodi (in particolare nematofauna e struttura in acqua).

Valutazione della qualità del suolo agrario in mais in monosuccessione e in prato permanente / S. Frigeni, B. Manachini, S. Landi, S. Bocchi - In: Ricerca ed innovazione per le produzioni vegetali e la gestione delle risorse agro-ambientali : atti : 36. Convegno della Societa italiana di agronomia : Foggia, 20-22 settembre 2005 / Marcella Giuliani, Giuseppe Gatta, L. Giuzio, G. de Simone. - Foggia : Università degli Studi di Foggia, 2005. - ISBN 88-7427-010-0. - pp. 19-20 (( Intervento presentato al 36. convegno Convegno della Società Italiana di Agronomia tenutosi a Foggia nel 2005.

Valutazione della qualità del suolo agrario in mais in monosuccessione e in prato permanente

S. Frigeni
Primo
;
B. Manachini
Secondo
;
S. Bocchi
Ultimo
2005

Abstract

La qualità del suolo, intesa come “una misura delle condizioni del suolo in relazione alle richieste di una o più specie e/o agli scopi antropici”, deve tener conto sia della gestione agronomica adottata sia del più ampio contesto ecosistemico in cui i processi si evolvono. Il giudizio sullo stato di salute del suolo viene sovente espresso attraverso l’uso di misure o di indici di carattere chimico (es. pH, sostanza organica, CSC), mentre raramente vengono esaminati gli aspetti fisici e biologici, per i quali le metodiche di determinazione risultano piuttosto complesse, lunghe e costose. Scopo del presente lavoro è la messa a punto di un insieme minimo di indicatori in grado di descrivere le risposte di un suolo agrario a livelli crescenti di intensificazione colturale. Più in particolare si è cercato di mettere a punto indicatori fisici e biologici che possano essere considerati, dai numerosi operatori del settore, di buon livello scientifico e metodologico, applicabili, comprensibili, di rapida ed economica determinazione. E’ stata utilizzata una sperimentazione di campo di lunga durata condotta a Lodi (LO), all’interno della quale si erano messi a confronto differenti avvicendamenti colturali. Sulle parcelle sperimentali e con campioni di terra ottenuti dalle stesse, sono stati determinati, per gli aspetti fisici, la stabilità degli aggregati strutturali in acqua, la resistenza alla penetrazione, la densità apparente e il contenuto idrico, per gli aspetti biologici si è studiata la nematofauna, considerato efficace indice trofico, di maturità del suolo e di biodiversità. Vengono discussi i risultati preliminari che possono essere così sintetizzati: a) i valori di maggiore biodiversità della nematofauna tellurica e di buona stabilità degli aggregati in acqua sono stati ottenuti nelle situazioni poco perturbate (prati stabili e avvicendati), mentre i più bassi sono stati registrati nelle situazioni di forte e continua perturbazione come nella monosuccessione; b) gli indicatori presi in esame si sono quindi dimostrati rispondenti alle esigenze inizialmente volute; c) risulta necessaria una più ampia verifica non solo relativa alle condizioni operative esterne relative al sistema colturale (pedo-clima) ma anche alla ripetibilità dei metodi (in particolare nematofauna e struttura in acqua).
Qualità del suolo agrario, indicatore, sistemi colturali
Settore AGR/02 - Agronomia e Coltivazioni Erbacee
Settore AGR/11 - Entomologia Generale e Applicata
2005
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