« Il Naviglio mi vuole anche di notte ». Milan in the poetry by Alda Merini · This article focuses on the way Milan is portrayed in Alda Merini’s writings. Totally missing in her first collections of poetry, which were imbued with abstract lyricism, real Milanese life starts to run wild in the Eighties when the author goes back to fiction after the dark years of psychiatric hospitalisation. It is especially the Naviglio that becomes an obsessive feature in her poems and novels. Far from providing the reassurance of a familiar place or opportunities for wistful sketches, the slow, steady, unswerving flow of the canal symbolises an oppressive productivepurpose. Meanwhile, the quirky crowd that lives in the surroundings is exposed to a distorting treatment that turns the laundresses – the queens of local folklore – into grim drunken Furies. Only amidst the lumpen can any remnant of human dignity be glimpsed. The author’s separation from the fundamental values of the ‘moral capital’ could not be more unequivocal.

Il contributo si concentra sulle rappresentazioni di Milano nell’opera di Alda Merini. Del tutto assente nelle prime raccolte poetiche, improntate a un lirismo astratto, la realtà ambrosiana dilaga a partire dagli anni Ottanta, quando l’autrice torna alla letteratura dopo gli anni bui dei ricoveri in ospedali psichiatrici. Il Naviglio in particolare diviene una presenza ossessiva in versi e prose. Lungi dall’offrire le rassicurazioni di un ambiente familiare e occasioni per bozzetti nostalgici, il lento, inesorabile, rettilineo scorrere del canale emblematizza un’opprimente ragion produttiva. Nel contempo, la fauna pittoresca che abita i dintorni è sottoposta a un trattamento deformante, che tramuta le lavandaie – regine del folclore locale – in sinistre erinni avvinazzate. Solo fra i lumpen è dato cogliere qualche lampo residuo di umanità. L’estraneità dell’autrice ai valori fondanti della capitale morale non potrebbe essere più esplicita.

« Il Naviglio mi vuole anche di notte » : Milano nei versi di Alda Merini / M.G. Novelli. - In: LA MODERNITÀ LETTERARIA. - ISSN 1972-7682. - 14:(2021), pp. 131-140.

« Il Naviglio mi vuole anche di notte » : Milano nei versi di Alda Merini

M.G. Novelli
2021

Abstract

« Il Naviglio mi vuole anche di notte ». Milan in the poetry by Alda Merini · This article focuses on the way Milan is portrayed in Alda Merini’s writings. Totally missing in her first collections of poetry, which were imbued with abstract lyricism, real Milanese life starts to run wild in the Eighties when the author goes back to fiction after the dark years of psychiatric hospitalisation. It is especially the Naviglio that becomes an obsessive feature in her poems and novels. Far from providing the reassurance of a familiar place or opportunities for wistful sketches, the slow, steady, unswerving flow of the canal symbolises an oppressive productivepurpose. Meanwhile, the quirky crowd that lives in the surroundings is exposed to a distorting treatment that turns the laundresses – the queens of local folklore – into grim drunken Furies. Only amidst the lumpen can any remnant of human dignity be glimpsed. The author’s separation from the fundamental values of the ‘moral capital’ could not be more unequivocal.
Il contributo si concentra sulle rappresentazioni di Milano nell’opera di Alda Merini. Del tutto assente nelle prime raccolte poetiche, improntate a un lirismo astratto, la realtà ambrosiana dilaga a partire dagli anni Ottanta, quando l’autrice torna alla letteratura dopo gli anni bui dei ricoveri in ospedali psichiatrici. Il Naviglio in particolare diviene una presenza ossessiva in versi e prose. Lungi dall’offrire le rassicurazioni di un ambiente familiare e occasioni per bozzetti nostalgici, il lento, inesorabile, rettilineo scorrere del canale emblematizza un’opprimente ragion produttiva. Nel contempo, la fauna pittoresca che abita i dintorni è sottoposta a un trattamento deformante, che tramuta le lavandaie – regine del folclore locale – in sinistre erinni avvinazzate. Solo fra i lumpen è dato cogliere qualche lampo residuo di umanità. L’estraneità dell’autrice ai valori fondanti della capitale morale non potrebbe essere più esplicita.
Alda Merini; Milano, Naviglio; Poesia italiana; Giorgio Manganelli; Elio Pagliarani
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
2021
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