ECONOMIA E DIRITTO

La sfida cinese nel campo dell�ICT

di Maddalena Sorrentino

Premessa

La Cina si sta preparando per diventare la prossima, grande frontiera della tecnologia a livello mondiale. � difficile prevedere quando ci� avverr�, ma non sembrano esservi dubbi sul fatto che le tecnologie dell�informazione e della comunicazione (abbreviate in ICT, Information and Communication Technologies), e segnatamente la Rete, hanno gi� consentito al gigante cinese non solo di competere su scala globale, ma di diventare in breve tempo una forza trainante del cambiamento. I dati1 sono eloquenti: 94 milioni di utenti Internet a fine 2004 (+18,2% rispetto all�anno precedente), 334 milioni di utilizzatori di telefoni cellulari; flussi di esportazione relativi a prodotti ad alto contenuto tecnologico cresciuti a ritmi del 40-60% nell�ultimo decennio. Nel 2004 � avvenuto il sorpasso, nel ranking mondiale, della Cina ai danni del Giappone, in termini di numero di utenti Internet2. Communications of the ACM3, prestigiosa rivista internazionale di computer science, ha dedicato a questi argomenti gran parte del numero di aprile 2005. L�avere raggruppato sette articoli sotto il titolo �Transforming China� riflette chiaramente l�importanza attribuita ai fenomeni in atto. 

1. Modelli di diffusione di Internet nelle imprese cinesi 

Internet � stata introdotta ufficialmente in Cina alla fine del 1992. Sin dal primo momento, la diffusione della �rete di reti� si � accompagnata ad una crescita progressiva del grado di informatizzazione del tessuto economico. Ma, a differenza di quanto avvenuto in altri paesi, i manager cinesi hanno dovuto affrontare questa sfida potendo contare su un patrimonio di esperienza in campo informatico quasi inesistente, su infrastrutture poco diffuse in un territorio sconfinato e su un livello medio di sviluppo economico alquanto modesto. Per molte organizzazioni il salto � stato notevole, e spesso ha comportato il passaggio diretto e repentino da prassi operative tradizionali, essenzialmente di tipo manuale, a sistemi informativi basati sul paradigma Internet. D�altro canto, l�essersi affacciati relativamente tardi sul mercato ICT si � accompagnato a interessanti opportunit� per le imprese cinesi, tra cui: poter scegliere tra una gamma di applicazioni e strumenti pi� avanzati, perch� di nuova generazione; imparare dall�esperienza degli altri e, quindi, evitare le trappole e i rischi che tipicamente si associano con l�adozione di tecnologie poco conosciute; e, infine, essere meno assillati dal problema che invece attanaglia le aziende che hanno alle spalle una lunga storia di automazione, ossia la necessit� di far convivere i nuovi sistemi con le tecnologie e applicazioni preesistenti (cosiddetti legacy systems). Ma come si sta diffondendo Internet tra le imprese cinesi? Una ricerca di Guo e Chen4 ha analizzato un campione formato da 94 aziende operanti a Pechino, Guangzhou e altre grandi citt� situate nelle regioni orientali del paese, dimostrando l�esistenza di una correlazione tra l�ammontare della spesa ICT (ossia relativa all�acquisto di hardware, software e servizi informatici) e il tasso di diffusione di Internet tra gli operatori economici. L�andamento di queste due grandezze nel periodo 1992-2004 rivela la presenza di uno sviluppo per fasi: 
