Nella seconda metà degli anni Trenta, la galleria dei “grandi italiani” fu piegata alla tesi secondo la quale la millenaria vitalità nazionale era stata rinvigorita dal regime fascista, con accenti che furono vieppiù declinati anche in termini di superiorità “razziale”. Galileo Galilei rientrava nella categoria degli uomini di genio che l’Italia aveva donato al mondo intero: concorreva alla “dimostrazione” del primato della civiltà italiana, che legittimava il diritto della nazione fascista a rivendicare un posto preminente nella nuova Europa. Concepita come lo spazio dentro cui si misuravano l’autorevolezza, l’energia rigeneratrice di un regime e di un popolo, la guerra andava salutata come epifania di una tradizione che si rinnovava nell’azione del presente. Il saggio si sofferma su alcuni canali della celebrazione pubblica di Galileo, con particolare attenzione al trecentesimo anniversario della morte (1942. Le rievocazioni spinsero al punto di massima accelerazione l’integrazione di Galileo nel pantheon dei grandi italiani, tutti chiamati a raccolta per legittimare la superiorità della civiltà italiana e con essa le ragioni della guerra fascista nella costruzione di un nuovo ordine europeo e mediterraneo

Celebrazioni di Galileo durante il fascismo. L’anniversario del 1942 / M. Baioni (BIBLIOTECA DI GALILAEANA). - In: The Science and Myth of Galileo between the Seventeenth and Nineteenth Centuries in Europe / [a cura di] Massimo Bucciantini. - Prima edizione. - Firenze : Leo S. Olschki, 2021. - ISBN 9788822267405. - pp. 409-424 (( convegno The Science and the Myth of Galileo between the Seventeenth and Ninetheen Centuries in Europe. Convegno finale legato al progetto PRIN tenutosi a Firenze nel 2020.

Celebrazioni di Galileo durante il fascismo. L’anniversario del 1942

M. Baioni
2021

Abstract

Nella seconda metà degli anni Trenta, la galleria dei “grandi italiani” fu piegata alla tesi secondo la quale la millenaria vitalità nazionale era stata rinvigorita dal regime fascista, con accenti che furono vieppiù declinati anche in termini di superiorità “razziale”. Galileo Galilei rientrava nella categoria degli uomini di genio che l’Italia aveva donato al mondo intero: concorreva alla “dimostrazione” del primato della civiltà italiana, che legittimava il diritto della nazione fascista a rivendicare un posto preminente nella nuova Europa. Concepita come lo spazio dentro cui si misuravano l’autorevolezza, l’energia rigeneratrice di un regime e di un popolo, la guerra andava salutata come epifania di una tradizione che si rinnovava nell’azione del presente. Il saggio si sofferma su alcuni canali della celebrazione pubblica di Galileo, con particolare attenzione al trecentesimo anniversario della morte (1942. Le rievocazioni spinsero al punto di massima accelerazione l’integrazione di Galileo nel pantheon dei grandi italiani, tutti chiamati a raccolta per legittimare la superiorità della civiltà italiana e con essa le ragioni della guerra fascista nella costruzione di un nuovo ordine europeo e mediterraneo
Fascismo, Galileo Galilei, scienza, guerra mondiale
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
2021
Museo Galileo, Università di Siena
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