Avvio (1993-1995)
. Internet fu implementata ufficialmente tra la fine del 1992 e l�inizio del 1993. Il primo backbone nazionale (ossia la linea �dorsale� che funge da percorso principale per il flus-
so del traffico verso e da altre reti di telecomunicazioni) � il risultato di un progetto congiunto tra l�Accademia cinese delle scienze e le universit� di Pechino e Qinghua. Grazie al supporto governativo, le prime imprese poterono realizzare proprie reti aziendali che consentirono l�avvio dei servizi di posta elettronica. Le reti ChinaNet e China Education and Research Network diventarono operative nel 1994. Contagio (1995-2000). La realizzazione di soluzioni basate sulle tecnologie di comunicazione ha contribuito a innalzare in misura considerevole la spesa ICT. A partire dal 1997 � stato soprattutto lo sviluppo dell�e-commerce a guidare le scelte di informatizzazione delle imprese. Nel 1998 nasce il primo motore di ricerca in lingua cinese (Sohu), sviluppato da Sohu.com, societ� quotata al Nasdaq nel 2000 (fondata da Charles Zhang, noto anche come il Bill Gates cinese5). In termini di volumi di traffico, Sohu.com oggi si colloca tra i primi 5 portali a livello mondiale.
Congelamento (2000-2004). Molte imprese hanno iniziato a porre sotto controllo i propri investimenti in tecnologia. In parallelo � cresciuto il ricorso a servizi di consulenza strategica offerti da grandi societ� internazionali. In questo periodo oltre la met� delle imprese considerate dallo studio di Guo e Chen hanno ridotto i loro budget per l�acquisto di tecnologie, mentre, in parallelo, � cresciuta la spesa per servizi di consulenza e outsourcing di attivit� informatiche. 
Diffusione (dal 2004). La tecnologia assume un ruolo importante in tutte le maggiori imprese, e nel frattempo si consolidano applicazioni ICT di nuova generazione, basate cio� sull�uso del telefono cellulare (mobile commerce) e dell�analisi strategica dei dati (business intelligence). Secondo il China Internet Network Information Center, i Website presenti sul territorio cinese sono 668.900. L�area di Pechino e quella di Shanghai presentano la maggiore diffusione di utenti Internet: rispettivamente 27,6% e 25,8% in rapporto alla popolazione residente6. Lo studio di Guo e Chen procede dimostrando come la redditivit� delle imprese cinesi sia correlata positivamente con l�intensit� di adozione delle tecnologie Internet. L�influenza esercitata da altre variabili, quali ad esempio il settore economico e le dimensioni aziendali, non sembra invece ugualmente significativa. In altri termini, non sempre le grandi organizzazioni cinesi sono quelle che adottano Internet con maggiore convinzione. Inoltre, le realt� di minori dimensioni mostrano un atteggiamento pi� convinto verso la Rete rispetto a realt� omologhe presenti in paesi occidentali. Ci�, probabilmente, � dovuto al fatto che il livello minimo di investimenti necessari per integrare Internet nelle attivit� aziendali risulta accessibile anche da chi detiene minori risorse finanziarie. In genere, le aziende cinesi pi� aggressive sul versante della Rete sono quelle che mettono a segno i migliori risultati in termini di utili.

2. I vantaggi delle tecnologie 

Tutto bene, dunque? Un articolo di Quan et al.7 apparso sullo stesso numero di Communications of the ACM mette in guardia da conclusioni affrettate e semplicistiche. I risultati messi a segno dalla Cina nell�arco di pochissimi anni testimoniano s� le dimensioni assunte dai processi di trasformazione in atto, tuttavia - affermano gli autori - sarebbe fuorviante ritenere l�ICT come l�unico fattore che ha determinato il cambiamento. Piuttosto, le tecnologie sono un elemento necessario per lo sviluppo economico e sociale, ma non sufficiente a sostenerlo. Occorre poi considerare che le infrastrutture (non solo tecnologiche) a disposizione sono ben lungi dall�aver raggiunto uno stadio di diffusione omogeneo. Barriere tecnologiche e finanziarie (dall�accesso a Internet all�uso di carte di credito e altri strumenti sostitutivi del contante) caratterizzano tuttora molte aree del paese. Quan et al. osservano inoltre che le tecnologie dell�informazione non sono ancora diventate una commodity, questo significa che a differenza di quanto avviene in contesti pi� avanzati - chi le adotta per primo pu� sperare di ottenere vantaggi competitivi duraturi. In questo senso, l�ICT pu� rappresentare un mezzo per differenziarsi dalla concorrenza. Tra gli esempi pi� significativi di imprese che sono riuscite a coniugare alti livelli di utilizzo con elevata profittabilit� figurano certamente i due maggiori portali cinesi (Sina e Sohu) che offrono una vasta gamma di servizi informativi e legati al commercio elettronico.
D�altro canto, l�ICT non � necessariamente vantaggiosa per tutte le imprese operanti in Cina. In tale realt�, non dimentichiamolo, l�offerta di manodopera � abbondante e relativamente a basso costo8. Inoltre, mentre nei contesti sviluppati la scelta di sostituire la forza lavoro con strumenti ICT assume un significato preciso in termini di convenienza economica, nella realt� cinese questo genere di decisioni si giustifica solo se rapportato a specifiche condizioni, quali ad esempio le dimensioni aziendali e il tipo di orientamento al mercato. Per le aziende che competono a livello globale e che devono puntare sulla qualit� dei prodotti e sulla convenienza dell�offerta, l�ICT rappresenta certamente un fattore strategico di differenziazione e produttivit�. In presenza di accordi con operatori stranieri, l�investimento in tecnologie dell�informazione diventa una scelta ineludibile. Ad esempio Huawei, costruttore cinese di apparati di rete, e l�omologo statunitense 3Com hanno sottoscritto un contratto di cooperazione per presidiare congiuntamente il mercato nordamericano. A seguito di tale accordo, Huawei ha dovuto affrontare notevoli investimenti per rendere i propri sistemi informativi compatibili rispetto a quelli del proprio partner9. Un sofisticato sistema di automazione delle attivit� produttive ha invece consentito a Lenovo (precedentemente conosciuta come Legend Computer) di diventare il costruttore leader in Cina. Lenovo, come noto, nel dicembre 2004 ha acquisito la divisione PC dell�IBM. Per le imprese di medie dimensioni che competono nel mercato domestico cinese, le decisioni di investimento in ICT sono influenzate soprattutto dalle caratteristiche del settore di appartenenza. Maggiore � l�intensit� informativa di quest�ultimo, maggiore � il potenziale vantaggio che pu� essere ottenuto dagli investimenti tecnologici. Per Centaline, gruppo immobiliare che conta 6.300 addetti e oltre 350 filiali sparse nel paese, la condivisione e diffusione delle informazioni sono un fattore chiave di successo. La recente adozione di un sistema informativo gestionale unico a livello di gruppo ha consentito di creare un ambiente integrato e accessibile a tutti, orientato alla collaborazione a distanza. E gli esempi potrebbero continuare. Resta comunque il fatto che molte imprese presenti in Cina hanno dimensioni relativamente esigue e operano in modo esclusivo su un mercato (quello domestico) che sta conoscendo anni di crescita ininterrotta e tumultuosa. Per questo genere di operatori i requisiti di qualit� dell�offerta sono certamente meno stringenti rispetto ai livelli medi che, invece, contrassegnano le economie pi� avanzate. In molti casi, dunque, la messa in atto di nuovi investimenti ICT difficilmente rappresenta una strada obbligata. E infatti, la stragrande maggioranza delle imprese attive sul mercato cinese sceglie di fronteggiare le sfide della concorrenza nel modo pi� tradizionale e immediato, ricorrendo cio� all�impiego di nuova manodopera.

3. La Cina e il Networked Readiness Index 

Gli indicatori quantitativi di diffusione dell�ICT appaiono sempre meno idonei ad apprezzare la situazione di un paese sia in termini assoluti che relativi. Inoltre, considerata la dinamicit� che contrassegna il mondo delle tecnologie, diventa altres� necessario tenere conto della dimensione temporale dei fenomeni osservati. Da alcuni anni � emersa la necessit� di considerare altri fattori e condizioni che favoriscono un uso delle risorse tecnologiche efficace, tale cio� da influenzare positivamente la crescita del sistema economico e sociale. Risulta in questo senso interessante il calcolo del cosiddetto �Networked Readiness Index (NRI)�10 che, nelle intenzioni degli ideatori, si propone di consentire a ciascun paese di disporre di elementi utili per valutare la propria situazione anche in rapporto con altri tipi di realt�. Ma, forse, l�aspetto maggiormente significativo fa riferimento alle indicazioni che possono scaturire dall�NRI in termini di capacit� di un determinato sistema-paese di avvalersi delle opportunit� tecnologiche. Tali capacit� derivano da una combinazione di fattori, tra cui i principali risultano essere: l�alfabetizzazione informatica della popolazione, il grado di diffusione delle tecnologie nel tessuto economico e il livello di informatizzazione del settore pubblico. Il Networked Readiness Index � dunque un indice composito, costruito aggregando un sistema di ben 78 indicatori quantitativi e qualitativi che sono stati scelti allo scopo di permettere analisi comparate e multidimensionali. Il NRI comprende tre macro categorie di variabili, relative al contesto ambientale (environment), al grado di adeguatezza (readiness) e all�utilizzo (usage) dell�ICT nel paese considerato. � interessante osservare come ciascuno degli ultimi due indicatori consideri tre diverse classi di destinatari delle tecnologie, vale a dire gli individui residenti, le aziende e la pubblica amministrazione. La classifica assoluta 2004/2005, stilata su un totale di 104 paesi, colloca ai vertici Singapore, seguito da Islanda, Finlandia. Danimarca e Stati Uniti. La Cina si posiziona al 41� posto (nel 2002/ 2003 era 51esima). L�Italia perde notevolmente terreno rispetto agli anni precedenti e, passando dal 28� al 45� posto, viene superata da tutti i grandi paesi europei, ma anche da alcuni paesi emergenti, quali ad esempio l�Estonia, la Tunisia, la Giordania, la Tailandia e cos� via. Scomponendo ulteriormente le tre macrovariabili, la Cina risulta 46esima con riferimento al �contesto ambientale� (tale voce comprende, a propria volta, il contesto di mercato, quello politiconormativo e quello infrastrutturale). Con riferimento al grado di adeguatezza e al livello di utilizzo delle tecnologie, invece, la Cina guadagna posizioni rispetto all�indice NRI, occupando rispettivamente il 39� e il 38� posto della graduatoria mondiale. Il ruolo del settore pubblico risulta decisivo nel determinare tali risultati positivi. Ad esempio, le performance cinesi sono di assoluto rilievo rispetto al Government Readiness. Infatti su tale fronte il paese conquista la 17esima posizione, grazie al varo dei grandi piani nazionali di e-Government che si sono susseguiti a partire dal 1999, e grazie altres� all�utilizzo di sistemi di acquisto di beni e servizi in Rete (cosiddetto e-procurement) da parte delle amministrazioni pubbliche. L�indicatore denominato Government Readiness fa riferimento alla capacit� di un paese di avvalersi delle tecnologie ICT (prima fra tutte Internet) come strumento per il policy making. Ne sono un esempio i provvedimenti di politica industriale e finanziaria, la presenza di una strategia di innovazione tecnologica basata su una visione unitaria, articolata con precise politiche di settore. Con riferimento al Government Usage, indicatore che pu� offrire elementi significativi per valutare il peso dell�ICT sia in termini di supporto ai processi amministrativi interni al settore pubblico, sia in termini di fornitura di servizi on-line a favore dei cittadini e delle imprese, la Cina si piazza nella 22esima posizione. Ancora una volta emerge con tutta evidenza il ruolo che il governo attribuisce alla modernizzazione e al potenziale innovativo collegato alla societ� dell�informazione. Tuttavia, nonostante gli indubitabili progressi degli ultimi anni, molta strada resta ancora da percorrere. Ecco quali sono � per ciascun componente del Networked Readiness Index � i due aspetti che in Cina risultano maggiormente problematici:
-Environment Component Index (livelli di sicurezza dei server Internet e numero di grandi sistemi di elaborazione, cosiddetti host); -Readiness Component Index (sviluppo delle reti telefoniche destinate agli utenti business e agli utenti residenziali); -Usage Component Index (disponibilit� di telefoni cellulari e tasso di penetrazione di Internet tra la popolazione). Come ovvio, il lettore interessato potr� fare riferimento al documento originale per avere un quadro completo dello scenario rappresentato nelle pagine del �Global Information Technology Report�. Gli stessi autori ammettono di aver intrapreso un cammino difficile e ambizioso, decidendo di non limitarsi a considerare variabili di tipo hard, quali ad esempio il reddito pro-capite o il numero di utenti Internet presenti nei paesi analizzati. Modellizzare fenomeni complessi e in continua evoluzione come quelli legati allo sviluppo tecnologico di una nazione, sintetizzandola mediante un solo indicatore numerico porta con s� inevitabili semplificazioni e compromessi metodologici. Tuttavia non si tratta di un mero esercizio accademico, per quanto affascinante esso sia. Finora il Networked Readiness Index si � dimostrato uno strumento utile soprattutto per i paesi decisi a puntare all�eccellenza mediante l�uso delle tecnologie ICT, disposti a confrontarsi con i migliori della classe e a mettere in campo iniziative concrete per eliminare singoli